Correva l'anno 1998 e così ero intento a partire per le vacanze, sarei andato a Riccione in un campeggio, a due passi dal mare Adriatico. Ricordo che mi ero da poco lasciato con la mia fidanzata del tempo, e quindi non ero al settimo cielo, anzi passai un Giugno-Luglio proprio a bassissimi livelli emotivi, anche perchè per ogni ricordo che gli amici tiravano fuori da li a due anni, mi portavano a pensare a lei e di conseguenza a piangere.
Fu così che grazie a mio cugino Enzo e un gruppo di suoi amici, decisi di aggregarmi a loro per le vacanze, promettendomi che là avrei trovato qualche ragazza che sola come me avrebbe fatto al caso mio, e non si sbagliava...
Così il mattino dell'8 Agosto 1998 alle 10 del mattino, dopo una serata passata in discoteca e rintanati tutti dentro casa di una amica, ci alzammo rincoglioniti più che mai, ma anche pronti ad intraprendere quelle due ore di viaggio che ci distanziavano dal campeggio. Così dopo un caffè, e una doccia volante, tutti in macchina, con lo stereo a cannone (alto), l'unica cosa che mio cugino amava ascoltare cantanti degli anni 60-70, e con la fidanzata, che poi divenne moglie, in macchina sparò subito un Tu mi rubi l'anima dei Collage, per poi proseguire con Lucio Battisti con E penso a te...E io? Ero girato verso il finestrino a guardare cosa accadeva fuori, anche perchè altrimenti altro che reggere il moccolotto (candela) tra i due innamorati. Al mio fianco c'era Silvia, cugina di Federica, la fidanzata di mio cugino, biondina occhi azzurri, ma fidanzata fino al midollo, che era intenta a leggere il suo diario, tanto che gli dissi "Cosa sono? Le tue memorie?", e lei mi gelò "No, sono le lettere che mi scrivo con il mio gattino"...Vabbè, lì capii che era cotta del suo ragazzo, quindi restai per la maggior parte del tempo a guardare fuori il finestrino.
Poi ecco che mio cugino da davanti interrompe lo stereo e dice "Dai 5 Maggio 2002, che aspetti?" e con gli occhi mi faceva il segno di provarci con quella ragazza, facendo gioco tra freno e acceleratore. Ma io gli facevo notare che aveva una fedina, quindi era fidanzata, e lui mi faceva capire che era un fidanzato così, uno che non la calcolava per niente. Restai al mio posto almeno fino all'arrivo al campeggio. Mio cugino era più grande di me, quindi si riuniva con il suo gruppo, mentre io e Silvia eravamo coetanei, così in una mattinata che era incollata a quel diario gli dissi "Ti va di fare due passi?", lei però sembrava restia "Chi noi da soli?", e così facendo finta di controllarmi intorno dissi "Non c'è nessuno a parte noi! Quindi si...", poi mi sorprese "Ma che intenzioni hai?" ed io "Quale intenzione se ti chiedo di fare due passi, visto che ci stiamo rompendo le scatole qui da soli e se ne sono andati tutti?".
Così dopo alcuni minuti di silenzio e gli occhi fissi su quel diario, mi disse "Vabbè, mi sono stancata di leggere, andiamo a fare due passi, magari rincontriamo Enzo e Federica". Così ci alzammo da terra, ognuno aveva una sua tenda, e cominciammo a camminare. Lei era davvero sulle sue, sembrava aver paura a farmi vedere con lei, aveva un chiodo fisso in testa che in quel campeggio poteva esserci qualche amico/amica del suo tipo e quindi preferiva restare distaccata o indietro al cammino. Ma di colpo stanco di 200 sguardi che faceva a destra e manca gli dissi "Però se dobbiamo camminare uno dall'altra distante 5 metri, a questo punto torniamo indietro e ci rimettiamo a sedere. Io mica posso farmi la passeggiata in religioso silenzio, mica sto in pellegrinaggio! Anzi almeno quelli camminano e pregano...". Così si fece avanti e si affiancò, e così cominciai a conoscerla meglio, anche perchè non l'avevo mai vista prima, ma il suo unico argomento era il suo tipo, e dentro di me pensai "Maledetto il momento che gli ho detto di fare una passeggiata...Non era meglio che camminavo da solo?". Mentre camminavamo fui colpito da un padre anziano e un giovanissimo figlio, diciamo che il papà aveva 