Hai mai pensato al passato? Tante volte.
E se devi ricordare qualcosa di divertente cosa ti viene in mente? Ibiza e... certe notti tra cosce e zanzare e nebbia ai locali a cui 'davo' del tu.
Così una domenica pomeriggio mentre ero a casa con la mia famiglia mia moglie mi dice "Cosa facciamo? Ti va di ricordare qualcosa che hai fatto quando eri più giovane?", e così accettai di raccontare una vacanza di 20 anni prima, quando poco meno che ventenne ero partito per la prima volta fuori dall'Italia in direzione Ibiza, per il quale i miei amici d'infanzia mi avevano fatto una testa tanta ripetendomi ogni anno "Andiamo ad Ibiza?" e io dicevo spesso di sì, ma poi o mi fidanzavo appena iniziava l'estate, oppure preferivo le 'vacanze intelligenti' quelle in famiglia.

E così sdraiato sul divano e giocando con i piedi a dire "Puzzano?" a mia moglie distesa dall'altro lato, iniziai a raccontare.
Era l'estate del 2002, la Juventus aveva strappato lo scudetto all'Inter in quel 5 Maggio, e così in una giornata di Giugno nel quale non dovevo passare tempo con la fidanzata di turno, perchè non l'avevo, e dopo una fine Liceo che sembrava non terminare mai, dopo gli esami, ecco che arriva il mio migliore amico che mi dice "Senti, questa volta non puoi dire di no. Quest'estate andiamo noi 4 (amici da sempre) in vacanza insieme...", e io "Ok, ma dove a Ostia?", e dopo una risata mi risponde "No dove sta la gnagna (belle ragazze in tono volgare) a Ibiza!", di colpo alzo lo sguardo e dico "A Ibiza? Ma che stai a vaneggià?", ma all'unisono si inserirono anche gli altri due "E daje, mica puoi dire sempre no!". Così con la scusante di essermi diplomato e il regalo dei nonni e dei miei genitori, rifiutai di comprare la macchina e decisi di andarmene in vacanza.
Così arrivò il 1° Agosto e con gli occhi a 'cacarella' (gonfi di sonno) decidemmo di fare qualcosa che forse in pochi hanno fatto in quel tempo, il mio migliore amico aveva una Renault 4 stravecchia già al tempo, la caricammo a bomba e partimmo senza pensarci sù. Così erano le 4 del mattino e partimmo, non parlava nessuno il sonno sembrava avere la meglio su tutti, ma qualcuno che parlava al conducente serviva eccome, e così ogni 100 km ci fermavamo ad un autogrill e dopo una bella sgranchita e un caffè, si ripartiva con il sedile di fianco che cambiava persona, anche perchè vecchia che era la sua macchina non la faceva guidare a nessuno. Passammo poco più di un giorno in auto, tar discese e soste all'autogrill e un pranzo e una cena, diciamo che passarono ben 25 ore, arrivando a Valencia alle 5 del mattino e lasciando l'auto a Gandia, dove avremmo preso il traghetto che ci avrebbe portato finalmente ad Ibiza, ma c'era un problema il primo traghetto partiva alle 8:30 e noi eravamo in anticipo di ben 3 ore e mezza. La schiena era stremata, le gambe non ne volevano sapere di camminare, e il guidatore sembrava oramai aver preso la sagoma della guida, era seduto su un muretto curvo in avanti e gli spasmi della guida che sembravano non averlo ancora lasciato libero. E così dalla magica tasca dello zaino estraggo un termos di caffè mentre un furgoncino abusivo poco distante oltre ai panini aveva anche dei cornetti alla crema. Cosa facemmo? Prendemmo d'assalto tutto, spendendo una cifra esorbitante, ma non ci facemmo a meno di nulla; dal cornetto alla crema, ai panini da così detta 'fame tossica' (anche se non avevamo mai fatto uso di droghe in vita nostra), con il prosciutto Patanegra, con formaggi misti, carciofini, e addirittura con lumache sgusciate, tutto in poco tempo era finito nei nostri stomaci, e solo un rutto generale salutava il nostro appetito.
