" Ma sei sicuro nonno di averlo messo nello scatolone del treno elettrico?"
" Credo di sì Matteo...ma saranno passati una diecina di anni e non ricordo bene se in questo scatolone ...o...in un altro...ma!!... ah!!...ecco!!..ci sono!!...nello scatolone delle bambole di tua zia Sofia!!... sì!!...eccolo .. lì in fondo...dietro a quel CiccioBello!!" 
"Che bello nonno!!...lo voglio io..ti prego!!" chiosa la nipotina " ...ma tu sai bene Greta quanto tua zia sia gelosa delle sue cose anche se riposte in cantina!..e poi prima che a quel bambolotto vada via l'odore di muffa ce ne vorrà del tempo!"
"Non me ne importa nulla nonno! spiegherò io alla zia che le custodirò il suo CiccioBello nella mia nuova stanzetta...si troverà sicuramente meglio che in questa cantina piena di vecchie cianfrusaglie!"

Sono i miei nipotini in vacanza qui a Roma che, approfittando di una giornata un po' nuvolosa, e ormai stufi di andare a far bagni nella piscina condominiale, si sono ricordati del gioco del Monopoli e di quando qualche anno prima la zia Sofia passava interi pomeriggi con i suoi due fratelli maggiori intenta a sistemare le casette verdi sopra le proprietà e smuovere i segnalini dopo il lancio dei dadi... o gioire nel leggere il contenuto di  "Probabilità" piuttosto che "Imprevisti" quando ci si cascava dentro! ...infine una vera festa quando si finiva in Prigione e si aveva la possibilità di uscirne gratuitamente a patto che almeno al terzo turno si ottenesse con i dadi una coppia di numeri uguali!

Il Monopoly è un classico gioco da tavolo creato da Elizabeth Magie all'inizio del XX secolo. La sua versione commerciale venne ideata da Charles Darrow e pubblicata negli States dalla Parker Brothers nel 1935. In Italia arriverà l'anno seguente e verrà pubblicato col nome “Monopoli” dalla Casa Editrice Giochi nel suo inconfondibile scatolone rosso con scritta in oro.  Dall'estate del 2009, la distribuzione italiana divenne di proprietà della Hasbro, che reintrodusse il nome originale. Il gioco prende il suo nome dal concetto economico di monopolio, ovvero il dominio del mercato da parte di un singolo venditore. Concesso in licenza in più di cento Paesi e tradotto in oltre trentasette lingue, secondo un report della Hasbro il Monopoly, dalla sua prima edizione, è stato giocato da più di un miliardo di persone in 114 Paesi entrando così nel Guinness dei primati  per quanto riguarda il gioco da tavolo ad esclusione di quelli tradizionali come gli scacchi o le classiche carte.
Debutto' nei negozi italiani il 5 novembre 1936 in pieno regime fascista che, a causa del divieto all'uso delle terminologie anglosassoni, le varie Street, Square, Avenue vennero tradotte nel solenne idioma dantesco dando così origine ai celebri Vicolo Corto e Vicolo Stretto piuttosto che Viale dei Giardini e Parco della Vittoria passando per Via Monterosa, Corso Raffaello, Viale Tiziano, senza tralasciare le Stazioni Ferroviaria e Marittima.
La recente pandemia non ha fermato il suo successo, anzi, nel 2020 le vendite sono esplose dell’11% rispetto al 2019 ed una crescita delle stesse dimensioni è prevista anche per i prossimi anni.
Pandemia e lockdown ci hanno costretto a riscoprire le piccole gioie delle mura domestiche. Dal cucinare e razzolare tutto il lievito nei supermercati, a sfidarsi in famiglia o in coppia a suon di carte, pedine e soldi finti. Ed il Monopoli si appresta a raggiungere il suo secolo di storia mostrando di essere ben lungi dal suo tramonto.

Nel vedere quel quadretto ritraente nonno e nipotini attorno al tabellone del Monopoli non posso fare a meno di riavvolgere il nastro ed arrestarlo all'inizio degli anni '60, mentre nella nostra penisola albeggiava quel fenomeno socioculturale ed industriale che venne denominato "boom economico" e che riportò tanto lustro e prestigio a livello mondiale all'Italia rimasta in ginocchio negli anni difficili e tormentati del dopoguerra.
Mi trovavo a casa dell'amico Franco in una serata di una fredda giornata novembrina dove, dopo esserci gustati un'ottima pizza margherita sfornata con le proprie mani dalla madre, una campana verace, di fronte ad un allora prezioso 21" Radiomarelli con le immagini del presentatore Mike Bongiorno e della sua valletta Eddy Campagnoli nel famoso gioco televisivo Lascia o Raddoppia, quando Antonio il fratello maggiore di Franco, dopo aver aiutato la madre a sparecchiare, portava in tavola una scatola colore rosso pompeiano con la scritta in oro Monopoli. Era un regalo del Natale precedente fatto dal padre ai suoi due figloli...