70 anni e il bambino neanche 10, che maneggiavano un mazzo di carte, ma il papà faceva qualcosa che il ragazzino non riusciva a spiegarsi come facesse, e così incuriosito e con la palla al piede dietro che controllaa a destra e manca se c'era qualcuno che la conoscesse, mi avvicinai. Il signore alzò lo sguardo e fece un sorriso a noi, e capii che portava la dentiera, infatti si muoveva per poco per ridere troppo non faceva la fine di Paul Anka in un concerto (mentre cantava la dentiera schizzò via dalla sua bocca e cadde n platea), e ci disse "Volete vedere un gioco di prestigio?", e noi acconsentimmo. Così prese le carte Piacentine e divise dal mazzo tutti gli 8, i 9, i 10 e gli 1. Poi mischiò li mescolò e mi disse di alzare quante carte volevo ma soltanto in una volta sola quante volte avrei voluto, così feci due alzate, e mi disse"Adesso che sono mischiate, le metterò una alla volta a giro coperte in mucchietti da quattro in quattro posizioni, e vedrai la magia...". Così posizionò i quattro mazzetti coperti, e disse "Il fante, quindi l'8, va dalla cavallerizza, quindi il fante il 9, e fanno l'amore, però il 10, quindi il Re, che comanda tutti, entra nella stanza e si unisce alla coppia così la cavallerizza si accoppia con entrambe. Poi una volta che tutto è finito tornano nelle loro stanze, che sono gli Assi, l'1. E così ecco che pian piano tornano tutti insieme...", e mentre continua a parlare comincia a posizionare le carte a giro coperte e una volta finito ecco la magia, gira le carte e ogni simbolo è incredibilmente tornato tutto insieme "Visto? Gli assi sono tutti insieme, gli otto sono tutti insieme, i nome uguale, e i 10 lo stesso". Ed io "Ma come hai fatto?", e il mago rispose "Puoi farlo anche tu. Prova!". Così mi misi seduto, e davanti a me si sedette Silvia, che non ci avevo fatto troppo caso, ma aveva degli occhi azzurro cielo, e così provai, e non ci credetti nemmeno quando vide che le carte tornavano sempre insieme, e così feci mio quel segreto, che poi di segreto non c'era davvero nulla, era un gioco matematico, ma ancora non riuscivo a capacitarmi come se alzavo una carta o tre alla fine non cambiava nulla.
Così salutai il mago e suo figlio, che avevo soprannominato 'Pela Gallina' che era un gioco che stava facendo poco prima a Silva. Così mentre stavamo camminando, ci trovammo davanti un ragazzo, e Silvia disse "No, devo nascondermi!", ed io "Perchè chi c'è? Mica il tuo ragazzo!", e sì era proprio il suo fidanzato, che però se la stava spassando con un'altra ragazza, e in quel momento ci fu un gelo che spezzai con una battuta "Signora delle memorie, tu leggi le lettere, questo se fa le letterine". Non vi dico che discussione venne fuori tra i due, tanto che lei offesa cominciò a correre verso la tenda, ed io restai fermo là a guardare... la ragazza di questo qua, che nel frattempo si era messa vicino a me e continuava a chiedermi di dove ero... era una fedele a quanto pare...
Passarono un paio di ore, e nel frattempo mio cugino, Federica e tutta la truppa era tornata alla tenda, e Silvia era travolta dalle lacrime, allora tutti mi guardarono con occhio arrabbiato "Che succede? Io non gli ho fatto nulla, e che ha incontrato il ragazzo con un altra, e sembra che quello era talmente felice di vederla che per poco non se la fà sotto...". Lei allora disse "Adesso mi vendico...Vieni con me" puntandomi il dito, e poi tirandomi per un braccio. Così facemmo lo stesso tragitto e arrivammo davanti alla rivendita di cibo o che si voglia dire mini-Market del campeggio, dove trovammo proprio il suo ex, che ci guardava, così lei mi prese per mano e a due passi dalla coppia, si voltò e mi baciò, io mi staccai subito "Ma che sei matta?" gli dissi con tono forte, e lei "Perchè non ti piaccio?", ed io "Ma che c'entra, spero che non lo stai facendo di ripicca... Perchè queste cose non mi piacciono..." facendogli con il dito indice il no davanti al viso. Così tornammo indietro e ci riunimmo al gruppo.
