Special Purpose Acquisitions Company, meglio conosciuta con l’acronimo di SPAC.
Si tratta di un veicolo finanziario destinato al reperimento di capitale di rischio e con l’obiettivo di investimento in una o più società operative esistenti. Nel solo 2020 negli Stati Uniti sono stati raccolti oltre 83 miliardi attraverso tale strumento.
Modalità e obiettivo comuni alla Interspac Srl, società balzata agli onori della cronaca negli ultimi giorni, ma attiva già a decorrere dal 23 Luglio 2018. Dai documenti pubblici si evince che l’attività svolta si concentra sulla gestione di partecipazioni in società legate al mondo dello sport. Nonostante la Società facente capo a Carlo Cottarelli si configuri come una tradizionale Srl è facile notare la sua somiglianza con le sopradescritte SPAC, tanto da dedicare all’anglofono acronimo parte della denominazione sociale.

Dopo essere rimasta nell’anonimato per quasi tre anni ora la Interspac Srl, nella persona del suo principale fondatore, ha rotto gli indugi, dichiarando cosa vuole fare da grande. Sulla scia del modello Bayern, anche se non pienamente replicabile per motivi burocratici, l’intento sarebbe quello di rafforzare l’Inter con capitali forniti direttamente dai tifosi, integrati da risorse di investitori istituzionali, in un quadro economicamente sostenibile.

A parole sembra tutto bellissimo e di facile realizzazione, ma per passare ai fatti Cottarelli e soci sembrano avere le idee molto chiare. La prima fase ricalca i movimenti iniziali che caratterizzano le sopra citate SPAC americane. Oltre oceano numerose società di questo genere hanno avuto sin da subito grande successo grazie alla partecipazione, e alla conseguente opera di divulgazione, di personaggi ritenuti in qualche modo “influenti”. E se nel mondo a stelle e strisce si sono mossi personaggi del calibro di Shaquille O’Neal e il rapper Jay-Z, Interspac sembrerebbe poter presto annoverare tra le proprie fila il giornalista Enrico Mentana e il comico Giacomino Poretti. In linea teorica vedendo aderire al progetto nomi illustri, o pseudo tali, il tifoso nerazzurro della porta accanto dovrebbe sentirsi maggiormente invogliato a investire nella propria squadra del cuore.

L’apporto della gente comune risulta essere di fondamentale importanza, non solo al fine di reperire più risorse finanziarie possibili, ma anche e soprattutto per acquisire maggiore credibilità nei confronti di tutti gli stakeholders. Investitori istituzionali e Suning in primis. Più interisti dovessero entrare a far parte del progetto e maggiormente diffuso sarebbe il patrimonio aziendale, configurando la nascita di un vero e proprio azionariato popolare. Primo in Serie A, ma non in Italia.

Il Fusball Club Südtirol, club militante in Lega Pro, ha un assetto amministrativo contraddistinto da una pubblic company, una prassi unica in Italia. Infatti, il club è suddiviso in un pacchetto azionario composto dal 90% da una trentina di soci con la percentuale più alta, pari al 25%, appartenente all’imprenditore Hans Kramps. Il restante 10% è detenuto dall’associazione sportiva dilettantistica AFC Südtirol-FCD Alto Adige cui fanno capo le squadre giovanili del sodalizio biancorosso, aperta alle affiliazioni di comuni cittadini, che ne fanno un esempio di azionariato popolare.
Se Cottarelli dovesse riuscire a coinvolgere una quota numerosa di tifosi nerazzurri e ottenere almeno una piccola quota societaria della sua squadra del cuore, saremmo di fronte a un avvenimento quanto meno innovativo nella massima serie calcistica nostrana.

L’auspicio, però, è che l’Inter possa prendere spunto dalla compagine biancorossa non solo in materia di governance, ma anche e soprattutto nella gestione societaria. Il club di Bolzano è infatti anche l’unico nel calcio professionistico italiano ad avere un Salary Cap, un massimale per lo stipendio dei calciatori. Nessuno guadagna più di 40mila euro annui. Inoltre il 30% del budget societario annuale viene destinato, per Statuto, alla gestione del settore giovanile.

Principi di sostenibilità economico-finanziaria che si porrebbero in forte contrasto con le spese folli sostenute da Suning negli ultimi anni e gli stipendi da nababbi percepiti da Lukaku e soci. Le casse della società milanese piangono e i risultati economici annuali sono in negativo per milioni e milioni di Euro. Ben venga allora un apporto finanziario alle casse nerazzurre e di genuinità al calcio moderno con l’ingresso dei tifosi, quelli veri, a controllo della gestione aziendale. Nella speranza che non vengano trascinati anche loro all’interno di una bolla pronta ad esplodere.