A differenza del Carlo Martello cantato da De Andrè, quello che torna dalla battaglia di Poitiers e lo accoglie la sua terra cingendolo d'allor, André Silva si appresta a ritornare al Milan che lo accoglie a braccia chiuse e costretto dagli eventi, in quanto gli spagnoli del Siviglia hanno avuto modo di schifarlo a sufficienza per non volerne più sentire neanche pronunciare il nome. Non parliamo poi di esercitare il diritto di riscatto.

Un anno fa, dopo aver seguito André Silva al Milan per un anno intero, cedendo talvolta alla speranza di poterlo giudicare positivamente, conclusi che il portoghese è un bluff della più bell'acqua ovvero uno di quei bidoni belli grossi e sostanziosi che di tanto in tanto vengono rifilati alle società. E' un bambolino di gentile aspetto, col viso pulito da fidanzatino ideale delle adolescenti, che inganna per l'eleganza del suo portamento e per quella capacità da ballerino di tango di mantenere sempre una postura impeccabile. Non è, tuttavia, un giocatore di calcio, perchè il calcio è sport di movimento e questo ragazzo è buono soltanto a palleggiare da fermo o a battere a rete quando i compagni riescono a servirlo smarcato, dandogli per giunta la palla precisa sul piedino. Non segue l'azione e non sa muoversi in una squadra di calcio, che è un'entità collettiva. In questa stagione ha avuto una fiammata a inizio stagione, durata un mese e mezzo o forse due, ma poi è tornato nell'anonimato tipico di coloro che son nati per fare altro, ma non giocare a calcio da professionisti. Pensando anzi a quanto sia stato criticato Egidio Calloni ai suoi tempi, mi viene da pensare che il centravanti rossonero di Busto Arsizio sia stato vittima di una colossale ingiustizia, perchè rispetto ad André Silva sarebbe stato da Pallone d'Oro. Rispetto ad André Silva, ovviamente, chiariamolo.

Qualche buontempone, seguito da chi ha le fette di salame sugli occhi, ha sostenuto in passato che si tratti di uno dei migliori in Europa della sua età. E qui commenterei: "Figuriamoci gli altri!". Del resto questa storia dell'età va un po' rivista, in quanto il portoghese è un classe '95 che a novembre compirà 24 anni. Comincia a essere, insomma, un po' cresciuto e pasciuto perchè si possa usare l'espressione "alla sua età".

Diciamola tutta, è stato un abbaglio colossale di Massimiliano Mirabelli, il quale non ha commesso solo errori, per carità. visto che l'ingaggio di Pepe Reina ha portato in rossonero un giocatore che potrebbe essere l'uomo giusto per traghettare i rossoneri verso un portiere del futuro diverso da Donnarumma, se questi dovesse essere ceduto per risanare il bilancio. Se tuttavia prendiamo in considerazione André Silva, ci dobbiamo chiedere come abbia fatto Mirabelli, da talent-scout di professione, a pescare questo tizio qui a prezzi da amatore. Oddio, Mourinho fece la stessa cosa all'Inter con Quaresma, però se queste cose accadono all'Inter è una cosa, mentre se accadono al Milan è un altro paio di maniche, almeno da un punto di vista rossonero.

Voci varie dicono di un André Silva conteso da Olympique Marsiglia, Monaco e Wolverhampton. Ora, ai c.d. Wolves non augurerei mai una sfiga simile, almeno in virtù dei mie ricordi giovanili di globetrotter autostoppista e squattrinato, finito per caso in quel luogo anonimo chiamato Wolverhampton solo perchè l'unico passaggio in auto rimediato era diretto proprio lì (sic...). Potrei augurare la sciagura al Marsiglia, visti i precedenti non felici della mia squadra contro il club francese. La verità, tuttavia, è che è molto poco probabile che il c.d. fesso si trovi, per cui sarà già tanto trovare qualche ottimista che accetti di prenderlo in prestito (probabilmente poco) oneroso con diritto di riscatto che difficilmente sarà esercitato in caso di cifra alta.

Non possiamo farci nulla, purtroppo, dal momento che Mendes è stato molto bravo a farci il colpo del bigonzo, quello che, secondo Celentano nel film Bluff, riesce quando si incontra qualcuno (immaginate voi cosa) che fa rima con bigonzo. E' un errore che ci costerà il mancato acquisto di qualche rinforzo di rilievo, se non la cessione di qualche pezzo buono, ma tant'è. A Livorno, città di mia suocera, direbbero che se uno è bischero la colpa non è certo degli altri.

Cerchiamo, tuttavia, vista la necessità di rimediare agli errori del passato, di non accumularne altri da sistemare per il futuro e, anche se la stagione dovesse concludersi bene o benino, non si ceda alla tentazione di confermare Gattuso. Quando in meno di 3 mesi un allenatore riduce ai minimi termini uno come Piatek e la sua squadra ha birra solo per 4 mesi complessivi, vuol dire che ciò che di buono hanno fatto i suoi dipende molto poco da lui.

Chi dovesse confermare Gattuso si assumerebbe una responsabilità grave.