Passiamo ad un nuovo capitolo della mia vita, stavolta si va intorno ai 16 anni, quando oramai la Pozangheraccia, le Biciclette Volanti e i Montarozzi, erano passati da un pezzo, ora si girava in motorino, da soli o in due e il casco, ancora non era obbligatorio, ma eravamo agli sgoccioli da tale legge.

Passare dalla bicicletta al motorino non è stato proprio un salto così facile, forse sotto il punto di fista fisico, si sentiva eccome la differenza; da una parte bisognava pedalare, dall'altra girare soltanto la manopola alla destra verso se stesso e via. La bici a tutta forza, raggingeva i 10-20 chilometri l'ora, il motorino oltre i 50-60. Mio padre, mi aveva fatto per regalo un SR dell'Aprilia, di colore nero, aveva un motore assurdo, raggiungeva sul rettilineo una velocità da gara, anche se io difficilmente mi sentivo di, come si dice in gergo romano 'tirarlo tutto', quindi a massima velocità. Quindi il nostro quartetto comprendeva; il mio SR Aprilia, e tre Scarabeo anch'essi dell'Aprilia. Si partiva verso zone lontane, si poteva arrivre da tutte le parti, e non v'era pericolo di stancarsi come in bici, anzi ci passavamo intere giornate in giro, la benzina era un pagamento sostenibile, con 5 mila Lire ci giravi tranquillamente. Ricordo che un giorno conoscemmo delle ragazze, di cui una di loro era di alto rango, era la figlia di una Baronessa, e c'invitò qualche giorno dopo alla sua festa, compiva 18 anni. Così ci trovammo nella zona Casal Palocco, zona in dove vivevano anche molti calciatori, dove sorgeva la loro villetta, che poi villetta, villone. Così ci catapultammo in casa, con un regalo, che poi ci sembrava davvero da miserabili, dopo aver visto cosa avevano portato gli altri, ma quello potevamo permetterci, addirittura tentammo di inserirlo tra i pacchi regalo senza mettere il bigliettino o qualcosa che conducesse a noi, ma chi lo stava ponendo su gli altri pacchi, ebbe un inciampo su di un filo in terra, e non solo non poggiò il regalo, ma cadde sopra anche agli altri, così esclamai "Guarda se non ci tocca ripagare tutti i danni e!". Ecco che dalla cucina, uscì la madre della ragazza, con grande stupore e con alcuni rimasti a bocca aperta esclamai "Guarda che pere!". La mamma della festeggiata era una donna di una quarantina di anni, ma ne dimostrava almeno dieci in meno, era, una bellezza pazzesca; mora, occhi azzurri, e un fisico da favola. La signora mi guardò con un sorriso, e ne rimasti davvero cotto, tanto che la figlia mi disse indispettita "Ma che ti sei imbambolato?", risposi "Mh, un pochino...". Così arrivò il momento dei regali; una collana di swarovski, una giacca Gucci, un paio di scarpe Nike Squalo, e... "A regà, c'ho un'idea...Perchè non se ne annamo?", davvero quel che avrebbe scartato da li a poco, il nostro regalo, ci portava a rabbrividire, qualcuno si sarebbe messo a ridere, le lo avrebbe potuto guardare e poi buttare sul divano, quindi era meglio squagliarsela senza vedere la reazione, ma sulla porta c'era la Baronessa, che era pronta a dare il suo regalo alla figlia, quindi con disappunto uno di noi disse "Laciate ogni speranza o voi che entrate". Così Giulia, il nome della festeggiata, venne richiamata dalla mamma, e poi fuori dalla porta si ritrovò davanti ad un regalo spettacolare; La Fiat Punto, appena uscita dal salone, grigia e super accessoriata, pensai "E mo a questa chi glie lo dice, che il nostro regalo fa letteralmente schifo!". Cosa gli avevamo preso? Ora lo scopriamo insieme. Dopo vari pianti, e controlli della