Chi di noi non avrebbe scommesso ad occhi chiusi che al momento dell'annuncio della mancata conferma di Massimiliano Allegri sulla panchina bianconera per la stagione 2019/2020, la Juventus avesse già assoldato il nuovo tecnico cui affidare la squadra per l'assalto decisivo alla tanto agognata Champions League?

Era un giorno di metà maggio, venerdì 17 per l'esattezza... mhhhh.... non sarà mica colpa della congiuntura calendaristica che a distanza di quasi un mese tutto ancora taccia?

Oddio, Fabio Paratici (a proposito, credete che con lo stipendio che guadagna in qualità di direttore sportivo potrà prima o poi permettersi un auricolare senza fili o dovremo vederelo ancora per molto tempo andare in giro con quella matassa di plastica bianca raggomitolata lungo le orecchie...?) continua ad ostentare spavaldamente una apparente intaccabile dose di chiarezza di idee e sicurezza, salvo -  ha aggiunto egli stesso - l'avere un vaglio molto ampio di possibili allenatori (il che cozza un pò con il concetto di "idee molto chiare" ma vabbé...).

Fatto sta che allo stato attuale, al netto delle dichiarazioni filo "Alta fedeltà" di Pep Guardiola, del braccio di ferro tra Marina e Ramadani per liberare Sarri, del "No grazie, a Torino mi massacrebbero dopo i miei trascorsi" di Mourinho, della firma del rinnovo alla Lazio per Inzaghi e al Bologna di Mihailovic, rispetto ai nomi sin qui a più voci sostenuti dagli addetti ai lavori, del prossimo allenatore della squadra Campione d'Italia non c'è neanche l'ombra!

Qualcuno ovviamente presto spunterà, ma certo è che il tanto rinomato decisionismo juventino, le movenze felpate e vincenti sul mercato della dirigenza bianconera, il piglio autorevole ed autoritario con cui il club di Torino ha comunicato perentoriamente di volersi imporre nel mondo del calcio a partire dalla pirotecnica operazione Ronaldo, stentano clamorosamente a palesarsi, a dispetto di un silenzio che sa tanto di malcelata incertezza, di depistaggi più o meno consapevoli e in ogni caso non magistralmente pilotati.

Che il buon Fabio Paratici non avesse ancora ultimato il master "Direttore Generale della Juventus: come quando e perché" a cura di Beppe Marotta?

E che Pavel Nedved stia ripetendo dietro la scrivania quanto fatto vedere in campo, ovvero le sue doti di grandissimo centrocampista, tutto istinto e poca razionalità (come dimenticare l'ammonizione contro il Real Madrid ad una manciata di minuti dal termine della semifinale di Champions league 200/03 per un inutile fallo a centrocampo che gli costò la finale di Mancherster contro il Milan)?

Aspettiamo, dunque - pazienti o impazienti, volenti o nolenti, l'agognato annuncio, che ormai sta assumendo connotati di misticità quasi pari a quello dell'Arcangelo Gabriele... per il momento, non voglio dire che siamo difronte alla puntata must de "La Corrida", ma l'impressione (e da juventina, la paura) che siamo nelle mani di dilettanti allo sbaraglio non è purtroppo del tutto campata in aria.

Ad majora semper!