...conobbi Franco nella primavera di quello stesso anno quando si aggregò al gruppo di chierichetti della nostra Parrocchia, la ora scomparsa San Tito nell'appena nato rione Ponte Marconi a quel tempo presieduta da Don Rino, un amorevole sacerdote Murialdino. Franco, era più alto di me anche se più piccolo di un anno, io ero piuttosto minuto, recuperai fortunatamente altezza sul finire della mia adolescenza, era un po' grassoccio e sempre sorridente, aveva un incisivo spezzato, se l'era procurato giocando a pallone, ma aveva sempre il sorriso in bocca.  Era tifoso della Lazio, mentre io, a quei tempi, lo ero della Roma. Tra noi nacque subito una grande amicizia che durerà per oltre vent'anni. Franco fu uno dei testimoni al mio matrimonio. Amavamo stare sempre insieme, passeggiate infinite, quando l'oratorio era chiuso ed ovviamente in Chiesa non c'erano funzioni, Padre Rino ci battezzò "Cino & Franco". A quei tempi era un fumetto creato in America da Lyman Young nel 1928 ma arrivò in Italia soltanto nel dopoguerra per opera della casa editrice Nerbini che ne pubblicò le storie nelle edicole in un formato a strisce, sia io che Franco settimanalmente acquistavamo con i nostri risparmi quei fumetti il cui formato entrava giusto giusto nella tasca del grembiule di scuola, e così durante la ricreazione con una mano addentavamo il panino preparatoci dalle mamme e con l'altra ci dilettavamo a leggere le avventure dei due giovani "rangers".
Ragazzi....che tempi....che nostalgia...e poi all'uscita della scuola c'era sempre il  "nonnetto" con il suo trespolo pieno di leccornie, liquirizie a laccio, fusaglie, lupini, noccioline americane... e infine piccoli camioncini di plastica con il cassoncino pieno di mini chewing gum...ma costava 25£...il costo di un fumetto...e allora, dato che i nostri risparmi erano veramente contati... ci si mise d'accordo io e Franco acquistando a turno, ogni settimana, un solo Cino & Franco, poi ce lo saremmo passato per leggerlo, con quella genialità avremmo potuto passare dal nostro "nonnetto" e soddisfare, anche se per una sola volta a settimana, le nostre ingordigie.

Arrivò una Domenica di fine Settembre, l'ultima del mese.
La settimana successiva con il primo ottobre avrebbero riaperto tutte le scuole. Padre Rino organizzò una gita con il pullman alla Città dei Ragazzi, un centro estivo (allora colonia) nei pressi di Civitavecchia. Il mare prospiciente la colonia nei pressi di Santa Marinella era splendido, molti ragazzi della gita assieme a Padre Rino andarono in acqua, io ero seduto vicino a Franco e quel giorno lo vedevo abbastanza strano, non sorridente come al solito e mi permisi di domandargli: "...Franco!... cos'hai!?...ti vedo pensieroso...qualcosa non va!?!"  "....niente Massimo...niente...". Ma una lacrima stava lentamente scendendo... lui estrasse il suo fazzoletto di stoffa bianco e, facendo finta di soffiarsi il naso, l'asciugò! "...dai Franco...ho capito!!...liberati... sfogati... ti farà sicuramente bene!!" Franco non lo riconobbi più, fortunatamente eravamo rimasti soli nel pullman. Tutti, anche l'autista, erano andati in spiaggia per farsi un bagno al mare, forse l'ultimo della stagione. Prima di parlare Franco pianse a dirotto per una diecina di minuti, poi finalmente riusci a parlare.  Faccio solo un sunto di quel che ascoltai in quei minuti, stentavo a credere come avesse potuto un ragazzino di soli 11 anni vivere con quel sorriso sempre stampato in volto, come se la vita fosse una giostra mentre era, per lui, da quattro anni una vera angoscia. 
Proprio in quel giorno ricorreva il quarto anniversario della morte del padre. Non sapevo che Franco fosse orfano, non ero ancora mai stato a casa sua. Mi raccontò di come avvenne la sua scomparsa...e rimasi di ghiaccio!....quella terribile mattina squillò il telefono di casa e venne comunicato a sua madre di recarsi immediatamente all'ospedale di Frosinone dove il marito, a causa di un incidente sul lavoro, era ricoverato in gravi condizioni. Venne chiamato un taxi, la mamma e il fratello di Franco, allora dodicenne, lasciarono il piccolo presso amici del condominio, e lì vi rimase per ben tre giorni. Gli fu detto che il padre, dipendente delle Ferrovie, era dovuto andare urgentemente in Sicilia per dei lavori importanti. Nella realtà suo padre, tecnico addetto alla manutenzione delle vie aeree di elettrificazione dei treni, era rimasto vittima di un incidente mortale mentre riparava un guasto alla catenaria nei pressi di Sezze Romano sulla linea ferroviaria Roma Napoli.
Il povero marito non fu fatto vedere alla consorte, l'elettrocuzione che aveva subito ne aveva carbonizzato quasi per intero il suo corpo. Questa verità fu mantenuta nascosta a Franco per quei lunghi quattro anni, mentre lui ad ogni ricorrenza, ad ogni Natale, chiedeva  insistentemente di suo padre. Ormai cresciuto, Franco, la storia della Sicilia ...non la beveva più ...e così il fratello, proprio quella mattina, giorno di ricorrenza della morte del padre decise di svelare a Franco tutta la verità, ma essendo pressato dal  pullman che lo avrebbe atteso  per la gita non ebbe né il modo né il tempo per piangere, per capire,  per metabolizzare l'accaduto semmai ci fosse qualcosa da capire... e così crollò tra le mie braccia in quel pomeriggio....doveva essere una giornata di festa...si trasformò in un triste giorno...anche io nel tragitto di ritorno, con il sopraggiungere dell'oscurità per la via del ritorno con il capo di Franco appoggiato sulla mia spalla...piansi, piansi amaramente!

