Clamoroso in Russia: la Germania, campione in carica, viene estromessa dai Mondiali finendo addirittura ultima in un girone composto da Svezia, Messico e Corea. Un fallimento senza precedenti nella storia teutonica, considerando che per la prima volta la Germania non sia riuscita a strappare il pass per la fase ad eliminazione diretta di una Coppa del Mondo. 

Il canovaccio della sfida con la Corea del Sud è chiaro fin dalle prime battute: asiatici arroccati in difesa, pronti a sfruttare gli spazi lasciati dai tedeschi; i quali, a loro volta, sono impegnati in un assedio che si risolve in uno sterile giropalla. Anzi le prime, ghiotte occasioni di passare in vantaggio ce le hanno i coreani: prima con una punzione di Jung mal trattenuta da Neuer, poi al 25' con il tiro al volo di Son su disattenzione dell'acerbo Süle. Sono comunque i tedeschi, seppur lenti e prevedibili, a fare la partita, impensierendo l'ottimo Jo solo al 41' grazie al tiro ravvicinato di Hummels, uno dei migliori e più pericolosi nella Germania. 

La ripresa ripropone il medesimo spartito della prima frazione, con la squadra di Joachim Löw alla disperata ricerca del vantaggio. Le maglie della difesa coreana si allargano leggermente (in virtù del contemporaneo risultato di Messico-Svezia), e ciò permette a Kroos e compagni di avere maggiori opportunità rispetto ai primi 45'. Ma la Germania è lenta, sfiaccata, quasi pigra nella costruzione del gioco, affidata sistematicamente alle geometrie di un Kroos oggi poco ispirato. Avrebbe potuto dargli una mano Sami Khedira, ma il centrale juventino ha dimostrato ancora una volta la sua predispozione a camminare invece che a correre. È lui infatti il primo ad uscire, sostituito da Mario Gomez al 59'. 

Da questo momento in avanti inizia il vero assedio tedesco al fortino asiatico, caratterizzato sempre da un ritmo blando e da molta approssimazione. Le scelte del c.t. Löw non aiutano in questo senso, visto che decide di buttare nella mischia anche Thomas Muller - insopportabile con i suoi urlacci rivolti ai compagni - e l'ottimo Brandt, i cui ingressi creano ulteriore confusione negli schemi offensivi dei tedeschi. Ancora una volta il più pericoloso sarà infatti Hummels, il quale si proietta stabilmente in avanti sfiorando il gol di testa. 

Quello tedesco è un dominio abulico e controproducente: nonostante ai tedeschi basti solo una rete, i giocatori si lanciano disperatamente in avanti già dal 75', lasciando così autostrade ai contropiedi della Corea. Uno di questi porterà al calcio d'angolo decisivo: sfortunata deviazione di un tedesco e palla sui piedi di Kim che batte Neuer per l'1-0. 

La Germania si riversa totalmente in attacco, con Neuer che s'improvvisa centrocampista aggiunto lasciando sguarnita la propria porta. E proprio su un lancio lunghissimo dalla difesa, la sfera arriva a Son (migliore in campo) che deposita in rete indisturbato. La Corea, sebbene sia eliminata, festeggia una vittoria storica.

I campioni in carica della Germania escono prematuramente da un Mondiale che li avrebbe dovuti vedere protagonisti, ma che forse in troppi hanno sopravvalutato. Pochissimo gioco, difesa friabile e un attacco dalle polveri bagnate sono solo alcune delle cause di questo fallimento. Fallimento da spartire equamente tra i 23 della rosa e lo staff tecnico, con Löw non esente da colpe: con il senno del poi, uno come Leroy Sané avrebbe fatto comodo. Un calciatore in particolare ha giocato sotto le attese: si tratta di Mesut Özil. Il fantasista dell'Arsenal ha avuto la piena fiducia di Löw, che lo ha schierato titolare. È sembrato però uno dei meno lucidi nella Germania: evanescente, poco incisivo e soprattutto irritante nell'utilizzo pressoché totale del piede mancino. Capitolo a parte meriterebbe Timo Werner. Dipinto come astro nascente del calcio tedesco, la punta del Lipsia non si è praticamente mai visto in questo Mondiale. Ha però due attenuanti: è giovanissimo, essendo un classe '96; è stato utilizzato fuori ruolo, soprattutto quando in campo c'era quel paracarro di Mario Gomez, che costringeva il povero Timo a riciclarsi da esterno.

La vittoria contemporanea della Svezia per 3-0 contro il Messico e la conquista del primo posto nel girone F dimostrano che forse la nostra nazionale non era poi così scarsa come la si voleva dipingere. Gli scandinavi sono un'ottima squadra e faranno sicuramente molta strada, sperando di non incontrare il Brasile agli ottavi. Per non parlare delle solite provocazioni tedesche nei confronti dell'Italia, quella che per loro é terra di "spaghetti, pizza e mandolino". La più recente è quella lanciata da Bastian Schweinsteiger che, sconfitto in varie occasioni dagli Azzurri, si è voluto vendicare entrando a gamba tesa: "L'Italia è con l'Olanda la favorita per il Mondiale". Provocazione lanciata a TSN Sports (Canada) in collegamento da New York (Schweinsteiger gioca ai Chicago Fire). "Stai ridendo?" ha poi aggiunto nei confronti del giornalista, che di rimando ha continuato la serie di provocazioni: "E gli USA?". "Sto scherzando", la risposta del centrocampista, che ha chiuso così la conversazione in merito al possibile vincitore del Mondiale in Russia, con tre Nazionali citate e nessuna effettivamente qualificata.

"Chi di spada ferisce, di spada perisce" caro Bastian.

In definitiva, l'uscita di scena della Germania pone un altro tassello nella costruzione di un Mondiale assolutamente sorprendente, nel quale potrebbe scapparci anche la vittoria di una squadra poco considerata ai nastri di partenza.