"Ma allora babbo quanti punti s'è fatto?"
"940 Giosuè, ce ne mancano 60 e poi s'è vinto il carrarmato!" "... il carro armato?!?"
" .. sì Giosuè!!.. ma ora stammi bene a sentire... tu da qui dentro non ti devi muovere mai!... hai compreso bene....mai!!...ma per nulla al mondo, mai!!!..inteso??"
"sì!!..babbo!"
"solo quando non vedrai più nessuno in circolazione allora e solo allora potrai sortire di qui!!...hai inteso bene?!?" 
"sì babbo, va bene!!"
"Tieni, ti lascio per il freddo codesta copertina... ciao!.. un bacino!!" 
"Oohh!!...hai capito bene??...per nulla al mondo!!...intesi?!?... sennò si perde il carro armato!!...e si va a zero punti!!!"
" .. sì babbo... certo...ho  capito!!"
"Ecco...bravo il mio Giosuè!!"

"La vita è bella" è un colossal pluripremiato del cinema italiano girato ed interpretato dal grande Roberto Benigni nel 1997, un film che grazie agli Oscar ottenuti ridiede smalto e prestigio a tutta la nostra cinematografia. Avrò rivisto questa pellicola in questo quarto di secolo perlomeno una dozzina di volte, ma oggi pomeriggio ne sto gustando la visione nel salotto di casa assieme al mio nipotino di nove anni che, busta di popcorn sulle ginocchia, si appresta a viverne le emozioni, e così nella prima parte del film si diverte parecchio data la spassosità della storia che si ambienta nella storica città di Arezzo tra svariate situazioni comiche vissute dal  protagonista Guido Orefice che si invaghira' dell'insegnante Dora e riuscirà a strapparla dalla futura unione con il fidanzato, un funzionario militante del regime fascista.
Dopo una rocambolesca fuga a cavallo il nostro Guido prenderà in sposa la bella Dora e dalla loro unione nascerà il piccolo Giosuè, che passerà i primi anni della sua infanzia presso la libreria paterna, fino al giorno in cui la madre del funzionario littoriano, per invidia, non rivelerà ai nazisti il nominativo di Guido in quanto ebreo e come tale, per le allora vigenti leggi razziali, verrà deportato in un campo di concentramento.
Alla partenza di quel triste convoglio merci stracolmo di cittadini aretini residenti di origine ebraica si vorrà eroicamente unire anche la moglie Dora, che pur non essendo ebrea, preferirà seguire le sorti del marito e del figlio e vivere con loro l'agonia di quell'atroce ed ineffabile destino.  Da quel punto fino alla fine della pellicola si assisterà alla valente maestria di papà Guido nel mistificare al piccolo Giosuè quegli accadimenti tetri, vili, disumani facendoglieli rivivere in una piacevole sorta di gioco, come se si trattasse di un video game rivolto alla conquista finale, per mezzo di un punteggio del tutto astratto, di un carro armato tanto sognato... e così mentre il padre accettava, con il sorriso tra le labbra, la barbara uccisione del milite nazista, il piccolo Giosuè  nascosto in una nicchia a lato di un caseggiato vedeva la sagoma, tra le fessure della porticina ... dell'arrembante arrivo di un  gigantesco carro armato a significare la fine di quel terrificante genocidio.

Nel vedere quella scena dolce-amara al nipotino, dopo un rassicurante sorriso scende una piccola lacrima...mezza nascosta...e mentre se ne va alla ricerca di un pacco di fazzolettini io, telecomando alla mano, vado ad osservare in uno dei tanti monotoni TG, che ormai ci assillano da oltre un mese, l'immagine di un carro armato sventrato ed ancora in fiamme tra cumuli di macerie...e tutt'attorno la desolazione più completa...con una bimba che stava recuperando tra polvere di cemento e sabbia con delle fresche macchie rosse...un orsacchiotto... rimasto magicamente integro!
Ho spento la Tv con rabbia...poi è scesa una lacrima anche a me...e poi un'altra ancora...quando sento bussettare alla mia schiena...era la mano del mio nipotino mentre mi diceva..: "tieni nonno!!...ho preso i fazzolettini anche per te!!" Ci siamo abbracciati l'un l'altro...forte...molto forte!!...e senza rendercene conto ci siamo addormentati ...sognando tanti carri... ma non armati, bensì allegorici, carnevaleschi e pieni di vita, di colori, di risa...e di tanta...ed esagerata sprizzante allegria!

E forse è quella vita sana e genuina che da troppo tempo manca al mondo intero, diventato sempre più cieco e sordo, a condurci alla folle idea della guerra, quasi che non fosse bastata la iattura della pandemia ancora in essere.  
Il nostro comune desiderio, dettato dal buon senso, è unicamente rivolto ad un incontenibile desiderio di pace e salute per tutti, senza alcuna distinzione etnica e politica.
Ma soprattutto non vorremmo più vedere il pianto innocente e straziante di tanti bambini che con la guerra... non c'entrano proprio nulla!

Un caro abbraccio
Massimo 48