La scelta del vino è sicuramente una questione di gusto, a seconda del menù proposto si accompagna un frizzante, fresco Franciacorta proveniente dalla bassa Bresciana che con le sue bollicine ben si abbina ad un antipasto misto di salumeria, bruschette, tartine, formaggi a pasta tenera oppure può essere un eccellente, corposo Barbera proveniente dai vitigni di Asti e di Alba più adatto ad un menù di grigliate di carne, arrosti, selvaggina, formaggi piccanti e stagionati. 
Ma perchè questa premessa di carattere enologico-culinario, perchè due giovani amici, uno è Beppe tifoso rossonero, l'altro è Enrico tifoso bianconero, stanno consultando la carta di un ristorante nei pressi di Piazza Duomo.  Beppe ha perso la scommessa, il suo Milan è stato sconfitto la scorsa settimana a Torino nella gara contro la Juve e l'oggetto della scommessa è appunto una cena in questo ristorante a carico del perdente.

Nell'attesa che il cameriere porti gli antipasti abbinati ad un buon Franciacorta, Beppe racconta di aver visto in Tv alcuni giorni antecedenti la partita la storia delle due squadre dalle loro origini ad oggi. Ed è con molta sintesi che ne rammenta i contenuti. Il Milan fu fondato il 16 dicembre 1899 (fra poco compie 120 anni) da Herbert Kilpin, un inglese che con alcuni suoi amici tra cui Alfred Edwards che fu il suo primo presidente, conquistò il primo scudetto della storia rossonera nel 1901 cui fecero seguito altri due scudetti nel 1906 e 1907 poi seguirà un silenzio di ben 44 anni! 
La fondazione del Milan avvenne quel giorno in una vineria, nel suo atto di nascita fu scritto: "Saremo una squadra di diavoli, i nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari".
Quel locale era l'allora Fiaschetteria Toscana di Via Berchet a Milano.   
"E dunque i milanisti ebbero subito a che fare con il buon vino Doc e dopo tre scudetti, per smaltir la sbornia se ne sono stati a digiuno per quasi mezzo secolo....ah....ah...ahhh!!" così m'interruppe Enrico ed io in risposta "....Ma vuoi che continui oppure no?!...Ora segue un mezzo secolo che tu sai ....!"  "...uffaa... va bene Enrico passiamo alla storia della Juventus...".
La Juventus venne fondata due anni prima del Milan da un gruppo di studenti del Liceo classico Massimo D'Azeglio in un locale scantinato di Corso Re Umberto al civico 42 a Torino, adibito a garage che recentemente è finito sulle pagine dei quotidiani in quanto i loro attuali proprietari Chiara Borghesio e Davide Biasiol ne hanno deciso la vendita (ma gli scatoloni con bulloni e dadi che assemblavano le biciclette di allora saranno stati conservati?). 
La prima squadra esordì con una maglia di colore rosa, solo in seguito passerà a quella ormai famosa a strisce bianconere. Conquisterà il suo primo scudetto nel 1905. 
Nel 1923 la società bianconera si legherà alla famiglia Agnelli e cioè alla Fiat e i suoi scudetti negli anni coincideranno con il successo delle sue più popolari autovetture: gli anni 30 con la Balilla, gli anni 50 con la Topolino e la 500, gli anni 60 con la 600 e la 850, gli anni 70 con la 127, 128 e poi la Ritmo. 
Anche la Juventus ebbe nei suoi primi anni di vita un presidente straniero, lo svizzero Alfred Dick che a causa di divergenze tecniche sì unì assieme ad altri soci e confluì nella Torinese e nel 1906 fondò il Torino Calcio.
La storia narrata dal documentario prosegue, ma stanno arrivando gli antipasti e con i calici mezzi pieni di Franciacorta i due amici brindano, Beppe:  " Alle nostre 7 Champions League!" ed Enrico: "Ai nostri 37 scudetti... eh no... sono 35... eh no sono 37... e va bene dai, lascia perdere ordiniamo i secondi!". E ordiniamo due grigliate di carne con contorno di patate arrosto e verdure miste, il tutto bagnato da un buon Barbera di annata. Nasce nei vari discorsi una considerazione relativa ai luoghi di origine delle due squadre.
Il Milan è stato partorito in una vineria, magari prima ex birreria visto i natali dei suoi fondatori, gli inglesi ne sono famosi bevitori, ma poi con gli anni hanno preferito coniugare i nostri successi calcistici con delle buone bevute di vino pregiato.
Diversa è la venuta alla luce della Juventus, dei ragazzi studentelli che armeggiano in un garage tra viti e bulloni per assemblare qualche bicicletta e nelle pause tirare due calci al pallone! 
Ma guarda un po' dice Enrico a Beppe, un Milan per quasi un trentennio con le bollicine, direi in una sola parola un "Milan Champagne" a ricalcare le radici della sua nascita, mentre la Juve con i suoi 35 o 37 scudetti dà l'idea di un grosso camion il cui assemblaggio iniziò con l'opera di quei giovanotti in quel garage.  "Forse Enrico hai ragione, il paragone ci sta, disse Beppe, ma se non vincete quest'anno la Coppa con le orecchie quel camion vi conviene smontarlo!".

