Antonio Conte è da neanche due mesi l’allenatore dell’Inter, e ogni giorno che passa rimango sempre più perplesso circa le sue decisioni e quelle della società per cui lavora.

Di lui si è sempre detto (ed effettivamente i fatti lo confermano) che sia un vincente, uno che fa rendere al meglio i giocatori che ha a disposizione e che porta risultati in breve tempo.

Ed è su questo punto che i dubbi si accumulano di giorno in giorno. Sì perché, tralasciando le tematiche extra campo, e analizzando la questione sotto un aspetto puramente tecnico mi trovo davanti alle seguenti assurdità:

  1. Mauro Icardi, attaccante da 30 gol stagionali, viene svalutato dalla stessa società che ha intenzione di venderlo, dimezzando di fatto il valore del suo cartellino fino ad arrivare a 50-60 mln nel caso più ottimistico. A tal proposito mi viene da contrapporre a questa scellerata gestione quella della Juventus nei confronti di Higuain. Esubero da ormai un paio di anni, è sempre stato valorizzato dalla propria società nel tentativo di rivenderlo al prezzo più alto possibile. In quest’inizio di stagione, già dichiarato sul mercato, è stato messo in mostra nella partita contro il Tottenham, dove tra l’altro ha fatto gol e sfoderato un’ottima prestazione nel complesso, incrementando così l’interesse delle squadre europee che già lo seguivano. L’Inter come ben sappiamo si è comportata in maniera completamente diversa. Ha pubblicamente svalutato sia il giocatore che l’uomo e lo ha escluso dalla tournée, mettendosi di fatto in condizione sfavorevole rispetto a chiunque possa aver fiutato il colpaccio, ovvero acquistare uno dei migliori bomber europei a un prezzo di poco superiore a quello con cui è stato acquistato Andrè Silva, o a quello che il Monaco chiedeva all’Inter per il riscatto del prestito di Keita, o a quanto chiesto dall’Atletico Madrid per la cessione di Angel Correa o dal Lille per Rafael Leao. Questa ovviamente è una colpa che attribuisco alla società e non all’allenatore, a cui però imputo il fatto di non avere nemmeno per un secondo pensato di rilanciare Icardi. Anche perché da troppo tempo ho una domanda che mi assilla: supponendo di arrivare all’ultimo giorno di calciomercato con Icardi ancora in rosa, se dovesse arrivare la Juventus (o il Napoli) con 40 mln cash, la società preferirebbe regalarlo a una diretta rivale o tenerlo fino a Gennaio in tribuna? E soprattutto, davvero avrebbe la forza e allo stesso tempo la stupidità di tenere un giocatore del genere in tribuna togliendo valore alla squadra e aumentando allo stesso tempo la probabilità di perderlo a zero un anno dopo?
  2. Veniamo dunque al secondo punto, strettamente legato al primo, ovvero la malsana idea di investire 100 mln (Lukaku 85 + Dzeko 15) per acquistare due giocatori che insieme non valgono l’attaccante che stai tentando di vendere, per altro a cifre molto più basse. Stiamo parlando di un attaccante giovane che raramente è salito sopra i 20 gol stagionali, e di uno altro in fase calante che per quanto tecnicamente forte è sempre stato molto altalenante nel rendimento. Potrei comprendere la manovra nel caso in cui la squadra avesse problemi di bilancio e vendendo Icardi a 120 mln e acquistando Lukaku a 80 avrebbe un attaccante un po’ meno forte ma altri soldi da investire sul mercato, ma ai prezzi di cui stiamo parlando adesso è puro masochismo.
  3. Nainggolan, acquistato solo un anno fa per un prezzo complessivo di 40 mln (a cui sommare la perdita del giovane Zaniolo) con l’onere di cambiare identità alla squadra con la propria cattiveria agonistica è stato messo fuori rosa perché “non rientra nel progetto tecnico”. Considerando che il giocatore è sempre piaciuto a Conte, che non si discutono le qualità in campo del ninja, che sarebbe la perfetta chioccia per giocatori come Barella e soprattutto che sarebbe il leader e trascinatore ideale in una squadra che ha sempre peccato di carattere, pare abbastanza scontato che le motivazioni siano caratteriali. Ed è qui che sta l’assurdità, perché pur non comprendendo il fatto di voler perdere un giocatore del genere, che tra l’altro sta facendo di tutto per convincere l’allenatore a dargli una seconda chance con impegno e dedizione, potrei anche lasciar correre, ma non se la richiesta del mister per sostituirlo è un certo Arturo Vidal, fotocopia in campo ma soprattutto fuori del sopracitato Nainggolan. E che nessuno mi venga a dire che Vidal si comporta diversamente, perché ricordo bene i commenti quando l’anno scorso sembrava che l’Inter dovesse acquistarli entrambi, “almeno fanno serata insieme”, “la coppia di ubriachi” ecc. ecc. Quindi se, e spero vivamente di no, Nainggolan dovesse essere venduto e rimpiazzato da Vidal, come giustificherebbero la manovra?
  4. Dopo un mese in cui sembrava che Perisic, dopo anni di malumori e voglia di cambiare aria, si fosse deciso a rimanere con le giuste motivazioni, viene pubblicamente denigrato dal proprio allenatore perché non adatto a fare l’esterno a tutta fascia. Tralasciando le mie valutazioni sulla scelta, stiamo parlando dell’ennesimo epurato e di conseguenza svalutato e sicuramente venduto a prezzo di saldo. In un mese Icardi, Nainggolan e Perisic, ovvero i capisaldi dell’Inter della scorsa stagione vengono messi fuori rosa e svalutati, per una probabile perdita complessiva di un centinaio di milioni. Considerando che gli anni scorsi Ausilio era costretto a contrattare per mesi per limare qualche milione da prestiti con diritto di riscatto mai riscattati, davvero improvvisamente la società si può permettere questa perdita?
  5. Nel mio immaginario fare una campagna acquisti, soprattutto se l’obiettivo stagionale dichiarato è provare a vincere qualcosa, e alla prima stagione libera dalle restrizioni del FFP, vuol dire rinforzare la squadra. Ecco allora mi chiedo, davvero la giusta tattica è vendere Icardi, Nainggolan, Perisic e (tentare di) rivitalizzare mezzi giocatori come Candreva e Dalbert e puntare su calciatori finiti come Dzeko?


Sono ancora convinto che nonostante le premesse questa stagione non sia da buttare via, da un paio di giorni sono tornato ad essere fiducioso, ovvero da quando ho letto delle possibili dimissioni di Antonio Conte.