Tuoro sul Trasimeno  - Settembre 2023

"Ma non posso crederci fratello!... Ma sai che questo albero di fichi fra poco compirà un secolo? Lo piantò il mio bisnonno nel 1928 quando costruì questa casa sopra le ultime colline di Ponente del lago Trasimeno ad una sola manciata di km dalla Toscana ed in  tutti questi decenni ha dato i fichi più buoni di questo comprensorio, sai quella qualità così detta "dottata" caratterizzata dalla paradisiaca leccornia legata ad una goccia dal sapore mieloso che si forma al top della maturazione sulla base di questa varietà di frutto praticamente introvabile nei mercati e..."   
" ..e ma perché fratello Massimo usi sempre il singolare? Il tuo bisnonno non era anche il mio?"
" Ahh!!...caro fratello di figlio unico, ma quante volte te lo debbo ripetere che tu sei solo un ospite virtuale, vivi solo nel mondo del fantasy! non ti scordare che mamma Ofelia partorito il sottoscritto non ha più potuto avere figli e..."
"...e allora tu fratello Massimo perché mi hai voluto rimaterializzare dandomi un'anima, ma purtroppo senza corpo, e solo per perseguire i tuoi scopi ovvero sia creare con la mia figura un alter ego con la scusa dei tuoi, e non miei, spunti ed appunti volti a riempire le pagine dei racconti amarcordiani narrati su VxL, e per giunta battezzandomi non con un nome, come suole farsi per tutti i cristiani, bensì con un numero ed anche brutto... un 48 sinonimo di caciara, insoddisfazione, casino, e allora hai mica da dirmi qualcosa in risposta caro fratello??"
"No!.. non mi viene né in mente né in gola proprio un gran bel niente da riferire ad una testa cocciuta come la tua, salvo una cosa...assaggia un po' questo fico...senti che delizia al palato...ehh!!... com'è??...dimmi com'è 48...dai!!..senti che sapore..che delizia...roba da fare risuscitare i morti!!" "... oppure dei mai nati e cioè non vivi come me!"
" Ohhh!..ma che acuta osservazione, sai che me la scrivo proprio questa.. caro fratello!!..posso?"
" Certo che puoi...ma sai che questo fico è delizioso Massimo!..e visto che siamo in tema di frutta ma non era mica da queste parti che mi raccontasti una storia di un albero di giuggiole?... sai che ne vado pazzo per il loro sapore e allora ti prego di raccontarla nuovamente Massimo!

Il giuggiolo è una pianta da frutto che fa parte della famiglia delle Rhamnacee e la sua terra di origine è l'Asia. In Italia, invece, viene coltivato fin dai tempi degli antichi Romani. La  fioritura del giuggiolo che mediamente raggiunge i 6/7 metri di altezza avviene nel corso del mese di giugno.
I suoi frutti invece ricordano delle olive extra large presentando una colorazione tra il rosso e il marrone a piena maturazione ed hanno una polpa soda e particolarmente compatta dal sapore tra il dolce e l'acidulo ed il periodo ottimale per gustarne la loro fragranza è la seconda metà del mese di Settembre ed in questo paese tra le ridenti e sempre verdi colline umbre  c'era e c'è tuttora a distanza di un sessantennio un esemplare  ormai raro di albero di giuggiole attorno al quale...

