Un Atletico compatto e solido in difesa, soffre per novanta minuti ma porta a casa una qualificazione importantissima. Il cholismo ha la meglio ancora una volta sul gioco intenso e offensivo proposto da Klopp. Il racconto di un'altra memorabile serata di Champions League.

In una fase delicata della storia dell'Europa, sorpresa da un nuovo e temibile virus, Anfield non sembra preoccuparsi, almeno per oggi: è una serata non particolarmente fredda ma piovosa e ventosa a Liverpool. I tifosi dei Reds accolgono calorosamente la squadra al suo arrivo allo stadio e la sostengono come al loro solito durante tutto il match. Dopo il sempre emozionante "You 'll never walk alone" cantato a squarciagola dai 50mila di Anfield e che sovrasta anche l'inno della Champions League proveniente dagli altoparlanti dell'impianto, l'arbitro olandese Makkelie dà il via alla gara.

I padroni di casa hanno il compito di segnare almeno un gol per allungare la gara e portarla ai tempi supplementari e hanno a disposizione 90 lunghi minuti.
Il Liverpool parte subito forte macinando chilometri su chilometri e schiacciando nella sua metà campo minuto dopo minuto l'Atletico Madrid, che per sua natura è bravissimo a difendersi ma deve prestare particolare attenzione, dal momento che sul prato di Anfield anche le cose più semplici possono diventare difficili. Resiste fin quando può il Cholo, affidandosi ai miracoli di uno strepitoso Oblak, ma deve arredendersi al minuto 43 quando Oxlade-Chamberlain indirizza sulla testa di Wijnaldum un traversone preciso: l'olandese vola più in alto di tutti e fa 1-0 all'intervallo (che dopo l'1-0 di Madrid significa tempi supplementari). Nella seconda frazione il canovaccio della gara non cambia: il Liverpool fa la partita, l'Atletico si difende come può per allungare il match ai supplementari. Gli uomini di Klopp costruiscono molto ma non sono altrettanto bravi e fortunati a chiudere l'incontro e la qualificazione: ci provano Alexander-Arnold (sul suo potente diagonale da fuori aerea ci vuole un super intervento di Oblak), Robertson (il colpo di testa dello scozzese centra in pieno la traversa), Salah (il più pericoloso dei suoi), Manè (autore di due splendide rovesciate senza però riuscire a inquadrare lo specchio della porta) e Firmino (spinto dal classico coro "Sí señor" proveniente dalla Kop e a lui dedicato), ma l'Atletico resiste e prova a colpire ripartendo in contropiede con qualche discesa del poco João Félix e del nervoso Diego Costa. Al minuto 93, da una punizione battuta dalla trequarti da un ottimo Renan Lodi, gli ospiti avrebbero trovato il gol del vantaggio e della qualificazione con Saul: il centrocampista spagnol però parte da una evidente posizione di fuorigioco, e il gol viene giustamente annullato.

E nei 15 minuti del primo tempo supplementare succede tutto quello che non è successo nei primi 90' regolamentari. Firmino trova subito il gol che manda in estasi i 50mila di Anfield: per Klopp la strada verso la qualificazione si fa ora in discesa, per Simeone invece si profila una serata amara. 2 minuti più tardi ci pensa Adriàn a spostare la qualificazione dalle parti di Madrid: un pallone perso malamente dall'estremo difensore spagnolo (che sostituisce l'infortunato Alisson) manda in porta Marcos Llorente che fa 2-1. Il suo gol pesa come un macigno in ottica qualificazione. I Reds ci provano ma non sembrano avere la forza e soprattutto le energie per reagire. I padroni di casa hanno accusato il colpo: il Cholo lo sa e vuole chiudere la pratica. Al minuto 105 un'altra prodezza balistica all'ombra della Kop del centrocampista spagnolo ex Real Madrid fa esplodere il settore ospiti stracolmo di tifosi provenienti da Madrid. Il Liverpool ha il disperato bisogno di trovare due gol entro il 120' per centrare la qualificazione, ma con il passare dei minuti è l'Atletico Madrid ad avvicinarsi sempre di più ai quarti di finale. E a giochi praticamente chiusi, con il Liverpool tutto spinto in avanti, Alvaro Morata riparte in contropiede e supera con un preciso interno mancino Adriàn. É la notte del Cholo, è la notte dell'Atletico madrid che, a un anno preciso dalla clamorosa eliminazione all'Allianz Stadium di Torino per mano della Juventus, supera lo scoglio degli ottavi di finale e conquista il passaggio del turno. Un quarto di finale al quale Simeone arriva consapevole di aver battuto sia all'andata sia al ritorno la macchina perfetta di Klopp, campione d'Europa e del mondo in carica.

Anfield piange ma ringrazia e applaude la sua squadra: con una Premier League già in tasca da mesi (il +25 sul Manchester City non lascia più alcun dubbio sull'esito di questo campionato) i Reds giocavano di fatto in una sola competizione. Mancheranno ora gli stimoli nelle partite a venire, ma a fine stagione i Reds potranno comunque festeggiare: dopo 30 anni il Liverpool salirà nuovamente sul tetto d'Inghilterra.