Il 2 Luglio 1947, presso la contea di Chaves, a nord-ovest dell'isolata cittadella di Roswell (Nuovo Messico, USA) un pallone sonda appartenente alla United States Air Force si schianta al suolo. Le prime ricostruzioni dell'incidente parlano però di un velivolo di natura non conosciuta, scatenando l'interesse e la fantasia dei più.

Settant'un anni e sette giorni dopo viene registrato un nuovo schianto al suolo presso la ridente città di Torino (anche qui, nord-ovest). Questa volta, grazie alle nuove forme di comunicazione, le ricostruzioni tendono ad essere molto più chiare e prive di quell'alone di mistero che hanno caratterizzato lo schianto di Roswell: non è un pallone sonda, questa volta si tratta davvero di un alieno.

È atterrato Cristiano Ro(swell)naldo nella nostra Serie A, ed ha i colori che a molti (a noi interisti in primis) piacciono davvero poco. 'Cristiano Ronaldo alla Juventus', 3 mesi fa, apparteneva a quel campo di idee che si colloca, più o meno, tra il "piantala che sei ubriaco" ed il "ti sei bruciato il cervello". Nel giro di 10 giorni, invece, tutto è cambiato: incredibile, impensabile, inatteso.

Se per i tifosi bianconeri trattasi chiaramente di un sogno ad occhi aperti, per tutti gli altri rischia di trasformarsi in un continuo incubo tra il mercoledì di coppa ed il week-end di campionato con l’ennesima vittima sacrificale. Cosa possiamo fare noi tifosi ai quali la zebra piace solo quando è in Africa?

Un’alternativa sensata al fissare un punto non definito della parete potrebbe essere l’istituire un gruppone di auto-mutuo aiuto dove si prova a ragionare su quale fortuna sia poter vedere tutte le settimane un alieno come Cristiano Ronaldo nel giardino di casa. Farà disastri, distruggendo le nostre difese insieme alla cuccia del cane? Pazienza. Sarà immarcabile, rovinando la tanto cara aiuola? Ce ne faremo una ragione. Cristiano Ronaldo in Italia è una benedizione per l’intero movimento, che pone nuovamente all’attenzione mondiale un campionato, quello italiano, imparagonabile sotto tanti punti di vista e per tanti motivi (soprattutto economici) ad altri come la Premier League o la Liga.

L’arrivo di Cristiano Ronaldo in Italia ha riportato qualcosa che oramai pensavamo sinceramente non tornasse più: la possibilità di sognare l’impossibile, di raggiungere l’irraggiungibile. L’errore più grave sarebbe però quello di pensare che tale opportunità sia riservata esclusivamente ai tifosi della Vecchia Signora; la questione è più ampia e riguarda tutti. E allora sbizzarriamoci, senza porre limiti alla fantasia.

Sogniamo l’assurdo, spingiamoci al di là di 'Cristiano Ronaldo alla Juventus'. Andiamo oltre il "piantala che sei ubriaco" ed il "ti sei bruciato il cervello", magari provando ad esplorare la regione che si trova tra il “rosicone, ti piacerebbe vero?” ed il “ma come ti viene mai in mente”.

Quella della Juventus è la più chiara e cristallina dichiarazione di intenti: la Champion’s League deve arrivare, e l’arrivo di quello che (a mio avviso) rappresenta la più grande espressione del calciatore completo del nuovo millennio la pone indiscutibilmente come favorita alla vittoria finale.

La Champion’s League però,  purtroppo o per fortuna, è una competizione non lineare e dove non sempre vince il più bravo, il più, forte, il più bello. La Champion’s League è un po’ come una bellissima donna che sa bene il fatto suo e decide a chi concedere un ballo secondo logiche che noi poveri tifosi non capiremo mai; e magari, e qui esploriamo l’assurdo nerazzurro più spinto, invece di cedere al bellissimo sorriso di Cristiano Ronaldo, rimane affascinata dalla lucente pelata di Luciano da Certaldo.