"Ahi...ma Padre Rino!!...mi ha fatto male...!" Ero in Sacrestia, mi stavo togliendo la cotta dopo aver servito Messa "....ma Padre...cos'è successo!?...perchè mi ha dato uno schiaffo !?!...non l'ho mai vista fare un gesto simile!!"  "Perchè ieri sera all'arrivo del pullman di fronte alla Parrocchia, tutti i partecipanti all'uscita hanno ringraziato... meno che voi due... Massimo e Franco....!!"   "...ma... Padre Rino ...ascolti...." Al termine del mio racconto Padre Rino si commosse, si scusò, iniziò a piangere, sentì l'urgente bisogno di confessarsi e di pregare...baciò la stola e mi salutò! Alcuni passanti mi riferirono di averlo visto correre verso la vicina Basilica di San Paolo! Che prete, che uomo...ad averne oggi come lui...nella nostra società!
C'incontrammo tutti la Domenica successiva alla Messa delle 10.30, io, Franco e Padre Rino. Al termine della svestizione nella Sacrestia Padre Rino ci chiamò e ci domandò i nostri indirizzi di casa. Io e Franco ci guardammo perplessi, ma lui se li annotò dandoci in mano il tagliandino dell'abbonamento da lui omaggiato per ricevere a casa e per un anno intero i fumetti settimanali di Cino & Franco. Lui ci abbracciò dicendo che era il minimo che avesse potuto fare. Aveva letto la storia originaria dei due protagonisti, giovani Rangers e ci aveva rivisto una gran similitudine con quanto accaduto a Franco.
Ma le sorprese non finirono lì, quel pomeriggio si sarebbe disputato il derby Roma Lazio e Padre Rino, tramite un suo amico Monsignore aveva ricevuto in omaggio tre biglietti per la tribuna Tevere, uno per Franco il Laziale, uno per Massimo, il Romanista (ma ancora per poco) ed uno per chi è:  "Ma è per me...ragazzi!" "...ma Padre Rino non sapevamo che Lei fosse tifoso di calcio...ma per chi tifa!?" "Ehh...ragazzi...se ve lo dico...magari cambiereste Parrocchia!!...dai il tifo per un prete è come la confessione...è un segreto!!"
Scoppiammo a ridere, anche Franco ...rideva, rideva...con quel suo incisivo spezzato....!! Padre Rino venne trasferito nuovamente in una missione in Madagascar nove anni dopo il suo insediamento a San Tito, proprio alla vigilia dell'inaugurazione della nuova Chiesa. Ci spiacque molto, avrebbe pienamente meritato di assistere al suo Battesimo, l'odierna Parrocchia di San Leonardo Murialdo di Via Pincherle al quartiere San Paolo a Roma.

Franco J. l'ho visto per l'ultima volta una diecina di anni dopo il mio matrimonio, fu ospite a cena a casa nostra, e subito dopo ci accomodammo nel salotto per giocare una partita al Monopoli che terminò alle due della notte con la sua vittoria... aveva i Viola Vicolo Corto e Vicolo Stretto nonché Società Luce, Gas e le due Stazioni ed io con tanto di Parco della Vittoria e Viale dei Giardini persi quella partita...e dopo di allora non l'ho più visto né sentito, vane sono state le mie ricerche sui vari social. Seppi molti anni dopo da un suo ex collega di lavoro che era emigrato in Australia dopo la morte della madre e la scomparsa prematura del fratello Antonio. Ancora, a più di cinquant'anni di età non si era sposato. Era un orologiaio di professione e amava trascorrere il tempo nel suo laboratorio, oppure nei momenti di relax, concedersi uno svago con una tonica partita di Monopoli.
Alle volte, la vita è strana... molto strana! Franco!!
Semmai tu mi leggessi scrivi pure a questa Redazione, ti fornirà il mio recapito ed io preparerò il tabellone del Monopoli nel salotto con i nostri segnalini preferiti...per me il "funghetto" e per te...se ben ricordo il "fiaschetto"...oppure hai mica smesso con il vizietto di farti un goccio di sambuca con il chicco di caffè tra una riparazione e l'altra?...
Nevvero carissimo Franco?
Un caro abbraccio
Massimo 48