macchina, dove mi invitò ad entrare dicendomi "Ora ti vengo a prendere io" dichiarandosi a me come mia potenziale fidanzata, lei rientrò, intanto uno di noi aveva nascosto il regalo dicendoci "Tutto a posto, non lo troverà mai!", così che quando rientrava e piena di euforia, avrebbe spento le candeline sulla torta e dopo averne mangiata un pezzeto, ci saremmo dileguati. Ma la sfortuna volle, che mentre il padre intonava il "Tanti auguri te, tanti auguri a te, tanti auguri a Giulia, tanti auguri a....", ecco che la Baronessa ferma tutto "Aspettate! C'è ancora un regalo da scartare, era caduto dietro il divano?". Non vi dico come abbiamo guardato il nostro amico e sotto i baffi "Tra tanti posti che potevi nasconderlo, proprio dietro il divano dovevi metterlo?". Ecco che quel pacchetto finì da li a breve tra le mani di Giulia che chiese "Chi me lo ha fatto questo regalo?", noi facemmo finta di nulla, guardandoci intorno e facendo finta di non capire chi fosse stato "Allora esce fuori chi me lo ha regalato?", alla fine la nonna 'impicciona' disse "Questo è dei tuoi amici, ricordo il colore della carta", e uno di noi "Tacci sua, se ricorda tutto sta vecchia!". Ecco che lei sorridendo aprì questo regalo, la faccia da sorridente divenne perplessa, però si vedeva che stava facendo la parte. Cosa c'era dentro? Un maglietta della Nike nera con il baffo al centro grande, che avevamo fregato alla sorella di un nostro amico, e che aveva ancora il cartellino attaccato, poi si avvicinò e ci ringraziò, continuando a dirmi "Mi farò ripagare...". Ecco che la torta ebbe il suo posto d'onore, intonando ancora la solita cantilena del 'Tanti Auguri'. Così ci trasferimmo nel giardino appena fuori la vetrata, dove erano state apposti palloncini vari, sedute e bevande, prettamente analcoliche. L'ambiente però c'era stretto, troppi signorotti/e e soprattutto il parlare sempre di soldi, quindi noi così detti 'straccioni' eravamo calcolati come le ultime persone a cui rivolgere la parola. E così con un pò di furbizia, riuscimmo uno alla volta a uscire da quella casa, senz farci accorgere, e via dal vicolo su i motorini a tutto gas, da quel luogo che a noi non piaceva, stava stretto, eravamo gente comune e la ricchezza sfacciata non rientrava nei nostri canoni. Giulia era carina, ma io avevo già una fidanzata, che rimase all'oscuro di questa festa, tanto che gli avevo raccontato che ero andato da una zia a festeggiare il suo compleanno. Giulia che fine ha fatto? L'ho rincontrata quattro anni fa, e sembra cambiata, dalla ricchezza ostentata si è tramutata ad una persona con i piedi sulla terra, forse anche a lei quella ricchezza interessava relativamente. Quando mi ha visto mi ha riconosciuto all'istante, mi ha sorriso "Ancora ti sto cercando in quella festa", e io alla fine gli dissi la verità "Giulia, ero fidanzato, e alla mia ragazza del tempo gli ho dovuto inventare una scusante. Poi devo essere sincero, a me quelle conversazioni di alto rango interessavano relativamente",  e lei "Lo immaginavo, anche a me, ma non posso farci nulla.". Così dopo aver presentato le nostre famiglie, anche lei ha due figli e con lei anche la mamma, la 'Baronessa Tettona', che era identica a come la ricordavo, la salutai e da quel momento non l'ho più rincontrata.
Mia moglie quel giorno mi chiese spesso, come conoscevo quella Giulia, rispondendogli che era una ragazza conosciuta in età adolescienzale e che era una ricca figlia di una Baronessa, e già lei era l'attrazione e le sue 'Pere' indimenticabili.