“Aspettiamo la fine, voglio aspettare la fine…!”

Correva l’anno 2002, era il 5 maggio, ore 16:50.

Le parole sono quelle di Marcello Lippi, allenatore della Juve che aveva appena vinto 2 a 0 sul campo dell’ Udinese. Tra le scene di festa per uno scudetto insperato viene fuori lui dalla folla, pronunciando quella frase davanti alle telecamere. Perché a Roma ancora si gioca, e nonostante la Lazio sia avanti 4 a 2 a pochi secondi dalla fine, niente va lasciato al caso. E allora Iuliano è costretto a riporre i sorrisi e gli abbracci nel cassetto, ancora per qualche minuto, e il giornalista a ritirare mestamente il suo microfono. Aspettiamo…

A Torino lo sanno bene, si può ancora vincere o perdere tutto all’ultimo secondo. Come era successo a perugia 2 anni prima, come sarebbe successo l’anno dopo in quel Juventus – Deportivo con gol di Tudor al minuto 92’, fino ad arrivare agli episodi più recenti: gol di Pirlo nel derby, gol di Cuadrado contro la Fiorentina, gol di Dybala contro la Lazio.

E allora aspettiamo la fine, aspettiamo il fischio dell’arbitro a Roma, niente festeggiamenti ancora. Per un campionato che qualche settimana prima sembrava inesorabilmente perso. Che è stato rimesso in piedi, domenica dopo domenica, quando tutti gli altri avrebbero mollato.

Dove gli altri cadono la Juve trova il suo maggiore equilibrio, dove gli altri rinunciano la Juve trova le sue migliori motivazioni…. dove gli altri sarebbero scomparsi definitivamente, la Juve è rinata dalle sue ceneri, e chi pensava di aver visto Icaro bruciare le sue ali per aver volato troppo vicino al sole, stava invece per assistere alla rinascita dell’araba fenice.

In Italia, si sa bene, o si è juventini o antijuventini, non esistono vie di mezzo. Per entrambe le categorie però c’è una costante, un mantra che si ripete incessantemente ogni volta che la Signora scende sul rettangolo verde. Una frase nata probabilmente quel lontano 5 maggio, poi riadattata e scolpita nella mente dei tifosi, sul muro del nuovo stadio, all’interno delle maglie dei giocatori. Perché quando si vestono i colori bianconeri deve essere chiaro che si darà l’anima fino all’ultimo secondo disponibile, ogni maledetta domenica o mercoledì di coppa, contro tutti e contro il tempo, dimostrando di essere i più forti, mentalmente e sul campo, nonostante le accuse, i sospetti, le condanne…. Fino alla fine!