Tra poche ore la Lazio scenderà in campo all’Olimpico per affrontare il Bologna dell’ex Sinisa Mihajlovic, partita importantissima perchè, se vinta, permetterebbe alla squadra capitolina di assistere all'incontro tra Juventus e Inter da prima in classifica, sperando anche in un risultato positivo della squadra di Conte; tuttavia la mente di quasi tutto l’ambiente è già proiettata all'incontro della settimana prossima, che vedrà la Lazio affrontare l’Atalanta a Bergamo, a causa della faida che si è scatenata da qualche giorno. Attriti nati da una richiesta della società orobica la quale avrebbe avanzato la proposta di anticipare la partita di 24 ore per avere così più tempo per preparare la gara di ritorno con il Valencia, valevole per la qualificazione ai quarti.

Molto dura è stata la replica del patron della Lazio il quale avrebbe risposto alla società di Percassi con un secco no. Da questo no ne è nato un caso che ha portato molti a mettere in cattiva luce la società romana. Avanzata anche da alcune testate giornalistiche l’idea che “il no di Lotito è uno schiaffo al calcio italiano”. Devo dire che, al netto di qualsiasi informazione, la mia opinione era divisa equamente tra il “si, Lotito ha fatto bene” e il “no, Lotito sta sbagliando”.

Le ragione per le quali credevo che Lotito avrebbe fatto meglio ad aprirsi alla richiesta di Percassi era molto semplice; l'Atalanta chiedeva l’anticipo per una ragione molto valida, ovvero poter preparare al meglio una partita di Champions che potrebbe mettere in risalto non solo l’Atalanta, ma anche la Serie A. Anche se vinta 4 a 1 e saldamente nelle mani dei bergamaschi, comunque è una proposta che, casomai un giorno fosse formulata dalla stessa Lazio, mi piacerebbe fosse accettata.

Le ragioni che simpatizzano, invece, per il no di Lotito erano molto semplici. La Lazio ha diversi infortunati, tra cui Acerbi, e si dice che lo stesso Inzaghi avrebbe fatto notare che anche 24h potrebbero essere decisive per il suo recupero. Ma anche, e soprattutto, era un no che andava a tutelare la tifoseria laziale che in questa stagione si sposta in massa per seguire la propria squadra, visto che indicazioni su eventuali “porte chiuse” non ce ne sono la Lazio non vuole mettere in difficoltà i propri tifosi. 

Tuttavia cercando di capire il perchè di questo no mi sono messo a vagare nella storia recente tra le due squadre fino a trovare la soluzione al mio dilemma etico. Dilemma che propende nettamente per le ragioni della Lazio e del suo presidente:

  1. La partita di Coppa Italia

  2. Lazio- Atalanta di andata

Lazio-Atalanta di Coppa: Credo che tutti ci ricordiamo benissimo il fatto incriminato. Bastos, nel tentativo di intercettare un tiro colpisce la palla di mano scatenando le ire dell’ Atalanta.

Seccata anche la reazione di Gasperini che durante le interviste non usa mezzi termini: “Questo errore è gravissimo, magari avremmo perso lo stesso ma è inaccettabile non dare un rigore così col VAR. Noi ci sentivamo già dei vincitori, dopo aver visto questo episodio lo siamo anche di più. Era rigore ed espulsione, è uno scandalo: usiamo la VAR solo quando ci pare. Per questo vincono sempre le stesse.”

Sebbene io stesso concordi con il fatto che la mancata chiamata del VAR fosse un errore, il buon Gasperini si dimenticò dell’occasione da gol stroncata da un’intervento di Masiello, ultimo uomo, che avrebbe portato Correa solo davanti al portiere, fallo con ovvia espulsione, non rivisto al VAR. E vorrei ricordare che questa azione, che avrebbe portato la Lazio a giocare in superiorità numerica, si è verificata prima del fallo da rigore di Bastos, che ripeto, è rigore ma se dobbiamo vedere, vediamo tutto.

