Ovunque andiamo, o qualunque cosa ci passi sotto il naso - che sia il caro, vecchio articolo di giornale cartaceo, oppure il più moderno ma asettico pezzo sul web - noi appassionati di calcio siamo, in questi ultimi giorni, tartassati da quella che io non azzarderei a definire una "non-notizia": Higuain, Icardi e CR7 non segnano più. La Gazzetta dello Sport è uscita questa mattina con, in prima pagina, un titolo tanto fragoroso, quanto ambiguo: "Sveglia, chi segna?".

Posto che sia ovvio, quasi lapalissiano, oserei dire matematico, che i tre campionissimi sopracitati un bel sabato (o domenica) d'autunno finalmente si sbloccheranno, la mia attenzione è caduta sulle dichiarazioni di Luca Toni, uno che, ne converrete, di gol se ne intende. Parole che fanno il paio con il mio pensiero: non appena il portoghese e i due argentini segneranno, soltanto un intervento divino potrebbe poi fermarli. Che i tre andranno in doppia cifra è, come detto, matematico. 
Se proprio la Gazzetta - ho preso il primo esempio venutomi in mente, avrei potuto scegliere tra una miriade di giornali online e non - avesse voluto fare della sana, costruttiva polemica, avrebbe potuto optare per altre sfaccettature del tema, sviluppando quindi meglio una questione che, seppur enfatizzata, esiste sul serio. Andiamo con ordine.

Mauro Icardi ha giocato 180 minuti delle tre partite fatte finora dalla sua Inter, perché nell'ultima sfida di Bologna si è comodamente seduto in panchina, decidendo poi di rispondere alla convocazione della sua Nazionale e di scendere in campo pochi giorni dopo un affaticamento muscolare. Che, seppur di poco conto, va comunque preso con le pinze. 180 minuti, dicevamo, conditi da un assist, quello per Ivan Perisic, autore del momentaneo vantaggio nerazzurro contro il Torino.

Gonzalo Higuain e Cristiano Ronaldo, invece, di minuti in questo primo scorcio di campionato ne hanno totalizzati 270, ovverosia le tre partite per intero. Anch'essi, come il loro dirimpettaio, non hanno ancora fatto gol. Però, elemento questo che li accomuna tutti, hanno servito un assist cadauno: il Pipita nel 2-1 casalingo contro la Roma; Cristiano Ronaldo servendo (involontariamente) Mandzukic nel 2-0 con cui la Juventus ha sbrogliato la matassa Lazio. Dopo questa premessa, entriamo ora più nel dettaglio. 

Il capitano nerazzurro è avulso dalle trame di gioco spallettiane. Lo certificano le statistiche Opta, di cui mi servirò per supportare le mie argomentazioni. Non è la scoperta dell'acqua calda: che l'argentino non dialoghi con i compagni e che sia dedito esclusivamente a gonfiare la rete lo confermano i suoi trascorsi e il suo CV da vero rapace dell'area di rigore. La piacevole sorpresa è che sembra stia gradualmente migliorando i suoi atavici difetti: 15 passaggi a partita; 1.5 passaggi chiave; 80% di precisione passaggi; 3 tiri in media tentati, di cui 1 da fuori, 1.5 in area e 0.5 nell'area piccola. Sono tutte statistiche, queste, che denotano un lieve, ma progressivo miglioramento di Maurito in quello che fino a poco tempo fa sembrava essere il suo tallone d'Achille: il dialogo con i compagni. 

Le statistiche di Cristiano Ronaldo sono più limpide rispetto a quelle di Icardi. Dopo l'ennesima partita a secco, quella contro il Parma, era montata la polemica per cui l'asso portoghese tirasse troppo in porta; una tesi suffragata dai dati Opta: addirittura 7.7 tiri di media a match, di cui 2.7 da fuori e 5 in area. È evidente che CR7 abbia tirato troppe volte in porta, un po' perché le sue enormi qualità glielo permettono, un po' perché spinto dalla smania di segnare a tutti i costi. Ronaldo vive per il gol e questi suoi continui tentativi, sfocianti in una specie di comportamento ossessivo-compulsivo, potrebbero avere conseguenze negative in campo, come ad esempio una maggiore prevedibilità delle azioni offensive della Juventus. 

Ed eccoci arrivati a Gonzalo Higuain.
Le sue statistiche: 27.7 passaggi di media a partita; 1.5 di passaggi chiave; 3 lunghi e 0.5 filtranti; 3 soli tiri di media, di cui 2 a fuori area a partita. Sono numeri incontrovertibili e che dimostrano due elementi: la straordinaria utilità tattica del Pipita e il fatto che forse la Juventus se ne sia liberata troppo frettolosamente. L'ex Napoli non è un attaccante d'area di rigore vecchio stampo. Si è ormai trasformato in un vero e proprio regista offensivo: dribbla, corre, lotta, si sbatte, preferisce l'assist al tiro in porta (nonostante sia dotato di capacità balistiche fuori dal normale, da "cecchino d'area"), antepone il risultato della squadra agli obiettivi individuali. Questo, secondo me, è il ritratto fedele di cos'è Higuain, o di cosa abbia scelto di essere l'Higuain del Milan. Perché non so se il suo stile fosse lo stesso dei tempi di Napoli o di Torino, o se abbia subito una metamorfosi dopo aver parlato con Gattuso; so soltanto che questo Higuain mi piace molto e, non lo nascondo, mi fa anche un po' paura nella corsa ad un posto in Champions

In definitiva, credo che i milanisti dovrebbero spegnere la TV o smettere di sfogliare il giornale quando si parla di "Higuain nervoso per l'astinenza da gol": il numero di assist che farà quest'anno il Pipita si avvicinerà di molto a quello dei gol fatti. E non perché di gol ne farà pochi. 

Mauro Icardi gioca per il gol. Cristiano Ronaldo per se stesso. Gonzalo Higuain per i compagni.