Tuoro sul Trasimeno - Settembre 1962

... Quattro adolescenti e futuri incancreniti amici della briscola attorno al tavolino del bar della piazza avevano tutti una cosa in comune, una sorta maniacale di furto per assecondare il proprio palato: le giuggiole!! Ne erano talmente inebriati dal loro sapore ed odore quasi a voler spiegare il famoso detto "andare in brodo di giuggiole", che come spiega la Treccani è un antico detto, di origine incerta e tuttora diffusamente utilizzato per indicare uno stato d'animo di grande soddisfazione e godimento. In estrema sintesi una espressione figurata che sta per "uscire quasi di sé dalla contentezza" e la sua origine proverrebbe, a detta di alcuni studiosi, da un antico detto di terra toscana “andare in brodo (o broda) di succiole!” Insomma, per farla breve, Mariano, Livio, Alvaro e Massimo, i quattro golosi delle giuggiole, decisero di andarsene a prendere nell'unico giuggiolo presente in paese ed ubicato all'interno di un villino a pochi decine di metri dal Municipio e dalla piazza principale e per giunta di proprietà di un facoltoso commerciante della zona, il cui padre il Sor Peppino, così soprannominato per la sua perenne posizione statuaria, "ceppo", essendo un mutilato reduce del secondo conflitto mondiale, causa di una granata esplosa durante un attacco al fronte, e rimasto offeso in tutto il lato sinistro del suo corpo e probabilmente anche nel suo encefalo, passava le sue ore alla costante ricerca del presumibile arrivo del nemico e quindi impugnava costantemente, nella mano destra, una grossa chiave inglese pronta ad essere vergata sulla fronte del fantomatico avversario a suo dire pronto a sfondare le mura perimetrali dell'abitazione.
Sul retro del villino dominante con un panorama mozzafiato, tutta l'imponenza del Lago Trasimeno e delle sue tre isole, si ergeva a latere di un orto multicolore colmo delle delizie di stagione, il tanto agognato albero di giuggiole. 
Ma il "ceppo" era costantemente di guardia sull'ampio terrazzo contornato da colonnine in pietra al quale si accedeva dopo una scalinata in porfido rosso posto all'ingresso della villa.  Questa balconata da un lato aveva l'affaccio sulla via principale del paese sovrastata dalla mole del campanile della Chiesa di Santa Maria Maddalena e dall'altro lato godeva della vista del lago nel variegato corollario delle ondulanti colline umbre interrotto nel suo lato sinistro dalla folta ramificazione del giuggiolo stracolmo ed appesantito dal prezioso carico dei suoi frutti giunti ormai a completa maturazione.

I quattro inseparabili amici, in una ancora calda serata di fine Settembre, decidono di andare all'assalto del prezioso albero approfittando dell'ora in cui il "ceppo" e sua moglie Filippa avrebbero consumato la loro cena. E così come in tutti i piani di battaglia venne studiata la tattica per riempirsi le saccocce delle gustosissime giuggiole. 
Mariano, il più anziano dei quattro (si fa per dire, appena 15 anni), si sarebbe posto vicino al cancello d'ingresso da dove si potevano vedere dalla finestra della cucina illuminata i volti dei due coniugi intenti a mangiare ed in quel momento, come nel film "La grande fuga", Mariano avrebbe zufolato con un solo fischio il verso di un volatile, era il segnale del consenso all'inizio del "raid" e quando fosse comparso alla vista il busto in luogo del volto, presagio della sua uscita sulla balconata con tanto di chiave inglese e libera eruttazione a conferma del gradimento del pasto, significava che il "ceppo" era tornato di vedetta ed in quel preciso istante sarebbe partito il segnale di fine rappresaglia, una doppia zufolatura del bravo ornitologo Mariano (del resto buon sangue non mente... suo padre era un provetto cacciatore)!
Dall'altro lato della recinzione, quella verso il lago, i tre amici Livio, Alvaro e Massimo si erano arrampicati con una improvvisata cordatura, ricordando vagamente gli eroi partigiani all'assalto della spericolata rocca nello storico film "I cannoni di Navarone", che al segnale del verso del cuculo fecero un balzo secco in sequenza per non causare eccessivi rumori... e poi di corsa alla conquista del giuggiolo!
Alvaro riesce ad arrivare, muovendosi con le movenze di un circense, quasi ai rami più alti dove i frutti erano più copiosi, mentre Massimo era sotto di lui e da goloso qual è, oltre ad insaccocciarsi le giuggiole, se le mangiava... Beh!! Così fresche sulla pianta hanno un sapore divino!...
E rimaneva Livio che aveva scelto di salire dalla parte del tronco più prossima alla balconata della villa così non avrebbe arrecato disturbo agli altri due.
Ottima idea se non avesse dovuto fare i conti con la sua imperizia nelle arrampicate, perché nel tentativo maldestro di salire più in alto un ramo, forse per il suo peso eccessivo cedette con un rovinoso CRAASSHH!!!... ed accadde il finimondo!!... In sequenza si scatenarono il "ceppo", con un fulmineo balzo dalla sedia abbrancando la sua chiave inglese e correndo fuori urlando: "...i tedeschi!!...i tedeschi!!!..ci stanno attaccando!!... Presto Filippa!!... Portami il fucile!!"
E a ruota la sua Signora con il fucile in mano ed ovviamente, date le paure ossessive del "ceppo", carico!!... E nel giro di pochi secondi uno sparo secco lacera il silenzio tombale di tutto il paese raccolto attorno al tavolo per la cena nell'epoca in cui solo dei ricchi possidenti potevano permettersi i primi ingombranti e costosi televisori in bianco e nero.
Lo sparo indusse persino il Parroco a suonare le campane in segno di pericolo e nel frattempo la via attorno alla villa si riempiva di curiosi, e qualcuno con tanto di tovagliolo in mano per la cena interrotta si gettava di corsa per la discesa della Via del Mercato dove, dietro le reiterate imprecazioni del "ceppo" ad indicare che i tedeschi si erano diretti con la refurtiva da quella parte... mentre con la mano destra, l'unica funzionante, teneva violentemente pizzicato il lobo dell'orecchio del povero Livio che nella caduta dal ramo spezzato aveva rovinato sul parterre della balconata dove era atteso come un affamato mastino di guardia da Peppino il "ceppo" che anziché brandire la sua chiave inglese sul povero Livio, forse commosso dalla sua età, solo 12 anni, ha preferito optare e ripiegare sulle maniere un po' meno forti strapazzando l'orecchio del povero Livio che era passato dalla gioia della degustazione delle giuggiole fresche alla meschina gogna cui si sarebbe dovuto sottoporre nell'immediato, dato che il fragore dell'episodio aveva scomodato perfino una Gazzella dei Carabinieri intervenuta sul posto dietro una anonima chiamata.
Il Maresciallo, pronto ad ammanettare il nostro Livio per violazione di domicilio e furto, stava per condurre il ragazzetto in caserma, dove, data la minore età del giovane, avrebbe dovuto convocare il genitore. Sentite queste parole il Sor Peppino detto il "ceppo", mutilato sì, ma sordo no, intervenne dicendo al Maresciallo che il reato non poteva sussistere in quanto d'ora in poi le giuggiole le avrebbe omaggiate a tutti i ragazzi del paese e quindi risultava scontato anche lo stralcio della relativa denuncia.
Seguì un applauso generale, il Parroco suonò le campane a festa, Livio smise di piangere e chiamò Alvaro e Massimo, sicuri futuri centometristi, ed il saggio palo Mariano che aveva assistito esanime ed impotente a tutta la rocambolesca scena.