E così senza dare troppo nell'occhio decidemmo di sdraiarci su dei muretti, mentre uno di noi rimase sveglio, aveva paura che avremmo perso il traghetto. Tra peti vari e ronfate (russare), ci svegliò "Aoh! So le 8:15! Daje che sta pe' partì il traghetto!". Tutti in fretta e furia salimmo sul traghetto che intanto era pronto a partire, unendo le nostre quattro voci in un unico "Ibiza stamo arivà!", e birrone alla mano...a quell'ora potete immaginare... brindammo alla nostra vacanza...
"E così finì la vacanza..."

"Ma che me stai a prendé in giro? Forse non vuoi raccontarmi che è successo dopo? Dai racconta tanto non sono gelosa, sono passati 20 anni, e noi nemmeno stavamo insieme...", ed io "Vabbè ma sono cose da ragazzi, però se voui te la racconto, basta che poi non me dai il tormento su ogni minimo particolare... Giuri?", "Giuro! Ma adesso prosegui il racconto!"

Così una volta sbarcati sull'isola di Ibiza scendemmo e venimmo 'accolti' da una baraonda di gente; tra strafatti di droghe varie, a gente ubriaca all'ennesima potenza, a gente che addirittura dormiva dove capitava. Io mi voltai e dissi "A regà, ma semo sicuri de volè fa sta mattata?", tutti puntarno il dito verso la zona dove avremmo dovuto soggiornare senza fiatare, ma con gli occhi che 'ridevano' dalla voglia di spaccare tutto.
Entrammo al Casa Maca, dove ci trovammo davanti alle prime bellezze estive, due biondone assurde, fisico spettacolare e tanta voglia di... Così utilizzammo il 'ricco' del gruppo, a quel prezzo le stanze erano qualcosa di assurdo, ma diviso in quattro era più che abbordabile. Ricordo che avevamo tutti una dote: il mio migliore amico parlava spagnolo, gli altri due uno aveva una parlantina infinita, uno era colto di tutto e di più, ed io garantivo al gruppo la conoscenza delle ragazze, il solito filone che riusciva con la sua simpatia ad attaccare bottone. E così quando ci presentò il conto ... 590 Euro a notte...facemmo due conti veloci "Allora 590, pranzo compreso, sempre che pranziamo, e cena esclusa". Tanto già si sapeva che la cena sarebbe stato affare del 'ricco' del gruppo, già messo alle strette da tutti. E così dopo essersi inseriti nella stanza, diciamo che per due andava bene ma per quattro casinisti come noi non è che era proprio una reggia, ci buttammo alla rinfusa; due sul letto, due su i divani, e buonanotte...anche se poi era giorno.
Ci svegliammo per il rumore di un aereo che passava poco sopra la nostra stanza, erano le 16:30 del pomeriggio. Mi alzai e andai sul balcone, la vista era davvero spettacolare, dava sulla piscina dove delle donzelle prendevano il sole, addirittura con i seni di fuori, e così con un fischio alla pecoraro misi tutti in piedi "A regà è pieno de fig... Daje preparamose e annamose a mette l'ha, vedemo se riuscimo a trovasse subito una che ce sta", prendere il costume e indossarlo, uno di noi se ne esce cosi "Ma se poi una ce sta, come famo con la camera?". Aveva ragione, se uno se ne trovava una ok, ma se poi eravamo in due o tre a rimorchiare, gli altri due dove sarebbero andati a fare 'conoscenza'?
E così decidemmo che il primo che avrebbe avuto l'opportunità avrebbe avuto la stanza tutta per sé, gli altri si sarebbero attaccati al tram. Scendemmo così in piscina, e come succede spesso le due ragazze sul lettino erano già tutti occhi verso di noi, una abbassò gli occhiali e mi fece l'occhiolino al quale risposi con sorriso. Come al solito quando si hanno 19 anni si fa lo sborone di turno, così tuffo in piscina con volo plastico, e uscita appena dopo con l'acqua che sgocciolava da tutte le parti, tipica pubblicità estiva, poi mi avvicinai alle ragazze e dissi... anzi no, chiamai lo 'Spagnolo' che avrebbe dovuto tradurre quel che gli volevo dire.
