Ancora una battuta di arresto per l’Inter di Spalletti.
A Milano il Parma di D’Aversa si impone per 1-0 grazie allo splendido gol di Dimarco. Un pomeriggio da dimenticare per giocatori e tifosi nerazzurri che ancora una volta hanno dovuto subire una beffa atroce a pochi minuti dal termine. L’Inter ci ha provato, ha gestito il gioco per tutto il corso del match, ma alla fine la lacuna fatale è sempre quella: il centrocampo

Chi ha fatto la squadra doveva immaginare che il punto debole di questa squadra era al centro del campo dove i vari Brozovic,Gagliardini e Vecino vanno spesso fuori giri perdendo palloni velenosi che fanno infastidire non poco i tifosi presenti allo stadio. L’unico giocatore in grado di gestire la palla e garantire un rapporto solido fra centrocampo e attacco è Nainggolan, voluto fortemente da Spalletti. 

L’Inter versione 2018/19 si riflette un po’ sulla gestione De Boer, caratterizzata da acquisti sbagliati e incertezze difensive.
Cominciano le analisi perché quelle non devono mancare mai e allora la prima pietra verrà lanciata verso colui che non ha chiuso per quel certo Vidal che tanto avrebbe fatto comodo a Mister Spalletti. Il sogno Modric e forse la possibilità di aggrapparsi ad un qualcosa di ignoto e matematicamente irraggiungibile ha avuto ancora una volta il sopravvento e l’Inter ha risentito in negativo di questo “vorrei ma non posso”. Un errore grossolano, anche perché Ausilio aveva veramente in mano il cileno, ma per scelta tecnica ha preferito rinunciarvi. 

E adesso la classifica recita 4 punti dopo 4 partite. Un rullino di marcia impietoso, quasi a ritmo retrocessione.
Spalletti sa che deve dare la scossa, ma al momento sembra navigare in un mare dove le vere onde sono rappresentate da errori grossolani e imprecisione sotto porta. Martedì arriva il Tottenham e una non vittoria aumenterebbe non poco il malumore dei tifosi interisti. Ma in Corso Vittorio Emanuele sembra che questo non interessi perché la notte si continua a sognare Modric, il principe fiabesco che animerebbe San Siro. 

Roberto Vecchioni cantava “Sogna ragazzo sogna”, ma forse è il caso di pensare al presente.