La scelta di allontanare Boban e, successivamente Maldini, mette a nudo il modo di pensare del fondo Elliott, assoluta anomalia nel mondo del calcio, e lo pone di fronte al fatto che ora deve dimostrare la validità della propria strategia.

Come ribadito più volte, la scelta di rimuovere Gattuso, Boban, Maldini può sicuramente ricondursi al fatto che questi non si sentivano investiti di pieni poteri, soprattutto in termini di ultima parola su chi acquistare. Molto probabilmente tutte e tre le leggende rossonere hanno abbandonato o abbandoneranno la nave in quanto convinti che con gli Under 24 la strada della risalita è impraticabile.

Va aggiunto che Gazidis ha probabilmente favorito tutte e tre le uscite, proprio perché consapevole del fatto che ognuno di loro avrebbe significato l'ingaggio di giocatori pesanti sia in termini di cartellino, sia dal punto di vista dell'ingaggio.

Occorre dunque prendere atto che con questa aberrazione che ci gestisce, che manovra 34 miliardi di dollari, ma non li possiede, l'unica strada sarà quella di una tipica multinazionale 'snella', termine oggi abusato per identificare chi vuole spendere poco per ricavare moltissimo.

Così facendo, Elliott si pone di fronte al giudizio impietoso dei tifosi (che trascura completamente), ma si espone anche al giudizio di chi gli preme davvero, cioè coloro ai quali vorrebbe vendere; e qua le cose si complicano e di molto.

Ammesso e non concesso che il via ai lavori dell'area Stadio vengano approvati in tempi brevi, e, quindi, costituiscano l'assicurazione sull'elevato valore cui si vorrebbe vendere la società Milan, si ricasca sempre nell'aspetto tecnico: come da più parti sottolineato, è estremamente difficile raggiungere vette di rendimento eccellenti con giocatori giovani e sconosciuti, Ibra ne è una dimostrazione lampante, ma sembra che ai nostri la lezione non sia servita affatto. Questo perché diamo per assodato che per questioni anagrafiche e di stipendio ci priveremo in tempi brevissimi non solo dello svedese, ma di Donnarumma, probabilmente di Rebic e Romagnoli. Tradotto, gli unici che hanno reso secondo le aspettative.

Mister Rangnick sarà abilissimo a pescare in oscure serie cadette di mezza Europa, ma quanto ci vorrà a mettere in piedi una squadra, e quanto a farne un top team? Alla prima domanda rispondo almeno un biennio a condizione di trovare cinque Theo Hernandez in tutti i reparti del campo, alla seconda rispondo mai.

Vendere al miliardo e rotti il Milan con un progetto stadio approvato ed avviato ed una squadra in grado almeno di competere per la Champions oggi, in soldoni, appare un progetto basato su fondamenta di sabbia.

Mi chiedo, dunque, la ragione per cui siano stati avallati tutti i siluramenti che ci attendono da qua a giugno: gli unici che, numeri alla mano, il prossimo anno avrebbero avuto concrete probabilità di un tranquillo piazzamento al quarto posto, con un inizio campionato meno indecente di quello in corso.

I denari ed il progetto (visto malissimo da molti), esistono: ci si domanda perché vengano impiegati così male.