Poco dopo si presento il suo ex "Ehi tu! Hai baciato la mia ragazza, e ora te la farò pagare...", beh ero seduto, mi alzai con tanta tranquillità e con una grassa risata gli dissi "Mio caro amico, hai anche perso il tempo per venire fino a qui. E allora dimmi cosa vuoi?", io ero già grosso di mio, nel mio metro e ottantacinque e strutturato dagli allenamenti che facevo a calcio, quindi nel momento in cui tentò di avvicinarsi e mettersi testa a testa con la mano sinistra gli stampai una cinquina (pizza) in faccia che lo spedii dentro la piscina di colpo, che era a meno di due metri dalle tende, uscii dall'acqua e disse "Tanto non finisce qui", ed io risposi "Quando ne vuoi prendere un altra io sono qui". La sera la passammo nella pizzeria interna al campeggio e la notte ognuno nella propria tenda, o almeno era quello che pensavo... In piena notte sentii aprire la zip della tenda, e sentii "5 Maggio 2002, sei sveglio?" ed io "No, sono in discoteca a ballare...", ma non capivo chi fosse, sarà che ero impastato di sonno "Silvia ma sei tu?", "Si non riesco a dormire, posso stare qui?", "Ok, ma non parlare altrimenti svegli tua cugina, poi chi se la sente?". Entrò in tenda e distese "E' un pò piccolina? E' per una persona sola...Se vuoi me ne vado", ed io "Ma no, stai tranquilla, dove si sta bene in uno si sta bene anche in due. Allora cosa c'è che non riesci a dormire, stai pendando ancora a quel ragazzo?", "No, ma chi lo pensa più...", "E allora a cosa?", lei mi spiazzò così "Stavo pensando al bacio che mi hai dato oggi...", "Che mi hai dato tu..." risposi precisando, "Eh vabbè, stai pensando al capello...Però non riesco a dimenticare quell'istante", "Silvia, ricordati che lo hai fatto per ripicca al tuo ex, e non certo perchè volevi farlo...Adesso però dormi, che domani vedrai che starai meglio e tutto quel che è successo con il tuo ex sarà soltanto un vecchio ricordo", "Però non ti voltare, resta con il viso verso il mio, così se mi sveglio e ti vedo sto più tranquilla", "Ok, ma adesso dormi...", "Ok". Poco dopo, non so quantificare il tempo perchè dormivo, mi sento forte il suo respiro, apro gli occhi e mi stava baciando, stavolta però non mi staccai, anzi una volta sveglio successe anche più di quel bacio, concludemmo in capanna di tutto e di più. Al mattino però sentivo Federica che diceva "Ma Silvia dove sta? 5 Maggio 2002..." aprii gli occhi e dissi "Aspetta Federica non è come credi...", "Cosa?" rispose Federica e...ZAAP..."Non mi dite che...", "No Fede, no, non è successo nulla, aveva paura...", non sapevo davvero cosa inventarmi e dissi "Dei lupi, infatti stanotte ho sentito ululare proprio qui fuori", "5 Maggio 2002 i lupi a Riccone?", "Anzi no, forse era una Alce con dei grossi corni", "5 Maggio 2002, i cervi non vanno dove ci sono le persone, e vorrei ricordarti che siamo sempre al mare e non in foresta...", non sapevo davvero come restare sullo specchio senza cadere dalle castronerie che mi stavo inventando, ma alla fine Silvia si svegliò, e senza accorgersi che c'era Federica, mi disse a bassa voce "Buongiorno..." e mi baciò avvinghiandosi con le braccia al mio collo..."Silvia!" esplose Federica "Ma che fai?", lei si voltò e con un tono pacato disse "Quello che fanno due che si sono lasciati da poco...si consolano". Federica allora andò da mio cugino Enzo che gli rispose "E falli chiattellare, lasciali in pace" (Chiattellare a Roma significa fare sesso). Uscii dalla tenda e mio cugino fece il segno se avevo fatto sesso con Silvia, e mi disse "Che t'avevo detto che te sarebbe passato tutto per la tua ex? E' successo? So contento".
Quella mattina venimmo richiamati dal megafono del Mini-Market che stava organizzando un torneo di calcetto, e così dopo aver fatto due conti riuscimmo a costruire una squadra e ci iscrivemmo, la nostra squadra si sarebbe chiamata I Chiattellatori Amanti Della Gnagna, deciso da mio cugino, che non ebbe nemmeno un po' di vergogna a spiattellarlo (dirlo) ad alta voce.
