Era una estate di tanti anni fa, 25 per la precisione, e Roma era sotto un caldo infernale, tanto che la domenica quando la scuola era chiusa e le partite non c'erano con un gruppo di amici e amiche andavamo al mare ad Ostia nei vari stabilimenti gratuiti, e così ogni domenica si partiva con zaino su una spalla e asciugamano o tele che dir si voglia sull'altra destinazione Metropolitana, non prima di una bella chilometrata a piedi per arrivarci dalle nostre case, poi si scendeva a Piramide e si prendeva il trenino in direzione Stella Marina, poi dall'uscita o si faceva tutta la strada a piedi, cosa che preferivamo fare, oppure si prendeva l'autobus fino alla destinazione scelta.
Quando ci muovevamo per il mare eravamo sempre in tanti; dai soliti 8 che eravamo fissi si aggiungevano anche altri amici nel corso della settimana per poi partire alla fine con gruppi che variavano da 15 a 30 persone, immaginate che blocco per la strada in movimento.
Un giorno, lo ricordo perfettamente, arrivammo al mare e decidemmo tutti insieme di avventurarci verso la 'Secca' che in termini poveri sarebbe il percorso che si fa verso il largo a piedi e che ti porta ad arrivare talmente lontano che girandoti gli ombrelloni sembrano ombrellini e la gente linee in movimento.
Arrivati, decidemmo di giocare come al solito con il pallone a fare le rovesciate e le nostre ragazze, io ero fidanzato, davano un giudizio. Così ecco che dopo un'oretta buona il livello dell'acqua si comincia ad alzare, ma ignari di tutto e sprezzanti del pericolo decidiamo di restare a giocare, di colpo però cambia il tempo e forti raffiche di vento scompigliano il mare che comincia ad 'innervosirsi' e si cominciano a vedere i primi 'cavalloni' e i piedi non riescono più a restare fermi in terra. Da lontano i bagnini cominciano a fischiare e la bandierina rossa albeggia quindi sarebbe giusto uscire dall'acqua... ma come fare? Comincio così comincio a nuotare ma più spingo per tornare verso riva e più il mare mi spinge verso il largo, intanto i miei amici pian piano riescono a guadagnare la riva e scherzando almeno cosi pensavano che stessi facendo mi chiamano "Dai 5 Maggio che pranziamo!", io nel frattempo comincio ad annaspare e le forze nelle gambe sembrano di colpo sparire, le braccia altrettanto, cosicché in quell'istante, non sapendo davvero cosa fare, penso, dopo essermi fatto il segno della croce, "Signore ho bisogno del tuo aiuto" e dopo poco istanti ho un black out. Riprendo i sensi, non so davvero quanto sia passato ma almeno io credevo di essere rimasto vigile, che una mano agguanta i miei capelli e tramortito come un pugile all'angolo sento una voce "Oh!!! Mi senti?" apro gli occhi e c'era il bagnino che mi era venuto a soccorrere...
"Cosa è successo? Non ricordo nulla..." e così mi risponde "Ma perchè vi avventurate al largo? Dovete stare a riva...dovete stare a riva...sai che bastavano altri due minuti e stavi sotto l'arberi pizzuti!", eh sì, gli alberi pizzuti sarebbero quelli del cimitero, quindi i Cipressi era in teso in quel momento.
Così una volta riportato a riva mi buttai in terra stremato disteso sul bagnasciuga e la mia ragazza che era in lacrime mi abbracciò e mi strinse al petto "Oddio pensavo non tornassi più!", io nel frattempo non riuscivo nemmeno a respirare dall'acqua che avevo bevuto, la accarezzai e baciai. Dopo cinque minuti e controllo medico tornai sotto l'ombrellone rincuorato da tutti gli amici e bombardato di domande "Tutto apposto?" "Oh ma che ci volevi lasciare?".
Rincasato non raccontai mai quella disavventura a casa, alla fine gli avrebbe preso un colpo e soprattutto rischiavo davvero di non vedere più il mare per parecchio tempo, soltanto una decina di anni fa raccontai tale disavventura e devo essere sincero anche a distanza di anni mi ha riportato a quei terribili momenti che ancora oggi mi fanno venire i brividi alla pelle, anche perchè devo davvero ringraziare Dio se posso raccontarla, questo ha portato la mia famiglia allargata anche da mia moglie e i miei due figli ad una esclamazione di mia madre "Perchè non me l'hai detto prima?", bhè basti pensare che il solo ricordarlo mi riportava indietro a quella giornataccia, quindi diciamo che l'avevo sotterrato nella mia mente nella speranza di cancellarlo.

Oggi ogni qual volta che vado al mare, di rado devo essere sincero preferisco posti più freschi come la montagna, e arrivando sul bagnasciuga guardo quel punto, visto che vado sempre e solo in quello stabilimento gratuito anche perchè i bambini possono fare quel che vogliono senza lamentele quando si va in stabilimenti a pagamento, guardo proprio quel punto e ripenso davvero a quanto sono stato fortunato e a quanto quel brutto giorno mi abbia segnato dentro visto che quando vedo il mare mosso i vecchi ricordi tornano sempre a farmi compagnia, tanto che ho preferito negli anni andare in barca o pedalò a largo preferendo restare, anche per i miei figli, non oltre dove si tocca in piedi.

P.S. A volte ci si può divertire senza andare per forza al largo, quindi con cuore aperto dico ai giovani come al me del tempo; restate sempre nelle vicinanze della spiaggia e non avventuratevi nel pericolo di una disavventura come la mia.