E così nemmeno il tempo di dire le prime parole che la ragazza più bella disse: "Él es mi!", così chiesi al mio amico cosa aveva detto, e mi rispose: "Certo che tu hai la solita fortuna. Ma come fai? Ha detto che ti vuole conoscere".
Così mi avvicinai e feci il bacia mano alla ragazza, che non perse tempo afferrandomi la testa e baciandomi, poi mi voltai e dissi "A regà, la stanza è già occupata, se vedemo dopo".
Stavano rosicando? No, sapevano che ero un che prendeva facile, e così la portai a... in camera. Dopo averla conosciuta a 'fondo', tentai a 'tentoni' di capire qualcosa di quel che diceva, anche se poi anche lei per capirmi ci mise una vita... sempre se poi abbiamo capito quel che ci siamo detti. Il cellulare? E chi ce lo aveva ai tempi, quindi dalla piscina si sentì: "A 5 Maggio 2002, che me lasci la stanza libera?", così affacciandomi e facendo una stirata, feci il gesto da tipico romano: petto in fuori, occhiali da sole, mano sinistra sul fianco e sigaretta fumante in bocca, e mimica facciale a far capire "Mamma mia che sc....a!" e poi "Adesso scendo, tanto lei deve andare via...".
Così tornammo in piscina, la sua amica intanto si era addormentata, forse i miei amici non avevano fatto colpo con lei, e così passai ancora una mezzoretta con lei sul suo lettino, anzi lei sul lettino e io seduto accanto, continuando a baciarla ed accarezzarla. Poi al risveglio della sua amica che era stizzita "Ma dove sei stata?", lei rispose "Sono andata a fare una passeggiata. Ma che ti sei arrabbiata?", si alzarono e andarono via.
Allora tornammo in camera "Mamma mia che puzza! A regà, però lasciate aperte le finestre, senti che robba!". Così ci preparammo per la sera, tutti acchittati, anche se poi li bastavano un paio di pantaloncini e una camicetta sopra, infatti... Dopo aver cenato, e buttato giù un paio di bottiglie di vino, ci dirigemmo a questo evento spettacolare.
Come sapevamo già, le strade erano piene di gente, ma tanta, che a scriverlo si non farebbe capire quanta, e pieno zeppo di ragazze, quello era il nostro obiettivo insieme al divertimento. La discoteca che avevamo scelto era il Pacha, che ci aveva consigliato Nino 'er puzzone' o 'cimitero', soprannominato così perchè aveva un alito che avrebbe steso un campo di fiori con una fiatata, e così ci fidammo. Il locale era In, ci partirono 90 Euro a testa, neanche fossimo stati a Saint-Tropez, ma dentro trovammo davvero di tutto; dalla spogliarellista che passava i suoi 'meloni' addosso a tutti, al Vip, infatti c'era addirittura Bobo Vieri e la sua combriccola che comprendeva anche Filippo Inzaghi tra i tanti. Quindi un locale davvero pieno zeppo, e quanta topa ragazzi, quanta... Ci diriggemmo verso il bancone per prendere una consumazione. Tempo stimato 10 secondi, tempo reale 10 minuti, era talmente pieno che non si riusciva a fare un passo dietro l'altro, e spintoni a destra e manca, oltre ai tacchi delle signorine che calpestavano tutto quel che trovavano sotto. Ci stupimmo, forse al tempo non era ancora così in voga, il vedere una ragazza di 'plastica', si era tutta rifatta, ma rifatta male, aveva le labbra come due canotti ma grandi, il seno penso sarà stata una 10° abbondante e poi brillava, era talmente tirata in faccia che non aveva più le movenze del viso... mi rimase impressa, ancora oggi se ci penso.
