Con la serata di oggi scatta la seconda giornata della massima serie calcistica italiana. Ecco le 4 principali questioni che gli anticipi Juve – Lazio alle ore 18.00 e Napoli – Milan alle ore 20.30 portano con sé.

Qui Juve: la “questione” Ronaldo

La gara della Vecchia Signora al Bentegodi ha avuto molteplici sfaccettature, la più importante delle quali è stata il debutto in maglia bianconera di Cristiano Ronaldo. Una partita del tutto particolare per lui, un match che non ha portato al tanto sperato primo goal in serie A. Questa sera, al suo debutto tra i tifosi nello stadio di casa, scommettiamo che il portoghese cercherà con coraggio la prima marcatura ufficiale.

Il nodo da sciogliere per Mister Allegri sarà quello del miglior schieramento per garantirgli quel goal. A Verona è stato sotto gli occhi di tutti il miglioramento delle prestazioni del neo fuoriclasse juventino quando gli è stato affiancato Mandzukic (permettendogli così di scivolare maggiormente sulla fascia sinistra dell’attacco). Più opaca la prestazione con lo schieramento iniziale quando è stato posto come punta centrale, anche se i movimenti e gli spunti sono stati tutt’altro che trascurabili. Questa sera vedremo quali scelte avrà adottato il mister, sicuramente i compagni di reparto dovranno imparare a dialogare meglio con lui per potergli servire un maggior numero di palloni da finalizzare, il talento a CR7 non manca di sicuro.

Qui Lazio: Milinkovic - Savic cercasi

Era ed è il miglior giocatore nella rosa dei biancocelesti. Dopo una sessione di calciomercato in cui sembrava potesse partire, ma dalla quale non sono arrivate offerte che convincessero il presidente Lotito, è ora chiamato a confermarsi leader tecnico dell’undici di Inzaghi.

Nella prima uscita contro gli azzurri di Ancelotti era certamente l’uomo più atteso ed è stato opaco e impalpabile, a tratti il peggiore in campo.

Da questa partita contro un’altra grande squadra come quella bianconera (potrebbe essere il suo futuro?) ci si aspetta da lui un vero salto di qualità sia in termini di presenza in campo che di giocate e finalizzazioni. Per dimostrare di essere un giocatore che meriterebbe i galloni del titolare anche in un qualsiasi top club europeo questa è l’unica strada da seguire.

Qui Napoli: cabina di regia nelle mani di Hamsik

La grossa novità di quest’anno in casa Napoli è l’approdo in panchina di uno degli allenatori più vincenti, Carlo Ancelotti. Il tecnico di Reggiolo è chiamato a prendere le redini della creatura di Sarri (sbarcato a Londra sponda Chelsea) e di portarla alla caccia di un trofeo che sotto il Vesuvio manca ormai da molto tempo.

Già dalla prima uscita si è vista la nuova impronta del tecnico, una su tutte il centrocampo post Jorginho affidato, da Ancelottiana visione, nelle mani di Hamsik. I 90 minuti dell’Olimpico hanno offerto spunti su questo fronte e senza ombra di dubbio non possiamo chiamarlo, almeno per ora, un esperimento riuscito. La prestazione del capitano è stata intermittente e a due facce: ineccepibili le qualità sotto gli aspetti della visione di gioco e della tecnica sopraffina nei passaggi ai compagni, più discutibile la velocità di crociera impostata dallo stesso Hamsik, troppo lenta e compassata per un calciatore in quel ruolo tanto che è stato spesso esposto agli attacchi dei giocatori avversari. Bene continuare l’esperimento ma lo slovacco avrebbe bisogno di due fedeli scudieri nella metà campo che possano aiutarlo. Dalla panchina Diawara osserva con attenzione.

Qui Milan: una squadra sulle spalle di Higuain

Il mercato della nuova dirigenza rossonera ha portato in casa Milan l’uomo della provvidenza Higuain. L’argentino è la punta che mancava tremendamente alla squadra di Gattuso, bisognosa come non mai di un attaccante che portasse in eredità un buon numero di goal.

Higuain, al debutto con la nuova maglia contro il suo primo club di serie A sembra pronto a caricarsi a suon di reti la propria squadra sulle spalle per traghettarla verso il raggiungimento degli obiettivi stagionali. Il vero nodo in una stagione così lunga è: basta un uomo per far tornare grande la squadra? Il tempo darà le sue risposte e il talento argentino sicuramente metterà tutto se stesso per dimostrare di poter essere leader e trascinatore della propria squadra anche a 31 anni. Sa infatti benissimo che la qualificazione alla prossima Champions League passa giocoforza per la sua prolificità.