A causa dell’emergenza sanitaria in corso, si stanno ventilando diverse ipotesi per la ripresa dei campionati.
Sia ben chiaro, problema secondario rispetto al momento drammatico che stiamo vivendo oramai a livello globale, ma comunque, se vogliamo, un modo per cercare di trovare una leggera distrazione da un periodo che muterà, volenti o nolenti, la nostra quotidianità.
Una delle idee che trovo più praticabili e che da sempre hanno stuzzicato la mia fantasia, ben prima di questa situazione, è quella di sviluppare la stagione calcistica non più a cavallo tra due annate distinte, bensì di disputare tutto nel corso dell’anno solare.
In pratica, non avremmo più la Serie A 2020/21 ma solo Serie A 2021; e così via anche per gli altri titoli.

Questa soluzione non è una novità in ambito sportivo: si pensi ai motori, al tennis, al ciclismo, dove i campionati sono tutti realizzati nell’arco dei dodici mesi solari. Certo, quelli citati sono sport individuali, al contrario di quelli di squadra per cui, per esigenze di preparazione e motivazioni meteorologiche, è sempre stato previsto l’accavallamento tra due lassi temporali diversi.
Però, con i dovuti accorgimenti, anche questo problema potrebbe essere ovviato.

Ecco, dunque, la mia semplice proposta.
Ovvio, non verrà mai realizzata una cosa simile e chi scrive sa bene che è solo un’utopia, ma sarebbe interessante confrontarsi sulle idee di rinnovo dei tempi di gioco perché, lo sappiamo bene, difficilmente si ritornerà agli standard finora adottati.

  • Gennaio: pausa+preparazione+mercato

Il mese di gennaio rappresenterebbe il vero avvio dell’anno calcistico.
Complice anche l’inverno che abbraccia tutta Europa (con differente intensità), il quale non permetterebbe di avere delle prestazioni di livello, si utilizzerebbe questo mese per rifiatare (prima settimana) e poi per effettuare la preparazione (le restanti tre) in modo da poter partire con l’avvio della nuova stagione in modo efficiente.
Parallelamente, si avrebbe la sessione di mercato invernale, che diverrebbe quella fondamentale, visto che servirebbe per allestire l’organico che dovrebbe essere quello di partenza in vista dell’inizio del campionato.
Uniche competizioni da disputare sarebbero le supercoppe nazionali, che avrebbero il compito di aprire ufficialmente la stagione.

  • Febbraio-Giugno: campionati nazionali

L’idea di fondo dell’anno solare, a mio avviso, dovrebbe essere quella di evitare di giocare più competizioni insieme ma, al contrario, di permettere lo svolgimento di tornei a compartimenti stagni, in modo da assicurare il massimo impegno per una determinata manifestazione e garantire sempre il massimo livello di professionalità.
Per concentrare in quattro mesi e mezzo un campionato, però, occorrono due fattori imprescindibili: profondità delle rose dal lato tecnico e, soprattutto, riduzione del numero massimo di partecipanti a 16 squadre.
Tra le varie proposte di questo periodo si sente spesso parlare di allargamento dei campionati addirittura a 22 o 24: davvero questa stagione non ha insegnato che non bisogna mettere eccessiva carne al fuoco?
Lo stesso presidente FIFA Infantino, in una recente intervista, ha dichiarato che questo momento può essere utilizzato per prendere in considerazione il fatto che sarebbe opportuno generare sfide di qualità e non tese alla quantità. Certo, le contraddizioni della Coppa del Mondo allargata o del Mondiale per Club rimangono, ma mi trovo d’accordo con quanto affermato dal numero uno del calcio iridato: ridurre il numero di match consentirebbe di vivere dei campionati federali molto più combattuti e favorirebbe la competitività di tutti i club in ogni zona della classifica (piazzamenti europei e zona retrocessione comprese).
Ogni torneo avrebbe le proprie ammesse alle coppe internazionali, che verrebbero disputate qualche mese dopo rispetto alla fine dei campionati.
Con i format a 16 squadre, i tornei finirebbero tutti entro metà giugno, permettendo alle Nazionali di avere la seconda metà del mese per poter giocare o preparare le eventuali grandi manifestazioni.