Il Mini-Market venne preso d'assalto, perchè aveva anche delle maglie di vari colori, e noi prendemmo quella rossa, sulla quale scrivemmo i nostri nomi... seee magari... Mio cugino Enzo, svalvolato che era in modo buono, scrisse per ognuno di noi un soprannome; Lui si era messo Rugantino, poi c'era Cecio (Cece), Zompafosso (Pantalone quasi a pinocchietto), Bambolotto (Mani piccole), e a me...Trapanaccio (per quello che era successo con Silvia quella notte). Si iscrissero al torneo ben 10 squadre. Io ero stato posizionato a fare il difensore, quindi impostavo e difendevo, in porta Cecio, 120 kg per 165 cm di altezza, la porta con lui dentro sembrava più piccola di una scatoletta di Tik Tak, poi c'era Bambolotto e Zompafosso a metà campo e Rugantino in attacco, mio cugino era scarso, ma scarso che già sapevamo che non avrebbe fatto un gol, ma forse con qualche battuta avrebbe sconcentrato gli avversari. Erano tute gare a eliminazione diretta, quindi in due giorni si sarebbero giocate tutte le quattro gare.
La prima gara la giocammo il giorno seguente; Chiattellatori Amanti Della Gnagna vs Vercingetorige. Dagli spalti sia Federica che Silvia sembravano scatenate, Silvia poi ancora più animata, con la maglia bianca con scritto "5 Maggio 2002 Forever".
La squadra avversaria era per lo più di signori sopra la cinquantina, non avemmo problemi a disfarci di loro, anche perchè sì che mio cugino era scarso, ma gli altri avevano tutti giocato a calcio da adolescenti, e la nostra porta restò inviolata, mentre vincemmo 2-0, con una rete che feci dalla metà campo di potenza, l'altra rete la mise a segno Bambolotto dopo un liscio del portiere con i piedi. L'altra gara si giocò tra Forneria Pinellacci vs Hijos De Puta, nella seconda squadra giocava proprio l'ex di Silvia, e vinsero con un rocambolesco 10-9, e fu addirittura autore di una cinquina.
E così il 12 di Agosto alle 21 si giocò la finale, l'ex di Silvia giocava davanti, quindi sarebbe stato un mio avversario diretto, mentre mio cugino preso dai crampi tutto il giorno aveva deciso di stringere i denti pur di essere in campo; Chiattellatori Amanti Della Gnagna vs Hijos De Puta. La squadra avversaria aveva un completo nero, addirittura portato da uno dei componenti che aveva una squadra di calcio, con numeri e nomi stampati, contro noi con le scritte in pennarello nero... Ma in campo le maglie contavano poco, lì servivano velocità e muscoli... e proprio i miei si fecero sentire subito sulle gambe dell'ex di Silvia...
La palla navigava sulla fascia sinistra, per poi raggiungere il mio avversario che avrebbe voluto superarmi passando la palla da una parte e riprendendola dall'altra, la palla passò, ma non lui, al quale trocai lo stinco destro, e poi facendo finto di essermi fatto male, l'arbitro sincerandosi delle nostre condizioni, lo riprese dicendogli "Alla prossima ti ammonisco". Mi lanciò uno sguardo di sfida, mentre Silvia da fuori gridò verso l'ex "Sei un buono a nulla, e quella ragazza mi ha detto che sei un cileccone", (Cileccone: Uno che fa cilecca a letto) io mi voltai e con un gesto delle braccia feci capire che avrebbe dovuto mantenere i toni meno accesi, e meno volgari. La partita però doveva andare avanti, e feci un tunnel all'avversario e lanciai Enzo davanti la porta, e con la porta vuota mancò la palla del vantaggio, non vi dico i buuuu che ricevette, oltre alle risate avversarie, però sapeva difendersi "Ridete, poi quando segno vengo là sotto", sembrava un remake di Carletto Mazzone ai tempi di Brescia-Atalanta di molti anni fa con la folle corsa sotto la curva atalantina al 3-3 finale.
La gara però non riusciva a sbloccarsi, mio cugino si mangiava gol a gogò, e dall'altra parte l'ex di Silvia ad ogni affondo prendeva a giro da me; o un calcio, o una ginocchiata, o una gomitata alla schiena, mentre continuava a protestare io gli facevo le così dette faccette per farlo rosicare, come si dice 'Avversario nervoso, non rende'.
