Non parlo di Mario Balotelli da quando lo vidi l'ultima volta con la maglia del Milan, quando il suo addio all'Italia fu preso come un sospiro di sollievo. Già, perché vedere una testa calda come quella di Balotelli aveva stancato e non poco. Adesso si parla della Sampdoria e del Parma interessati all'attaccante del Nizza, che vuole toglierselo dalle scatole: infatti Patrick Vieira, nuovo tecnico della squadra francese, ha dato il suo benestare alla cessione. Forse anche lui non lo digerisce? Possibile...

Quello che non capisco è perché una società come la Sampdoria debba prendere un rompi-spogliatoio: la squadra ligure è un gruppo giovane e forte, con "Eta Beta" Fabio Quagliarella come Matusalemme che gli tiene alto il morale in zona rete all'età di 35 anni, più il giovane Duvan Zapata, oltre a Gianluca Caprari. A cosa servirebbe un giocatore invadente come Mario Balotelli? Dalle ultime indiscrezioni il presidente Massimo Ferrero sembra abbia virato su Martins Eder dell'Inter: forse anche lui ha capito che portare Balotelli potrebbe essere un'arma a doppio taglio. Se da una parte l'attaccante avesse messo la testa a posto sarebbe un'arma in più, ma se l'aria italiana lo riportasse ai vecchi "fasti"? La Samp rischierebbe di passare una stagione in anonimato e con uno stipendio che pesa per le casse.

L'altra squadra che si è messa sulle tracce di Mario Balotelli è il neo-promosso Parma, tornato in A dopo quattro stagioni incredibili, con la speranza di lasciare dietro di sé tutto il passato e ritornare grande tra le grandi. Il Parma vuole dare un segnale forte, per questo ha chiesto a Balotelli se fosse disposto a rimettersi in gioco in terra emiliana, questo però ha messo sul chi va là l'attaccante: infatti se da una parte tornare in Italia sarebbe il primo pensiero, il decurtarsi lo stipendio in modo massiccio lo mette con le spalle al muro, visto che andare al Parma significherebbe "accontentarsi" di un massimo di 1,5/2 milioni di euro a stagione, non più la sterlina pesante di Manchester e Liverpool, non più quei 6 milioni a stagione, non più i 4,5 di Nizza, ma meno della metà per tornare in Italia e ricominciare tutto da capo, forse con una nuova testa, o forse sempre con la stessa.