La squadra nerazzurra prepara il blitz a Marcus Thuram, che al termine di questa stagione lascerà il Borussia Moenchengladbach.
Figlio d’arte di uno dei più grandi difensori di tutti i tempi, Lilian Thuram giocò anche nella Juventus dal 2001 al 2006 e conseguì anche un elevato Palmarés a livello della nazionale francese. Marcus è un attaccante molto veloce e dotato di un dribbling secco, talvolta anche sul portiere avversario, oltre che di una buona capacità realizzativa, e gioca da esterno sinistro, un po' come Leao, ma sa anche svariare sul fronte di attacco accentrandosi molto bene, basti vedere alcune sue immagini su Youtube.

Marotta e Ausilio hanno già preso di mira il giocatore due estati fa, che, però, allora non venne acquistato, perché inopinatamente si infortunò in modo grave.
I due Dirigenti sono perfettamente in grado di capire che un profilo del genere a parametro zero farà gola a molte grandi squadre europee, in primis al Bayern Monaco, però ci sono anche “sirene” inglesi, tra cui Liverpool, Tottenham ed Arsenal.                                     

La strategia dell’Inter
Pertanto, per tentare di essere competitiva, la Società, secondo la Gazzetta dello Sport, cercherà di anticipare i tempi e si attiverà già a gennaio per evitare (se possibile) l'asta estiva sull’ingaggio.
Per il quotidiano di Milano, già da ora la dirigenza nerazzurra (presente in Qatar con Ausilio e Zanetti) avrà un colloquio con l'entourage del giocatore per fare il punto su prospettive e cifre sul tavolo della trattativa.
L'Inter può offrire, già a gennaio, un compenso da 5 milioni di euro netti all'anno. Ma a mio parere, lo dico con rammarico, perché sono di fede interista, forse ne occorreranno di più per tentare di sventare la concorrenza abbastanza agguerrita.   
La squadra tedesca, però, per cedere subito il suo cartellino pretenderebbe almeno 10 milioni di euro (tutti cash?), troppi per i nerazzurri in questo momento, in quanto cifre di questa entità vanno ovviamente rapportate alle eventuali cessioni (Gagliardini e Gosens restano i principali indiziati, mentre Correa infortunato pare al momento fuori mercato, ma vedremo se guarirà in tempo).

Ma resta da capire, pur con le comprensibili e arcinote, trite e ritrite, vicende finanziarie della società meneghina, come un club di importanza storica come l’Inter possa proseguire su questa strada impervia, che ogni anno la costringe (per ora, in attesa di un facoltoso acquirente, ma che non si vede ancora all’orizzonte) o a vendere qualche pezzo pregiato o a cercare parametri zero e a rinnovare contratti con ingaggi decurtati a parecchi giocatori ultratrentenni, non solo perché ancora sembrano, tutto sommato, ancora bravi, ma per non addossarsi l’onere dell’acquisto di nuovi giocatori, tant’è che l’età media della squadra è la più alta della serie A.
Ma quest’ultimo problema non si potrà eludere ancora per molto. Del resto, almeno in parte si può rimediare subito mettendo, sia pure a malincuore,  fuori rosa Handanovic (che, per altro, pare non voglia fare il secondo portiere) e Cordaz, i più anziani del gruppo.
Ma io vorrei che la Società cedesse anche uno tra Darmian e D’Ambrosio, almeno nel mercato estivo,  e c’è da chiedersi se Acerbi, pur bravo, possa ancora offrire un rendimento accettabile per un altro anno. 
Su Dzeko faccio un discorso a parte, perché se arrivasse Thuram, il giocatore bosniaco sarebbe un degno quarto, e perché no, terzo attaccante, dipende anche da chi verrebbe al posto di Correa o di Lukaku, se non restassero entrambi, ma io gli proporrei comunque un contratto solo annuale.
Del resto, il Milan ha tre le sue fila il sorprendente Giroud (di soli sei mesi più giovane) e, soprattutto, il quarantunenne Ibrahimovic, anche se non sta giocando da un pezzo per un infortunio e forse tornerà in campo dopo i Mondiali.
Onana ha giustamente fatto osservare, anche alludendo a se stesso, che solo in Italia un giocatore di 26 anni è considerato troppo giovane!

Ma allora l’Inter cosa aspetta, a parte le fugaci apparizioni di Asslani e Bellanova, ad inserire con più decisione in squadra non solo loro due, ma anche, con gradualità, elementi più giovani come i fratelli Carboni e Iliev? Io farei assolutamente tornare dal prestito Fabbian e lo inserirei dal prossimo anno in prima squadra. Abbiamo, inoltre, Zanotti e Fontanarosa, titolari nell'Italia Under 20, mentre l'Inter Under 17 è un rullo compressore nel suo campionato. Quindi il futuro si presenta roseo, ma i Dirigenti, l'allenatore, terranno conto di questi risultati, o continueranno ad ignorarli? Non è plausibile che tra pochi anni potremmo trovarci dei campioni? Tra i tanti, non tutti emergono a livello di prima squadra, anche come riserva, ma alcuni dovremo tenerceli stretti.
Mi viene il sospetto che Casadei, centrocampista della primavera con spiccate doti di goleador, sia stato ceduto al Chelsea per 12,6 milioni di sterline, quasi 14 milioni di euro, peraltro con il gradimento del giocatore, non solo per monetizzare (almeno questi soldi si impiegassero in parte per Thuram!), ma anche perché nell’Inter, e non solo da Inzaghi in poi, mi pare che ci sia da molti anni una certa idiosincrasia ad inserire i giovani talentuosi della Primavera, forse con la classica scusa di evitare di “bruciarli”, tanto che si preferisce venderli (l’esempio, ulteriore, di Zaniolo so che può sembrare ripetitivo, ma è illuminante). Evidentemente si preferisce che vadano a rafforzare le altre squadre? 
Mi domando se oggi come oggi l’Inter immetterebbe in prima squadra, nel giro di pochi anni, giovani promettenti under 20 del vivaio come a suo tempo furono Giuseppe Baresi, Riccardo Ferri, Beppe Bergomi, guarda caso tre difensori. Né ci si dedica troppo ad una politica di scouting, da affidare ad ex grandi giocatori, teoricamente i più idonei a valutare le doti tecniche, per trovare in altre squadre giocatori di talento futuribili.
Non capisco perché l’Inter si sia fatta soffiare Matturro dal Genoa, a meno che non sussista un patto segreto (o tacito) tra le due società, un gentlemen’s agreement in vista di un futuro utilizzo nell’Inter, come nel caso di Lukaku fino al 2024.

Ma una società che come la Beneamata non dispone di molti mezzi finanziari (per usare un eufemismo), poiché non può competere con i club maggiori per acquistare grandi campioni, se non sporadicamente, deve per forza di cose scovare alcuni giovani, e scommettere su di loro,  assumendo ogni tanto qualche rischio (male che vada li rivenderà, se non dovessero affermarsi), abbandonando, almeno in parte, la forma mentis legata ai risultati contingenti, da conseguire hic e nunc con i giocatori già affermati. Non ci si può limitare al presente, bisogna avere uno sguardo anche sull’avvenire, non si svecchia una rosa da un anno all’altro, va fatto con gradualità, inserendo anche due-tre giovani elementi ogni anno, ma senza troppi tentennamenti, non solo quando ci sono troppi infortuni, come nel caso di Miretti e Fagioli nella Juventus.

Non si può testare il valore dei giovani concedendo loro, ogni tanto, scampoli di alcune partite, non serve proprio a nessuno né a loro né alla Società cui appartengono.