Non ho ancora capito quanto vale André Silva, questo ragazzo portoghese arrivato in estate per un bel pacco di soldi. Per certi versi è un bel rebus, ma comincia a salire nella mia stima.

In realtà poco mi frega di passo, portamento, tocco di palla, degli arabeschi, dei ghirigori, dei capitelli ionici ecc., quei particolari che fanno impazzire chi non ha capito che, come diceva Gianni Brera, lo stile e la classe sono cose differenti (che poi Brera sbagliasse in pieno nel ritenere che Rivera avesse stile e non classe, è un altro discorso, perché il principio generale era corretto). No, ciò che conta è che il ragazzo, fumoso e timido fin qui, inizia a mostrare di aver capito qual'è l'essenza del calcio: segnare goal. Tutto il resto è fuffa a uso dei talk-show calcistici.

Ieri, nel finale di un match difficile per un Milan col fiatone, si è fatto trovare al posto giusto, al momento giusto e ha fatto la cosa giusta. Certo può essere stato un aiuto soprannaturale, per chi ci crede, a far sì che le acque del Mar Rosso si siano aperte all'improvviso nell'area affollata, consentendo ad André Silva di battere a colpo sicuro. Personalmente tendo a pensare che André inizi a leggere le partite, così come vengono scritte nel campionato italiano, e che sia riuscito a farsi trovare libero dove chiunque avrebbe potuto marcarlo.

Non montiamoci la testa e non montiamola a questo giovanotto, che ha l'aspetto di un tanghèro di Buenos Aires, ma è costretto, forse suo malgrado, a guadagnarsi la pagnotta col calcio e non col ballo. Non gonfiamo la situazione, ma monitoriamo i progressi di questo vitellino che potrebbe diventare un toro da corrida.

Di certo ieri Silva ha dimostrato, una volta per tutte, che
1) è un centravanti vero e proprio
2) deve giocare quanto più vicino possibile all'area di rigore, non avendo esplosività e progressione nei grandi spazi.

Se Silva dovesse confermare la crescita, diventerebbero fattibili le due punte perché Cutrone, che è un centravanti vero a sua volta, è più duttile tatticamente e, pur rendendo meno da seconda punta, si adatta a giocare più largo con risultati dignitosi.