Lazio-Atalanta di andata: qui, possiamo dire, risiede il nocciolo della questione. Partita rocambolesca quella di Roma, l’Atalanta in vantaggio di 3 reti si fa rimontare nel secondo tempo concludendo la partita sul risultato di 3 a 3. Tralasciando il fatto che a detta di molti, di gran lunga più esperti di me, abbiano confermato la totale assenza dell’Atalanta nel secondo tempo, grazie anche ad una grande Lazio, il Gasp non ci sta e darà il via al suo show nelle interviste. Le sue ire si sfogano per l’assegnazione di due rigori alla Lazio entrambi confermati dal VAR che tanto recriminare di non intervenire. Con toni poco amichevoli e sportivi affermava: “È stata una grande Atalanta, abbiamo fatto una prestazione notevole, ma l'avremmo fatta anche nel secondo tempo se ce l'avessero permesso, ma la Lazio è stata rilanciata in qualche modo”.

Mentre successivamente: “Gli episodi contano, ci abbiamo perso una Coppa Italia contro di loro. Nel primo caso, Immobile passeggia e poi fa un bel tuffo. Ma che roba è questa qua? Non scherziamo, prima fa un passo e poi si tuffa. Se parliamo di calcio l'Atalanta è stata grande e va bene così. Nel secondo rigore Immobile mette il piede davanti a De Roon, non è rigore neanche quello, non sono mai d'accordo, tutta la vita, è stata una furbata. In ogni caso usciamo con un risultato positivo, peccato che qui a Roma ogni volta c'è sempre qualche episodio pesante. Ricordo ancora la Coppa Italia, dove non si è mai vista una cosa del genere”.

Capisco la delusione della partita ma, come in un articolo precedente rimproverai Commisso per le parole troppo dure scelte per attaccare la Juventus, un dirigente dovrebbe utilizzare parole ben precise soprattutto in certi casi, anche qui non si può dire che Gasperini abbia scelto le parole migliori denigrando completamente un grande secondo tempo della Lazio e, di conseguenza, pessimo della sua Atalanta; dando la colpa agli arbitri i quali secondo lui avrebbero simpatie per la Lazio, cosa che da Laziale posso dire di non essere vero. A queste parole fece seguito una dichiarazione della società romana per i tono gravi utilizzati. 

Ma non pago, durante le partite dei gironi di Champions, l’allenatore orobico tornerà a parlare dei fatti di Roma con parole altrettanto affilate:
"Non mi sono pentito delle parole. Io ho commentato un episodio e di questo sono straconvinto. Non è un attacco alla professionalità di Immobile, è demenziale il comunicato della Lazio. Pensiamo alle cose importanti, queste sono cose micragnose".

Gasperini sta facendo grandi cose all’Atalanta, ma il suo temperamento non è di certo dei migliori.
Il Gasp non è nuovo ad esternazioni di questo genere e si è attirato negli anni le antipatie di molti: oltre alla Lazio penso alle vicende di Firenze dove, si Gasperini è stato insultato ma, ripeto, un dirigente o comunque un personaggio in vista deve sempre soppesare le parole, ma anche le sue dichiarazioni  su Chiesa. Per finire con il fatto eclatante di Maran; finita la partita, vinta per 2 a 0 dal Cagliari, il tecnico nerazzurro passerà senza nemmeno salutare il tecnico dei Sardi.
Gasperini sembra non accettare di buon grado le sconfitte, comunque queste si presentino, passando, per tornare alla questione di domenica prossima, ad insultare anche pesantemente sia squadra che società. 

Per finire, nonostante il discredito con cui è stata vista la scelta di Lotito come uno “schiaffo al calcio italiano” io credo che il presidente abbia agito bene nei confronti di una società e di un allenatore che non hanno mostrato rispetto per Lazio in passato e che ora, invece, lo pretendono, nonostante le accuse e nonostante, come citato in precedenza, il fatto di aver confermato quanto detto in precedenza.

Caro Gasp e cara Atalanta il rispetto non si pretende, si merita!