La gara andava verso la fine, e i rigori sarebbero stati decisivi per la vittoria finale, ma successe qualcosa che fino a quel momento sembrava impossibile. L'ex di Silvia mi supera in velocità, e mentre e pronto a calciare in porta fuori dall'area da dietro arrivo con il piede sinistro caricato a molla, e contrasto il suo piede che era pronto a sparare una cannonato, l'impatto è violento, e mentre io dopo il contatto riesco a toccare il pallone con la punta del piede, l'altro cade in terra rotolando senza fine, l'arbitro fa cenno di continuare, ma la botta l'avevo sentita, faceva un male alle dita, perchè io calciai di forza sul piede sinistro con il mio sinistro, che ai tempi era come ricevere un calcio da Roberto Carlos dei tempi che tirava in porta, quindi appena la palla uscì fuori, mi accasciai a terra, tolsi le scarpe e i calzini e sul lato del piede trovai un livido che prendeva tutta la parte anteriore ditone compreso, di un violaceo-rosso, pensai di essermi rotto la pianta del piede, ma dopo essermi accertato di non aver nulla, rimisi il calzino la scarpa e mi rialzai, e ripresi non prima di fare delle smorfie di dolore: era tanto e molto forte.
L'avversario, ex di Silvia, non riusciva a stare in piedi, anzi poggiava a malapena il piede in terra, e disse verso l'arbitro "Non era fallo? Mi ha calciato il piede, me l'ha rotto!", poi si voltò verso di me e disse "Te la farò pagare", ed erano due volte che me lo diceva, e allora gli risposi "Dai, te la pago... stasera te mando una Birra...", questo portò tutti a ridere di gusto, addirittura una 'tifosa' vomitò la sua bevanda dalle risa. Ma l'ex di Silvia era duro a morire, e poco dopo rientrò in campo, stavolta si avvicinò e a brutto muso e disse "Vinciamo noi!", io gli risposi "Se sei convinto te. Se perdi paghi da bere a tutto il campeggio", e fece il segno con la testa "Se perdi paghi tu però", ed io feci altrettanto il segno con la testa.
Da un 5 contro 5 era divenuto un uno contro uno, senza esclusione di colpi, nella speranza che l'arbitro non vedesse i miei colpi, in quel momento mi ero trasformato in Paulo Montero, sì proprio lui. Il tempo scorreva e dovevamo segnare, mancavano due minuti alla fine, poi solo i rigori potevano decretare i campioni. Così gli avversari ripartirono, e l'ex di Silvia aveva il 'sangue' negli occhi, prese palla e salto sia Zompafosso che Bambolotto, mentre io lo aspettavo appena fuori dall'area della mia squadra, così mi fece una doppia finta, mentre io indicai a Cecio che sarebbe dovuto uscire a valanga sull'attaccante, così mentre si avvicinava all'area gridai "Daje Cecio!", lui uscì e si avvicinò a 'grandi' falcate a me, e l'avversario per evitare di essere pesantemente colpito da 120 kg in movimento si spostò sulla fascia, mi frapposi con l'avambraccio destro, e aggiungendo molta forza fermai la sua corsa, ma l'arbitro non si accorse di nulla, perchè la sua visuale era coperta da Cecio che nel frattempo passava davanti a noi. Ecco che arrabbiato urla verso l'arbitro "Questo è fallo... Ma vaffa...", l'arbitro tira fuori il cartellino rosso e glielo sventola in faccia. Così avevamo l'ultima occasione; Cecio prese la palla e me la passò, feci alcuni passi e calciai prima della metà campo, calciai così forte che la palla che sembra indirizzata nelle mani del portiere vide mio cugino Enzo tentare di abbassarsi per non essere colpito, ma la palla lo colpì sulla così detta gobba (quando si tenta di non essere colpiti dal pallone) e deviata s'infilò in rete. Enzo si voltò prima verso la porta, e quando aveva capito che la palla era entrata fece una corsa verso i tifosi "E adesso? Non fate più i buuu? Non rideter più? Daje!".

Vincemmo quella partita e alzammo al cielo quella Coppa, come se avessimo vinto un Mondiale.
Restammo per altri 4 giorni, con Silvia continuava ad andare bene, ma nella mia testa avevo la mia ex, la quale aveva contattato la mia famiglia per avere mie notizie, visto che il cellulare ancora non ce l'avevamo nessuno dei due, quindi decisi di troncare con Silvia, anche se poi alla mia fidanzata del tempo, con la quale tornai insieme per altri due anni, non raccontai mai quelle giornate al campeggio, anzi, gli dissi che mi ero annoiato perchè erano tutte persone adulte e con poco divertimento.
E la Coppa che fine ha fatto? Ce l'ho ancora a casa dei miei, e intorno tutte le foto di quella magica serata che ci decretò Campioni.