Nella storia del calcio italiano rimangono celebri alcune frasi, fra cui una del vulcanico presidente catanese Angelo Massimino, il quale, al termine di una roboante e dispendiosa campagna di rafforzamento estiva nella quale aveva completamente rinnovato la rosa della squadra si sentì apostrofare da un giovane giornalista: “Presidente, al Catania manca Amalgama”. Dopo un attimo di perplessità il generoso dirigente rispose “Ditemi dove gioca e io lo compro, ma poi non chiedetemi più nulla”.

L'episodio mi è venuto in mente quando negli ultimi giorni del calciomercato mi sono scoperto a tifare contro l'arrivo dei vari calciatori che venivano man mano accostati al Milan. Credo che i continui stravolgimenti della squadra negli ultimi anni mi abbiano nauseato senza che me ne accorgessi e abbiano intossicato gran parte della tifoseria, che ormai sembra incapace di godersi anche i rarissimi momenti belli.
E in fin dei conti cosa ci vuole per passare qualche bel momento?
Basta un allenatore poco più che medio, che sceglie un modulo adatto alle caratteristiche dei giocatori, che ci insiste sopra, una dirigenza che acquista giocatori utili e una proprietà che non stravolge tutto ogni 10 mesi pensando che il calcio sia collezionare figurine.

Così facendo, confermando la maggior parte della squadra, dando fiducia ai tanti giovani e accompagnandone la crescita si acquista anche il famoso Amalgama, giocatore non pubblicizzato e neanche decantato, ma grazie al quale si evitano false partenze come quella dell'anno scorso, nel quale abbiamo fatto 6 punti nelle prime 6 partite e 13 punti nelle prime 13 compromettendo da subito ogni speranza o ambizione e rendendo inutile la successiva rincorsa.
Ora siamo a 9 punti dopo 3 partite e il miglioramento mi sembra importante. Non so quanto sia costato questo Amalgama, e neanche ho capito bene in che ruolo giochi, ma direi che di meglio non si poteva comprare.