Riuscimmo ad arrivare al bancone e addirittura convincere il barman a fare i nostri cocktail italiani "Per me un Gin e Cointreau, per loro; Un Negroni, una Caipirinha, Un Wisky e Coca Cola". Dopo esserci scolati la nostra bevanda, fummo attirati da un gruppetto di ragazze in solitaria, così da spartiacque m'inserii nel folto gruppo di persone e mi avvicinai, sempre con l'ausilio dello 'Spagnolo' "Cómo estás?", questa era la sola frase che sapevo dire in spagnolo, poi facemmo conoscenza con loro, io conobbi Veronica; mora, occhi castani, e un fisico mozzafiato... Parlava un 'pochito' di italiano, e così dopo esserci 'sbronzati' a dovere, uscimmo dal locale e ci appartammo a parlare, era davvero molto interessante, non mi sarei mai aspettato che fosse una laureanda in archeologia, pensando che per la maggiore chi fa quegli studi è sempre sulle sue e meno visibile in nottate simili.
Così io gli dissi che ero un appassionato di documentari, che parlavano di cose antiche, e la sintonia si fece ben presto più calda. Tornammo al locale, e i miei tre amici sembravano uno straccio, e con loro anche le tre ragazze che erano con Veronica "Ma che i siete bevuti il mare?", e uno di loro sbiascicando "No, perchè che se vede qualcosa di strano? Stiamo bene", infatti...nemmeno il tempo di finire la frase che cade a piombo in terra e s'addormenta, lo alzo e lo butto sul divanetto, dove continua a dormire.
Gli altri due bene o male stavano meglio, quindi uscimmo dal locale con Veronica e le sue amiche e ci dirigemmo verso il mare. Veronica mi dice "Bagno nudi? Vediamo se hai il coraggio" e cominciò a correre mentre si toglieva la maglia, e le sue amiche fecero lo stesso, mi voltai e gridai "Daje regà, che qui se combina!", cominciai a correre anche io, mentre da dietro ogni due passi qualcuno andava lungo in terra, stavano davvero 'cotti'. Entrammo in acqua, ed io mi avvinghiai a Veronica, mentre gli altri si affiancarono alle altre tre. Lei mi disse tra un bacio e l'altro "Quanto ti fermi?", ed io "Non lo sò, penso che domani saprò dirti di più. Ma ora pensiamo ad altro, vuoi?", e lei disse di si e tornammo ad abbracciarci. Quella notte, anzi mattina, visto che si affacciava il mattino, andai in camera di Veronica, e persi le traccie degli altri tre, come detto il cellulare non l'avevamo, quindi pensai che avrei dovuto far ritorno alla camera per trovarli là. Così fui svegliato da un bacio di Veronica "Sono le 10:30. Ci sono i tuoi amici qui sotto", mi affacciai e lo 'Spagnolo'  mi disse "Daje che dovemo ripartì!", ed io "Come dovemo ripartì... Ma proprio adesso che me stavo ambientà?", e rispose "Questo nun c'ha più na Lira (anche se eravamo già in Euro, noi a Roma continuiamo a dire Lira quando qualcuno non ha più soldi) e su per giù c'avemo solo li sordi per tornà a casa. Sbrighete, essi veloce!". Così dovetti salutare Veronica, lasciandogli il mio numero di casa, e scendere di fretta e furia. Tornammo all'albergo preparai la mia borsa e tornammo al traghetto.
Girandoci salutammo Ibiza, ancora una volta con una bella birra gelata "Ciao Ibiza!".
Riprendemmo la macchina e ripartimmo verso Roma, altre 25 ore di macchina, ma pieni zeppi di risate, di aneddoti e di donne che avremmo poi ricontattato. E già perchè Veronica appena due giorni dopo mi chiamò e passammo pochi minuti, anche perchè le chiamate erano assai salate, ma intensa, ma fu soltanto quel giorno che ci sentimmo, poi tutto terminò in quel "A presto...".

"E Questa Veronica non l'hai mai più sentita?", "Ma stavi seguendo? Ho chiuso proprio che non l'ho più sentita!", "Mh...secondo me hai ancora il numero", "Se... sono passati 20 anni, avrà cambiato 200 numeri e avrà anche famiglia. Ma perchè sei gelosa?", "Chi io?", "Noooo, pensa se era più recente che avresti fatto.
Gelosona...ma lo sai che amo solo te e nessun altra".