Può un gesto sì sciocco, certo infantile, ovviamente evitabile, in un Paese afflitto da problemi di ogni genere, diventare un caso nazionale? Può, siamo in Italia. Uno Stato ormai divenuto roccaforte del politicamente corretto. Una dittatura che evidentemente non lascia scampo nemmeno al mondo del calcio, in cui perbenismo, moralismo, ipocrisia e culto della forma prendono il sopravvento su tutto il resto. 

Stiamo parlando del gesto di Bakayoko e Kessie, rei, sabato scorso, di aver mostrato al pubblico del Meazza, a fine partita, la maglietta di Acerbi. Perché proprio la sua? Perché il difensore laziale, ex milanista, nei giorni scorsi, sui social media, aveva a suo modo provocato gli avversari, scrivendo: "Siamo più forti: a singoli non c'è paragone".

C'era un tempo in cui questi episodi avrebbero dato di che parlare per qualche minuto o per qualche ora al massimo in qualche bar e nelle piazze. Prendere in giro un avversario, d'altronde, fa parte dello sport. Non che sia giusto, non che vada insegnato nelle scuole di calcio, ma è fisiologico che lo sfottò esista, solo i bacchettoni della prima ora possono pensare di estirparlo.

Quant'è diventato ipocrita il mondo del calcio? Quelli che oggi randellano Bakayoko e Kessie per un gesto infantile, chiedendone addirittura la squalifica, sono poi così perfetti, infallibili ed etici nella vita? Se, i campioni del politicamente corretto, hanno tempo e modo di scandalizzarsi per la maglietta sventolata sabato, dobbiamo pensare che la loro esistenza odori di santità. O no?

Terrorizzato per la piega presa dalla vicenda, il Milan ha dovuto addirittura emettere un comunicato stampa per assolvere i suoi due giocatori e spiegare che hanno sì sbagliato, ma erano in buona fede ed è tutto chiarito. Sembra incredibile, ma il timore è che i due rossoneri possano essere squalificati, anche se non esisterebbe nessuna norma del regolamento che punisce chi sventola la maglietta di un avversario. 

Per il Milan, sarebbe un autentico disastro in vista della rincorsa Champions, visto che Gattuso dovrà già rinunciare a Bonaventura e Paquetà, e viste anche le recenti prestazioni di Biglia.
C'è da sperare - come logica, buon senso e regolamento vogliono - che Kessie e Bakayoko possano scendere normalmente in campo a Parma. Con buona pace dei campioni del mondo del politicamente corretto.