Nel 390 a.C. Roma subì una delle sue peggiori sconfitte, presso il fiume Allia, contro i Galli capitanati da Brenno. Molti abitanti fuggirono, altri si rifugiarono sul colle Campidoglio mentre i senatori aspettarono seduti in Senato l'entrata del nemico a Roma. Quando i Galli, personaggi alquanto barbari, trovarono tutti i senatori seduti immobili, pensarono che fossero finti. Per prova un Gallo tirò la barba ad un senatore, il quale andò su tutte le furie e schiaffeggiò l'invasore; i senatori vennero tutti uccisi.
Brenno, dopo ben sette mesi di assedio, non essendo riuscito ad espugnare il Campidoglio, annunciò che sarebbe tornato in patria se i Romani gli avessero consegnato 1.000 libbre di oro. I Romani acconsentirono e raccolto l'oro lo portarono a Brenno. Ma la bilancia era truccata e i Romani si lamentarono dell'imbroglio. E Brenno allora gridò "Guai ai vinti!" buttando sul piatto della bilancia anche la sua spada per ottenere ancora più oro. A questo punto Furio Camillo, un valoroso romano, urlò: "Non con l'oro, ma col ferro si difende la patria!" sguainò la spada e trascinò il popolo in una notte furibonda contro i Galli che alla fine fuggirono ". (Tratto da Roma Antica di Elisabetta ed Anna Parisi - Edizioni Lapis).
Questa narrazione riguarda un reale accadimento nella storia dell'antica Roma a latere della quale sarebbe stata creata una leggenda... "I Romani nella notte, lì sul col Capitolino, non volevano fare a botte ma schiacciare un pisolino! Così intanto con orgoglio Brenno e i gallici compatti la scalata al Campidoglio iniziarono quatti, quatti. Un esercito dormiva, cosa assai pericolosa, mentre l'altro preparava la sua impresa vittoriosa! Ma in realtà fecero un guaio e svegliarono le "oche" che sul colle, in un pollaio, con vocette affatto fioche, contro i Galli impreparati stramazzaron "qua, qua, qua!" e svegliarono i soldati che salvaron la città.
"E bravo!!...Massimo!!...ma mi spieghi che c'azzecca 'sta storia con il tuo articolo di VxL?!...fratello!!...me lo sai spiegare!?! ".   "...ma che mi venga la rosolia un'altra volta!!...fratello 48...mi spieghi come hai fatto ad entrare?!". "...semplice!!!...hai lasciato la porta socchiusa...e come mai Massi ..tu che serri sempre tutto!?!"." Ahh..niente!...mi devono portare la spesa dal supermercato...comincio ad invecchiare...e da solo, per via dei pesi e della mia schiena... non sono più in grado di farcela...ma tu piuttosto come stai... è un po' che non ci sentiamo vero?" " ...beh!!... insomma un po'!?!...vecchia storia Massi...e lo sai bene!!...fra qualche giorno di primavere ne compi 73!!!... mentre io è come se non fossi mai nato... o meglio sarei nato solo nella tua fantasia...per non farti soffrire la sindrome o il tipico tarlo che attacca e svuota dentro... i figli unici!!.. un po' come il cervello delle oche...nevvero!?!...e così ogni qualvolta qualche cosa non giri per il verso giusto...ecco materializzarsi lo spirito di tuo fratello 48 pronto a divenire il collettore dei tuoi scarichi...dei tuoi dilemmi...giusto...Massi?!?..dai qual è il problema di oggi??

Queste oche capitoline quale metafora rappresentano?!?..dai sfogati pure... son qui...tutt'orecchie ad ascoltarti!!" "Grazie 48!!..con il passar degli anni ti sei indottrinato ed ingentilito... però che l'intelligenza sia rapportata alla misura del cervello...non mi trovi d'accordo!...tu dici che l'oca ce l'abbia ridottissimo e quindi non sia intelligente...beh!...e allora sul pipistrello, con il suo cervellino radar infinitesimale cosa dovremmo dire?!?.. sicuramente mamma Ofelia si sarebbe pentita per non avermi regalato un fratello come te con cui giocare, ridere, scherzare e soprattutto dialogare... invece ho vissuto un'infanzia quasi sempre in solitudine...ricorderai, vero, i turni massacranti di papà Renato alla sua agenzia di stampa e i continui acufeni che tormentavano la mamma....ed io da solo a giocare per ore con un camioncino di latta nel cui cassone amavo mettere in fila tante scatoline di brodo Knorr vuote che... poi finalmente Massi fece amicizia con l'unico bimbo nella casa, il vicino di camera dell'appartamento trovato in subaffitto nell'immediato dopoguerra nel popolare quartiere di San Lorenzo a Roma da papà da poco assunto nell'agenzia di stampa in qualità di telescriventista, erano tempi difficili, una bombola di gas per scaldarsi e cucinare costava un quarto dello stipendio e si viveva facendo ristrettezze su di tutto. Non vedevo l'ora che papà avesse il suo giorno libero per passare lunghe e ricordevoli ore assieme a lui. Un giorno mi costruì con dei pezzetti di legno una piccola nave che poi mi fece pitturare con della vernice avanzata per i ritocchi alle persiane...un altro giorno entrammo in una cartoleria e ne uscimmo con due fogli di carta velina uno azzurro e l'altro arancione ed un barattolino di colla Coccoina...dopo un'oretta con l'aiuto di una piccola canna di bambù prelevata da un vaso di fiori di mamma un bell'aquilone volteggiava nel cielo di un prato vicino casa governato da una matassa di filo nelle mie mani dopo essere passata per quelle di papà Renato che era riuscito assieme alla mia incontenibile gioia a fargli prendere quota...una quota che mantenni per tutta la mia infanzia ed adolescenza che vissi in tanti sabati e in tante domeniche nella sala redattori del suo ufficio stampa...fino agli anni dell'arrivo della sua pensione che coincisero con la mia maturità agli studi...per poi, solo una manciata di anni dopo, fare i conti con una triste, cruda, ingiusta realtà...la prematura scomparsa di papà Renato...la perdita totale del faro della mia vita... sempre pronto ad illuminare la corretta direzione, evidenziandone i pericoli... come gli scogli per una nave nel pieno della tempesta... e grazie a quel faro non feci mai naufragio... ma dopo la sua scomparsa quella luce si è purtroppo spenta e la mia vita con tanto di famiglia a bordo ha sofferto molto il mal di mare...pur non andando mai a sbattere su quegli scogli...e forse da lassù...la luce di quel faro... resta ancora governata! Ecco...gli scogli...caro 48...sono le mie paure...un po' come quelle oche capitoline del racconto di poco fa...grazie al richiamo delle quali i Romani si liberarono del vandalo oppressore Brenno!!
Ecco!!...48!!...tuo fratello Massi scrive da oltre due anni in questo portale VxL per liberarsi delle paure di andare a sbattere su quegli stessi scogli allora illuminati dalla potente luce...di un faro che da molto tempo non c'è più...e forse, con l'inesorabile scorrere degli anni...vedo sempre più vicino ai miei occhi... ..e semmai si dovesse spengere...allora, ineluttabilmente... pronuncerei un celebre verso poetico di immenso valore e conforto umano: ".......e il naufragar m'è dolce in questo mar! "                   

 Un caro abbraccio.                             
 Massimo 48