Siamo alla fine del pasto, tra un calice di vino e l'altro, tra i vari sfottò è sorta la polemica sul numero dei tifosi delle rispettive squadre, io sinceramente ero rimasto ai tempi del Milan di Berlusconi quando di Juve si sentiva parlare molto meno di oggi, ma è con grande stupore che Beppe scopre assieme ad Enrico sullo smartphone che in base ad una recente ricerca fatta dell'Istituto Ipsos tra i tifosi di calcio di età compresa tra i 15 ed i 65 anni le prime tifoserie in Italia sono:  1) Juventus  8.725.000  2) Inter  3.975.000  3) Milan  3.868.000  4) Napoli 2.783.000 5) Roma 1.985000  6) Fiorentina  673.000 7) Lazio 606.000  8) Cagliari  520.000 9) Torino 462.000 10) Bologna 328.000. 
Certo Beppe non pensava che i cugini oltre naviglio avessero superato i rossoneri, ne rimase male, ma ancor più male rimase quando il cameriere portò il conto, ma s'incupì non tanto per la cifra totale, ma perchè nel dettaglio delle voci vide la bottiglia di Franciacorta marcata a 29 mentre il Barbera era a 36 Euro, il cameriere rispose che il prezzo dipendeva soprattutto dall'annata e allora i due amici si promisero di tornare quando tutte e due le squadre avessero raggiunto la Juve la finale di C.L. ed il Milan l'accesso sempre alla C.L... e il tutto con un bel brindisi con il vino della casa, così non si sarebbe offende nesuno... ed il cameriere che aveva inteso il nostro discorso scherzosamente disse: "...è più facile che non troviate più il nostro ristorante aperto che voi azzecchiate quell'ambo!".

Presero i loro giacchetti, stavano per uscire quando incrociarono sull'uscio del locale un signore distinto in completo blu con camicia bianca e cravatta gialla accompagnato da un giovanotto in jeans, maglione nero e giaccone di pelle, erano Adriano Galliani con il figlio. Beppe ed Ernesto si guardarono a lungo in volto alternando i loro sguardi incrociati con lo sbirciamento verso il padre e figlio che, guarda caso, si accomodarono sullo stesso tavolo lasciato libero poco prima dai nostri due amici.
Di che cosa parleranno: "...ma, io lessi tempo fa che da giovane Galliani era juventino... no, no ribadisce Ernesto era interista... ti dico di no... era juventino...".

Insomma saranno ancora lì a questionare sulla squadra del cuore ai tempi della scuola, ma per favore che pensino, i rispettivi dirigenti, alle cose di domani, ecco la Juve alla penitenza da comminare a Ronaldo dopo il gesto poco urbano nell'ultima gara ed il Milan ad una severa penitenza per Piatek, il pistolero di colpi in patria e di panzane date in pasto alla stampa, pensasse a segnare, Milanello non è un poligono di prova per dilettanti (con la paga da professionisti) e l'Allianz Stadium non vuole essere la platea universitaria di "anti bon ton", i giocatori tornassero a fare il loro mestiere quello di correre col pallone, e se si concludesse con la frase finale che il calcio è semplicemente un gioco, a maggior ragione bisogna solo far divertire il pubblico, dai nostri bambini ai nostri nonni, sia giovani che meno giovani intravedono in questo gioco l'alleggerimento settimanale di tutte le occupazioni e preoccupazioni che la vita purtroppo ci propone.



Un abbraccio.

Massimo 48