"Why always me"
Da Paul Gascoigne a Erik Cantona, passando per Antonio Cassano, all'ultima triste nota di un fenomeno e il suo hara-kiri più morale che calcistico: Mario Balotelli.
D'altronde si sa, la pressione e la voglia di dimostrare a tutti i costi può giocare talvolta brutti scherzi, fatti specie se si prende in considerazione  la stagione sportiva che a breve riprenderà da quest'ultimo.

Arrivato a Brescia carico di speranze e voglioso di rimettersi in gioco per l'ennesima (probabilmente ultima volta in Italia), l'attaccante italiano ha dimostrato di non voler più essere sotto i riflettori per le sue prodezze calcistiche, piuttosto per far discutere di sè e delle sue "balotellate".
La notizia ha preso piede qualche giorno or sono, il presidente del club lombardo Massimo Cellino, considerata la svogliatezza e la poca professionalità del giocatore preso in considerazione, ha optato per un licenziamento con giusta causa per negligenza sportiva.
In data odierna infatti l'ennesimo episodio: recandosi all'allenamento programmato di quest'oggi succede qualcosa che ha del surreale. Arrivato ai cancelli dell'impianto sportivo, ad attendere Mario Balotelli si è presentato un addetto dello staff della società lombarda che, senza tanti fronzoli, lo ha pregato di imboccare la strada per il ritorno alla sua dimora, con gran stupore dell'attaccante.

Insomma, anche a Brescia un'altra ennesima brutta delusione che non lascia spazio più a nessun dubbio, ma una domanda del tutto sacra e priva di ogni sarcasmo: caro Mario "Why always you?".