Cominciamo con la versione di Sarri: il Real Madrid vale più del doppio della Juventus (3 miliardi) e fattura in proporzione, con un monte ingaggi spaventoso che le permette di avere 20 titolari, con gente come Bale, Morata e James a far panchina, mentre la Juve di titolari (per questi livelli, perché in campionato ne abbiamo di più) ne ha 13. Sulla carta, quindi, il Real Madrid era ed è sicuramente più competitivo della Juventus, anche se sabato sera le squadre schierate in campo al fischio di inizio - al netto di Cristiano Ronaldo, che pure ogni tanto ne ha steccata qualcuna - a mio parere, grosso modo si equivalevano. E infatti nel primo tempo la Juve ha giocato nettamente meglio, ha avuto lei tutte le occasioni, recuperava bene la palla e ripartiva. Il primo gol del Real è stato fortuito, non tanto per la deviazione di Bonucci, quanto piuttosto perché in tutto il primo tempo quello è stato l'unico tiro verso la porta di Buffon. La Juve però era sul pezzo, non ha battuto ciglio e ha ripreso ad attaccare con pericolosità, riuscendo subito a pareggiare con una grande azione e un gran gol. All'intervallo era chiaro che il secondo tempo si sarebbe giocato tutto sui nervi, che ci sarebbe voluta molta pazienza. E così la Juve è rientrata con questa idea subito messa in atto. La partita in effetti sarebbe potuta andare avanti come a Barcellona, aspettando un episodio, ma qui la fortuna ha aiutato come sempre gli audaci, o meglio stavolta, in realtà, gli audaci si sono fatti avanti solo dopo una seconda botta di fortuna, perché il gol di Casemiro, il centrocampista operaio col vizio della legnata, questo è stato: quel che non è successo su un paio di ottimi tiri di Pjanic nel primo tempo è capitato sulla pretenziosa conclusione da trenta metri del brasiliano, che senza la decisiva deviazione di Khedira sarebbe morta al massimo tra le braccia di Buffon. Questo è stato l'episodio chiave della nostra sconfitta, perché il colpo è stato accusato e in quell'attimo che segue un gancio andato a segno, gli audaci-rapaci sono riusciti a segnare di nuovo con un'azione che in condizioni normali la difesa della Juve non avrebbe mai permesso, a cominciare da Mandzukic che aspetta il pallone invece di coprirlo subito. Eppure, a dispetto di vari commenti che ho letto da insigni opinionisti del pallone, anche sotto di due gol la Juve ha reagito. Allegri ha cambiato quel che poteva cambiare e abbiamo ripreso a giocare, andando vicinissimi al 2-3 con Alex Sandro. Poi è arrivata la terza botta di fortuna della serata per i soliti noti: topica clamorosa dell'arbitro che, invece di ammonire e quindi espellere il già ammonito Ramos per una vergognosa simulazione, caccia l'incredulo Cuadrado, reo di averlo scostato di lato per prendere il pallone dimenticando di avere la forza di Superman... Qui la partita, già difficile, è davvero finita e il quarto gol è stato figlio dell'inevitabile "rompete le righe" che ne è seguito. Certo, abbiamo avuto serate senz'altro migliori, in cui i nostri 13 titolari hanno sfoderato prestazioni nettamente al di sopra di quanto fatto vedere sabato, a cominciare dall'HD che è sembrato un vecchio tubo catodico, ma qui è venuta fuori la coperta corta, le tante, troppe partite giocate soprattutto dagli stessi attaccanti, che sabato non hanno retto più mentalmente che fisicamente, non solo all'indubbia forza degli avversari, ma anche a tre botte di fortuna che se fossero capitate a parti invertite probabilmente avrebbero determinato esiti diversi. Insomma, per finire con la versione di Sarri, ci manca ancora qualche centinaio di milioni per mettere su in due o tre anni una squadra come le solite spagnole e come quella dei bavaresi, ma ancora una volta la fortuna ha aiutato gli altri, che pure non ne avevano poi tanto bisogno. Ma tant'è, inutile piangersi addosso, meglio ricominciare.