Per quasi un'intera partita il Milan ha lavorato con decisione, se non con rabbia, ai fianchi del Parma. L'auto-assist emiliano per Theo Hernandez non è stato casuale, ma è stato lo svarione tipico della squadra in confusione per il continuo lavoro avversario. Il Parma, infatti, era stremato dal punto di vista fisico e mentale e ha perso lucidità quando Jack Bonaventura ha tirato una sassata. L'effetto flipper successivo è stato una manna per l'ira funesta del pelide Theo Hernandez che, salendo in attacco, stava suonando la carica finale.

Pioli sembra aver trovato una formula accettabile per sfruttare al massimo le potenzialità dei suoi, non eccezionali ma nemmeno scarse. Bennacer è affiancato da un muscolare (Krunic a sinistra o, come ieri, Kessie a destra) e da un giocatore tecnico (Paquetà a destra o, come ieri, Bonaventura e Chala che si davano il cambio a sinistra). In avanti  Suso è diventato un'istituzione sulla fascia destra, mentre Chala e Bonaventura hanno il compito di supportare l'unica punta Piatek. Si tratta di un 4-3-2-1 abbastanza elastico, in cui Suso gioca, palla al piede, per creare la superiorità numerica, Kessie prova a sfondare sfruttando la sua indubbia forza fisica, Bonaventura ha il compito di tirare la castagna e a Chala viene chiesto qualche movimento da seconda punta per inserirsi negli spazi creati dalla doppia marcatura su Piatek. Questo schema non diventa mai, come vorrebbe qualcuno, un 4-3-3, anche se, come mi ha fatto notare ieri un altro tifoso su un social, forse Suso gioca un po' più avanzato che con Gattuso.

Pioli, inoltre, sembra essersi ricordato del famoso gioco corto praticato da Corrado Viciani alla Ternana, perchè ha messo in piedi una specie di trapezio in cui Bennacer, Kessie o Krunic, Paquetà o Suso, Chala e Bonaventura sono sempre molto vicini fra loro. E a mio avviso ha fatto bene. Un gioco arioso, infatti,  con scambi veloci ad ampio raggio, non è complessivamente nelle corde dei suoi giocatori, alcuni dei quali sono da mattonella, soprattutto Bennacer, Suso e Paquetà (ieri assente), ma anche Chala si perde quando la squadra si allunga.

Va detto pure che la forma fisica della squadra sembra ulteriormente migliorata, perchè se con Juventus e Napoli i rossoneri avevano terminato in calando, con il Parma il Milan ha finito in crescendo. E se il Parma non si può paragonare alla Juventus, regge il confronto col Napoli attuale, sconfitto in casa dal Bologna dopo lo stress di Champions. Il Parma era un buon avversario, che veniva da buoni risultati e giocava sul suo campo, per cui era un ostacolo per nulla banale e, a tutti gli effetti, costituiva un banco di prova affidabile.

Ovviamente l'ambiente rossonero, per non farsi mancare nulla, si sta incartando in qualche polemica sterile e, diciamolo, un po' isterica. Sui social spunta qualche dubbio sulle qualità di Bennacer, ad esempio, con la domanda se sia o no un campione. C'è anche chi ipotizza che sia Leao, non Piatek. il vero problema in attacco.

Quanto a Bennacer, faccio una domanda: avete Tonali o Verratti a portata di mano? Se la risposta è no, Bennacer mi va benissimo, in quanto se hai un giocatore valido, lo sostituisci solo con uno migliore e ti concentri su altri ruoli.

Passando a Leao, additarlo come un problema, mi sembra di voler fare i fenomeni che vedono ciò che agli altri, meschinelli, sfugge. Con una certa intelligenza, Pioli ha fatto notare che Leao non riempie l'area come Piatek, formula evidente per dire che la presenza di Piatek impegna un paio di difensori avversari, aprendo spazi agli inserimenti dei compagni (e ciò anche se Piatek è in una fase penosa della propria carriera). In area Leao è, in effetti, apparso fuori posizione in almeno 3 occasioni: in due di esse è rimasto sul secondo palo, quando sarebbe dovuto andare incontro al pallone, mentre in un'altra non ha attaccato proprio il secondo palo, quando era evidente che la palla sarebbe andata in quella direzione. Aspetta un po' troppo la palla, in sostanza, forse per troppa timidezza, e su questo Pioli sa che occorre lavorare. Però il ragazzo non ha mai perso un pallone fra quelli che gli sono arrivati, anzi ha saputo tenerli per far salire i compagni, e se contano gli spazi aperti da Piatek, conta anche non regalare i palloni agli avversari. In sostanza, quindi, il problema resta Piatek perchè è lui che è partito titolare ed è rimasto tale. Qualche gol lo deve fare, ogni tanto.

Per non perdere la dimensione delle cose, ricordiamo che Pioli non è stato frutto di chi sa quale scelta ponderata, ma un tecnico preso perchè era quello che aveva le pretese più modeste. Però ha preso una squadra senza velocità e con poco fondo, per poi trasformarla in una squadra veloce che, almeno per quanto visto a Parma, ne ha fino alla fine. Ha capito inoltre, cosa non da poco, che i suoi rendono meglio se si riducono gli spazi, regolandosi di conseguenza.

Solo un consiglio per gli acquisti: non chiediamo a questo Milan di fare miracoli fino a che non avrà un centravanti che fa gol con regolarità. Se portasse a casa punti dalle prossime 2 trasferte e vincesse col Sassuolo in casa non sarebbe male.