Sono romano, ma non di vecchissima generazione come quelli di sette o addirittura più. Sono ben più di trent'anni che ci sono nato e ci vivo e quindi abituato alle zone dove si va e dove spesso si sente la nomina di 'zonacce'. Bisogna dire qualsiasi romano gira in lungo e largo la città e che nessun romano, e dico nessuno, conosce, realmente, tutta Roma, tanto è grande. Così in estate, ogni anno, c'è sempre un via vai di gente, come quei turisti stranieri che vengono in Italia per il nostro cibo, ma che non sanno mangiarlo come si deve. Basti pensare che un giorno, ospite nel bar di una mia amica, vidi un americano chiedere un cappuccino e una insalata, per poi unirli in un unico pasto. Roba da sentirsi male al solo pensiero. Ma se gli stranieri vengono spesso a vedere il Colosseo, San Pietro, Circo Massimo, Castel Sant'Angelo e gli innumerosi musei facendo file interminabili sotto il sole pur di entrare, ci sono molti italiani che vengono dal Sud o dal Nord che vengono a Roma, oltre che per mangiare i nostri piatti tipici - tra tutti la Cacio e Pepe e la Carbonara (aggiungo che non ci va la panna nella carbonara), ma anche i Carciofi alla Giudia e l'Abbacchio a scotta dito, la Porchetta di Ariccia - anche per vedere le nostre bellezze.

Gli stranieri, come dicevo, non sono di tante parole, tentano un italiano maccheronico, come l'inglese degli italiani che vanno all'estero. Generalmente si spingono soltanto a dire parole elementari come 'Pasta', 'pizza', mentre poi aggiungono 'mandolino' più consono alla città di Napoli che a Roma, dove penso non se ne veda uno da almeno 100 anni. Quando vengono a Roma gli italiani delle altre Regioni dicono spesso le stesse e inutili parole "Roma è bella ma non ci vivrei", "Roma è troppo caotica, come fate a viverci", poi si passa forse oltre "Siete troppo strilloni e poco italiani" fino a sentire addirittura "A me Roma non piace", al quale risponderei "Ma allora che ci venite a fare?". Io sono sincero, ho visto tante città e posso confermare che sono tutte belle, tutte hanno dei disagi, tutte hanno le cosìddette 'zonacce'. Ma c'è un detto a Roma che poi si è nel tempo esteso in tutta Italia: "se te fai li cacchi tua campi 100 anni" (tradotto "Se ti fai gli affari tuoi campi 100 anni"). Nessuna zona è così pericolosa e a Roma ci sono tante zone che hanno messo sotto controllo così come in altre città. Ma se vai senza dar fastidio a nessuno si può stare tranquilli che diventano zone come tutte le altre. La cosa più comica è proprio quando persone che non conoscono Roma, tirano fuori i nomi delle zone, perchè le hanno sentite nominare in malo modo in tv, perchè hanno fatto parte di film e telefilm, perchè hanno fatto la storia, anche se non proprio in positivo. Vengono nominate da tutti, ma sono semplici zone come tutte le altre, Roma come le altre città ha i suoi pregi e i suoi difetti, come l'immondizia per dirne uno.

Come ho detto ho visitato tantissime città tra Nord e Sud, come fa la maggior parte delle persone, si va spesso nelle zone centrali e non certo in periferia, a meno che non si abbia un parente che abbia una casa o una ragazza che vi abita, per il resto si sceglie la zona centrale o il lungo mare in estate perchè è più comodo negli spostamenti. Certo, Roma per girarla tutta non basta un mese, mentre alcune città in meno di un giorno hai visto tutto quel che hanno da mostrarti, e se devo essere sincero sfugge sempre qualcosa nel tornare a visitarla. Roma è una città che, ripeto, noi stessi romani non conosciamo nella sua interezza. Nessun romano, nemmeno i tassisti che girano dalla mattina alla sera, la conoscono per intero, nessun postino o autista di mezzi pubblici. Quindi ai non romani dico che, a mio avviso, la mia città è bella per quel che ha da mostrare anche al di fuori del centro, perchè una città è bella in tutta la sua interezza e non soltanto dove ci sono le opere d'arte, perchè l'arte e la caratterizzazione di un posto parte dalla prima all'ultima persona che vi abita, dal romano 'antico' che parla solo il dialetto (che oramai si sta perdendo) passando al borgataro (quindi un parlare romano più italianizzato,e delle volte a tentoni, quindi utilizzando un pò di romano e un pò di italiano molte volte inserendo nel discorso una frase che passa da italiano a dialetto per poi tornare o terminare in italiano o in dialetto). Roma non sarà più Caput Mundi, cosa che si utilizza spesso raccontando della storia degli antichi romani, ma ha devvero una sua magia che come dice una canzone di Lando Fiorini "...chi è romano ce lo sa, quant'è ruffiana sta città, che glie piace tanto a fatte innamorà...". E già questa città è davvero magica per noi romani da cima a fondo fino allo sprofondo.