Avrò avuto un cinque-sei anni, e mio padre una domenica come tante decise di portarmi alle giostre, e così chiamai il mio amico del palazzo che era come mio fratello, e saliti sulla sua Renault 4 ci dirigemmo all'Eur, il parco divertimenti più grande di Roma e dintorni negli anni '80.
E così arrivati ci trovammo davanti al cancello d'entrata, e già non vedevo l'ora di entrare, anche se dopo pochi passi ricordo che mi trovai davanti ad una tenebra e buia casa, sopra c'erano un gufo reale, un ragno al suo fianco, ma mio padre mi stoppò subito "Tu lì non ci puoi andare, ci sono i fantasmi!", ecco, da ragazzino avevo il terrore dei fantasmi, avevo fifa perchè un giorno un mio zio per fare uno scherzo a tutti i parenti si presento con un lenzuolo bianco e di colpo da dietro una siepe esplose in un "Houuuuu....Houuuuuu...", che mi fece subito mettere sull'attenti e poi scorgendosi troppo si affaccio, ecco, quel momento non me lo dimenticai fin quando non fui poco meno che adolescente, la notte ero sempre vigile nel letto per la paura di trovarmi un fantasma che entrava dalla porta, si trovava dietro il letto o addirittura sotto, per non dimenticare i rumori di assestamento dell'armadio che ogni tanto mi portava a nascondermi interamente sotto il lenzuolo con un occhio nel vedere se si aprivano le ante.
Così il primo gioco fu quelle delle palline da lanciare dentro le ampolle che avrebbe portato il vincitore a vincere un pesciolino rosso, sembrava facile a vedere, ma poi era tutto meno che facile a fare centro, alla fine vinsi un pesciolino rosso, chiuso dentro quella busta di plastica che mi portò a dire "Papà, ma non respire senza aria..." e mio padre con un sorriso mi rispose "I pesci respirano anche in acqua, stai tranquillo che lo porteremo sano e salvo a casa".
Mentre camminavamo ci fermammo a prendere lo zucchero filato... Che magia vedere quel bastoncino che giro dopo giro continuava a crescere in volume, anche se poi a dire la verità a me non piaceva di gusto, sembrava polistirolo a forma di nuvola, infatti dopo due morsi lo lasciai a mio padre, anche lui non amante alla fine se lo mangiò controvoglia. Così andammo sulle macchine a scontro, quelle mini per noi bambini, e lì ricordo che salii sulla stessa macchinetta di una bambina, ma non feci in tempo a scendere che lei accelerò, quindi se il mio amico girava da solo ed io con Rachele, così si chiamava.
Ci divertimmo un sacco, io dicevo di colpire una macchinetta e lei la puntava e faceva saltare chi vi era entro. Anche là il giro finì, e dopo aver detto "Ciao bambina!" a Rachele, c'incamminammo verso un altro gioco, ma proprio in quel momento fui rapito da una palla di vetro illuminata e dietro un signore con i capelli bianchi, un cilindro nero e le unghie lunghe alle mani "Papà, voglio andare a vedere quel signore. Andiamo?", così mio padre decise di accompagnarmi là, e questo signore intanto disse "Ciao bambini... avvicinatevi, non abbiate paura, io sono il Mago Puzzanghiera, e adesso vi farò vedere una magia...", al quanto mi volto verso mio padre e dico "Ma che nome è Puzzanghiera? Non l'ho mai sentito!". Il mago iniziò a dire delle parole impronunciabili "Acabì, acabà, la magia eccola quà!" e la palla cambiò colore "Figo!" esclamammo insieme io e il mio amico "Ascalibrù, ascalibrà, la palla da Puzzanghiera vola là!" e di colpo la palla di vetro scomparì e riapparve proprio dove aveva indicato con il suo dito indice "Puzza di qua, puzza di là, la palla torna da là a qua!", e la palla in un volo pindarico tornò al suo posto, davanti al mago. L'appauso di noi bambini, fu rotto da pianto di una bambina, era Rachele, che si era spaventata, così avvicinandomi gli dissi: "Hai paura del Mago Puzzanghiera?" e lei rispose: "Ma che razza di nome è?" ed io spalancando le braccia risposi: "Bhò, però è simpatico". Iniziammo a ridere e ridemmo così forte che il mago ci chiamò vicino a lui "E voi che avete tanto da ridere?", si alzò e i suoi pantaloni di color marrone scuro erano strambi, larghi sopra stretti sotto, sembravano ad imbuto, anzi lo erano "Ora faccio una magia e vi faccio sparire. Così non ridete più....Az....Uz...Ma come era quella formula...accipicchia...Ah! Wauraun, Wauraan...questi bambini spariran! Ahhhhhh!". In pochi secondi mi trovai nel buio più totale, sentivo la voce di Rachele, ma non la vedevo: "Rachele dove sei?" e lei rispose: "Vicina a te ma non ti vedo. Mi dai la manina?", io allungai la mano, ma non riuscii a trovare la sua, e lei di conseguenza non trovò la mia. Intanto da fuori si senti "Wau...Ma dove sono questi bambini?", e poi la voce del mago silenziò tutti "Wauraun, Wauraan, adesso i bambini qui torneran! Ahhhh!", di colpo riaprii gli occhi e mi ritrovai nel bel mezzo di tante persone e dietro sentii la voce di mio padre "Sono qui!", e uno scroscio di applausi rivolto verso il mago si fece sempre più forte, io presi per mano Rachele e tornai da mio padre: "Papà, questa è Rachele... la mia nuova fidanzata", mio padre si fece una bella risata e mi rispose "Ah sì! Allora mi presento io sono il papà di 5 Maggio 2002...". Poi arrivò la mamma che disse "Dai Rachele che dobbiamo andare a casa!", e così dopo avermi salutato con un bacio sulla guancia e la manina che si alzava mentre la mamma la trascinava via, il mago pronunciò le sue ultime parole "Zibidibù, Zibidibà, ora il mago Puzzanghiera se ne và... Ahhhhhh!" e di colpo si spense la palla di vetro, e quando le luci intorno si accesero del Mago Puzzanghiera non c'era più traccia. Così io e il mio amico facemmo il giro introno della tenda, ma del mago nessuna traccia, e era polverizzato nel giro di due secondi.
Erano quasi le 20, così mio padre disse "Ragazzi è ora di tornare a casa, che altrimenti anche la mamma e il papà del tuo amico si preoccupano, quindi tutti in direzione macchina".
Uscimmo dalla zona giostre, e di colpo vidi un signore che somigliava al mago Puzzanghiera: "Papà ecco il mago!", "Dovè!", "Eccolo l'ha!", ma alla mia voce, fece una corsa che e svanì dietro un grosso muro. Sarà stato lui oppure era soltanto un somigliante? Quel che restò per molti giorni a seguire fu come riuscì a fare tante di quelle magie che non feci altro che rimbambire i miei nonni e la mia mamma, di quel che avevo visto.
Tornammo varie altre volte al parco giochi dell'Euro, ma del mago non vi fu più traccia.