Parlando in gergo automobilistico, ad inizio stagione l'Empoli nella griglia di partenza del campionato di Serie B occupava la terza, forse quarta posizione tra le formazioni in lizza per la promozione in Serie A.
Davanti a tutti infatti c'era il Palermo, poi il Frosinone e, a battagliare per il terzo gradino del podio, proprio i toscani e il sempre presente Bari, autore ancora di un mercato estivo con diversi arrivi dalla Serie A.
Ora, a sette gare dal termine, l'Empoli ha ormai già più di un piede nella massima divisione calcistica italiana. Grazie al 3-2 sulla Pro Vercelli, una partita ricca di emozioni, i toscani sono saliti a quota 70 punti in classifica, a +11 proprio su Frosinone e Palermo. Una situazione di classifica che era impensabile fino a quattro mesi fa. Il 17 dicembre infatti l'Empoli era quinto in classifica con 30 punti, a -5 dalla vetta. E in panchina sedeva Vincenzo Vivarini. La notizia dell'esonero del tecnico di Ari, arrivata dopo il pareggio con la Cremonese, che fino a quel momento aveva raccolto 1,5 punti a partita (una media comunque di tutto rispetto e che dovrebbe permettere di disputare i playoff) arrivò come un fulmine a ciel sereno.
E se il cambio in panchina venne considerato sorprendente, anche il nome di Aurelio Andreazzoli come nuovo titolare della panchina del Castellani aveva sollevato non poche domante tra i tifosi toscani. Ma non solo. Sul web in tanti infatti consideravano scellerata la scelta del tecnico toscano che nella sua carriera ha vissuto principalmente esperienze come vice allenatore, con Luciano Spalletti, e come assistente tecnico, in ordine sparso, di Vincenzo Montella, Luis Enrique, Rudi Garcia e Zdenek Zeman, tecnico che sostituì alla Roma. L'arrivo di Andreazzoli ad Empoli ha generato un vero e proprio tornado in senso positivo. Alla prima partita, il 21 dicembre, arrivò un pareggio per 1-1 contro il Brescia.
L'inizio di un percorso meraviglioso per l'Empoli che ad oggi 16 aprile non ha ancora perso con il nativo di Massa in panchina. In 16 partite sono arrivate infatti 12 vittorie e 4 pareggi, 2,50 punti e mezzo a partita. Un percorso praticamente perfetto che proietta in A l'Empoli dopo una sola stagione da quella sciagurata retrocessione del 2016-2017. Ma cos'è cambiato con Andreazzoli? Poco, se guardiamo al mercato iniziato proprio due settimane dopo l'arrivo del toscano in panchina. Tanto, se invece parliamo del gioco. Con l'ex collaboratore di Spalletti prima di tutto si prendono meno reti.
Merito anche del nuovo sistema di gioco, dal 3-4-1-2 al 4-3-1-2, meno spregiudicato con la difesa a 4 dove un ruolo preponderante lo ricoprono due giocatori d'esperienza come Manuel Pasqual (arretrato di qualche metro rispetto all'esperienza con Vivarini) e Domenico Maietta. Linea difensiva che copre la porta con Gabriel, ex Milan e protagonista della storica promozione del Carpi in A nel 2014-2015, che ha sostituito Ivan Provedel infortunato.
A centrocampo si è passati da una linea a 4 ad un terzetto composto nella maggior parte dei casi dagli incursori Isamel Benaccer e Rade Krunic, mentre la cabina di regia è stata assegnata a Michele Castagnetti. La scelta più importante forse è quella di utilizzare come trequartista Miha Zajc. Con Vivarini il talento sloveno era sceso in campo da titolare solamente quattro volte, mentre con Andreazzoli è sempre in campo dal 1'. Fiducia ripagata dal classe '94 con ben 5 gol e 7 assist, oltre a tante altre giocate di talento. In attacco poi l'Empoli si sta dimostrando un'autentica macchina da guerra con la coppia composta da Francesco Caputo, 24 gol, e Alfredo Donnaruma, fermo a quota 16. Ma a cambiare oltre al sistema di gioco è stato, ed è tutt'ora, anche il modo di scendere in campo da parte della squadra del patron Corsi.

Linee più strette, pressing alto e ritmo forsennato sono le carte vincenti di un Empoli che ha sbaragliato la concorrenze delle avversarie segnando quattro reti a Perugia, Bari, Palermo e Parma. Non le ultime della classe quindi.
Un Empoli garibaldino e che attende solo la matematica certezza della A, con al timone di comando un Andreazzoli che sembra aver trovato, finalmente in solitaria, la sua isola felice.