  • LUGLIO: Mondiali, competizioni continentali e Mondiale per Club

Il mese di luglio sarebbe dedicato alle principali attività estive: negli anni pari si disputerebbero le varie competizioni organizzate dalle confederazioni territoriali (Europei e Coppa America), mentre negli anni dispari si potrebbe disputare il Mondiale per Club ormai introdotto dalla FIFA.
Ovviamente, verrebbe abolita la Nations League, esperimento completamente fallito, a mio avviso, in quanto strutturalmente senza senso.

  • AGOSTO: Pausa+preparazione+mercato

Il mese di agosto sarebbe una sorta di gennaio-bis. Garantire il riposo per gli atleti e poi, nella seconda parte, consentire una nuova preparazione in vista delle competizioni internazionali.
Anche il mercato riaprirebbe (potrebbe anche anticiparsi a luglio in modo da avere più tempo), il quale fungerebbe da correttivo per poter affrontare al meglio le diverse manifestazioni europee.

  • SETTEMBRE-NOVEMBRE: Coppe internazionali

Il culmine dell’anno, dunque, avverrebbe in questo periodo.
Le coppe europee troverebbero un collocamento esclusivo e ampio, permettendo di utilizzare anche i weekend, tanto cari soprattutto al prodotto Champions League.
Con una soluzione del genere, i tre modelli europei previsti dovrebbero tutti avere dei format con una prima fase a gironi e, successivamente, eliminazione diretta, in modo che chiunque partecipi possa avere un certo numero di match da poter disputare.
Io opterei per un allargamento della Champions League a 48 squadre, proponendo otto gironi da sei squadre, avendo così dei minicampionati, prima di partire con gli ottavi di finale.
Modello simile anche per Europa League e Conference League.
Ovviamente, i meccanismi potrebbero essere i più svariati.
Ciò che conta è che, con tale impostazione, avremmo delle coppe europee vissute in modo organico, senza interruzioni, appassionandoci come fossero un Mondiale, divenendo delle vetrine molto più performanti di quanto già non siano.
Inoltre, spesso ci si lamenta dello scarso impegno, ad esempio, in Europa League: disponendo in questo modo, non ci sarebbero più scusanti, in quanto nessuno dovrebbe affrontare contemporaneamente il campionato e, quindi, si avrebbe l’obbligo e, si presume, la voglia di competere per vincere, dando luogo a sfide interessanti a tutti i livelli.
Per ciò che concerne le partecipanti, si farebbe riferimento al piazzamento ottenuto nel campionato concluso appena tre mesi prima.
Le coppe internazionali si concluderebbero entro metà novembre.
Ciò consentirebbe anche di utilizzare le due settimane restanti alle Nazionali, che potrebbero disputare i match di qualificazione alle varie competizioni.

  • DICEMBRE: Coppa Italia

Dopo un anno impegnativo, a conclusione, avrebbe spazio la coppa nazionale, da disputare anche magari durante le festività natalizie.
Una manifestazione che potrebbe disputarsi stile Mondiale per Nazionali: trentadue partecipanti, divise in otto gironi da quattro con tre partite da giocare solo in sedi predefinite, per poi iniziare la fase di eliminazione diretta fino alla finalissima.
Parteciperebbero di diritto le squadre che hanno ottenuto un piazzamento nelle coppe europee.
Le altre verrebbero determinate tramite delle qualificazioni impostate su base regionale: durante lo svolgimento delle coppe europee, infatti, le squadre non attive giocherebbero dei turni di qualificazione alla coppa nazionale con le altre corregionali, magari istituendo dei veri e propri trofei per la migliore del territorio, rinvigorendo le grandi sfide campanilistiche che da sempre sono il sale di questo sport e, nello stesso tempo, consentire di avere una Coppa Italia riformata e realmente partecipativa, da Bolzano a Enna.
Ovviamente, la trionfatrice giocherebbe la Supercoppa a gennaio.
Cosa ne pensate?




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