"Behh??... fratello 48 questa è la storia! Ti è piaciuta? Che cosa ne dici se adesso ce ne andassimo a raccogliere qualche giuggiola come feci ai vecchi  tempi?"
"Ma perché non suonare il campanello al nuovo proprietario della villetta del povero "ceppo" Peppino e chiedere se ci dà il permesso di raccogliere, pagandole ovviamente, un po' di giuggiole?" 
"Buona idea 48... dai finiamo questa briscola e andiamo!"
"Ma così è come se andassimo in frutteria - chiosa 48 - ...non c'è gusto!!...ma vuoi mettere la goduria di riempirci le saccocce di giuggiole lassù arrampicati contro il freddo sacchetto di plastica  e magari con tanto di scontrino!!"
"E quindi tu saresti per il proseguo della ruberia alla tua età?!?"
"Beh!! In effetti ad essere sinceri trovo emozionante prenderle e mangiarle...!!"
"Ma caro fratello, io sono un plurinonno, e quale esempio darei ai miei nipotini?... Piuttosto meglio far conto di aver raccontato una vecchia storia e che il "ceppo" ed il giuggiolo non siano mai esistiti, ma siano solo il frutto di una ipotetica leggenda e che possa essere di buon insegnamento per il futuro!"

Anche se in realtà la datata vicenda corrisponda alla verità e che quel giuggiolo esista ancora, e che i nuovi proprietari abbiano circondato la villa di telecamere...ma per cosa? Per salvaguardare i loro beni?... O semplicemente per mangiarsi le giuggiole tutte, ma proprio tutte e sole per loro?

Mah!... Fate voi! Perché no! Magari visitando Tuoro sul Trasimeno, a 36 km da Perugia e 44 da Arezzo e potreste sincerarvene di persona! Sono certo che mi ringrazierete... vi aspetto!

Massimo 48