Ho deciso di scomodare un mostro della musica italiana come Lucio Battisti per celebrare il ritorno in Serie A di Mario Balotelli. 
All'età di 29 anni, fa il suo rientro in Italia indossando la maglia del Brescia, la città che l'ha cresciuto umanamente e professionalmente. Sono infatti passati 18 anni dal suo approdo alla Lumezzane, società calcistica con sede in provincia di Brescia, con la quale esordisce, cinque anni dopo, non ancora sedicenne, nel campionato di Serie C1. L'ex attaccante di Inter e Milan ritorna in patria dopo tre anni trascorsi in Francia, prima al Nizza e poi al Marsiglia. Scontate le quattro giornate di squalifica, fa il suo esordio fra le fila delle rondinelle contro la Juventus. I colori bianconeri rievocano piacevoli ricordi all'attaccante italiano: la Juventus è, infatti, la squadra contro cui, il 30 gennaio 2008, in occasione della sfida di ritorno dei quarti di finale di Coppa Italia, non ancora diciottenne, Super Mario realizza una doppietta fondamentale per il passaggio del turno. Un episodio che sembra lanciare il giovane prodotto della primavera nerazzurra verso una carriera memorabile, ma così non è.

Ancora tu, l'incorregibile - In questi anni Mario ci ha lasciato più di una volta a bocca aperta, non tanto per quanto fatto vedere sul terreno di gioco, ma fuori. Nell'estate del 2011, durante la tournée americana del Manchester City, Super Mario decide di cimentarsi in una delle sue prime balotellate. L'allenatore, Roberto Mancini, lo schiera in attacco al fianco dell'attuale attaccante della Roma, Edin Dzeko. Presentatosi solo davanti al portiere, invece di calciare verso la porta, Mario si volta e prova il colpo di tacco. Risultato: pallone fuori e Mancini che lo sbatte fuori dal campo dopo poco meno di 30 minuti. Nell'ottobre del 2011, l'attaccante bresciano, alla seconda stagione con i Citizens, decide che la cosa più giusta da fare in attesa del derby con lo United sia quella di sparare alcuni fuochi di artificio nel bagno della sua abitazione. E' necessario l'intervento di due squadre di vigili del fuoco per domare l'incendio.
Un altro episodio da mani nei capelli avviene nell'estate del 2014, appena prima di lasciare il Milan per trasferirsi nuovamente in Inghilterra, al Liverpool di Brendan Rodgers. Fa decisamente scalpore una sua foto pubblicata su Instagram dove imbraccia un fucile da caccia, puntato verso l'osservatore del post, con la seguente didascalia "Un bacio a tutti i miei haters". Meno sorprendente il fatto che la foto duri soltanto una mezz'ora prima di essere cancellata. Possiamo solo immaginare quali parole di stima Adriano Galliani o Barbara Berlusconi abbiano usato per convincerlo a rimuovere la foto dal social network. La lista degli episodi è lunghissima.
Durante il periodo interista, in un servizio di 'Striscia la notizia' con Valerio Staffelli, indossa la maglia del Milan, dichiarandosi da sempre tifoso rossonero. 
Un'altra volta, appena dopo il fischio finale della semifinale di andata di Champions League contro il Barcellona, vinta dai nerazzurri per 3-1, scaraventa la maglia per terra, scatenando l'ira dei tifosi e dei compagni, in particolar modo di Marco Materazzi. 

Ancora tu, non mi sorprende lo sai - Nonostante il carattere burrascoso e questa serie interminabile di episodi controversi, Mario Balotelli è comunque riuscito a costruirsi una carriera invidiabile. Ha collezione oltre 350 presenze con i club, vestendo maglie importanti come quelle di Inter, Milan, Liverpool e Manchester City. Ha realizzato oltre 150 gol fra squadre di club e nazionale, con la quale vanta 36 presenze e la partecipazione a un Mondiale e un Europeo. Ha vinto 1 Champions League, 3 campionati di Serie A, 1 Premier League e altri 3 trofei nazionali fra Italia e Inghilterra. Mario non è certo il primo arrivato e il suo curriculum parla per lui.

Sin dalla giovane età, ha saputo coniugare classe e potenza, ricoprendo tutti i ruoli dell'attacco, dalla prima punta all'attaccante esterno. Abbiamo ancora negli occhi la semifinale degli Europei 2012 contro la Germania, in cui Super Mario diventa protagonista assoluto grazie ad una doppietta. Realizza il primo gol di testa, divincolandosi dalla marcatura di Badstuber. Iconico il secondo gol: sul lancio di Montolivo, raccoglie la palla sulla trequarti, procede fino al limite dell'area e scarica una bordata sotto l'incrocio dei pali, lasciando immobile il portiere tedesco Neuer. Ancora più iconica la sua esultanza: Mario si toglie la maglia, mostra i muscoli, immobile, con il suo fisico statuario e con lo sguardo fisso nel vuoto. Si lascia sfuggire un sorriso, un evento per chi a malapena esulta dopo un gol.

E come stai? Domanda (mica tanto) inutile - Balotelli ha dichiarato di aver lavorato più di quanto non abbia mai fatto nei suoi primi 10 anni di carriera e che ha lo stesso peso di quando era al Manchester City. Non ha certamente il ritmo partita, non ha ancora i 90 minuti nelle gambe e deve riadattarsi ad un campionato decisamente più ostico di quello francese. Sappiamo tutti, però, che ciò che preoccupa maggiormente i tifosi bresciani non è la condizione fisica, ma mentale del loro numero 45. Se in questi mesi sarà in grado di ritrovare la voglia e la caparbietà dei primi anni all'Inter, il Brescia potrà puntare ad una salvezza facile, guidata dai gol delle sue punte. Insieme ad Alfredo Donnarumma, autore di tre reti nelle prime quattro giornate di campionato, Balotelli può creare una coppia d'attacco di tutto rispetto per una neopromossa. In caso contrario, la squadra lombarda rischia di ritrovarsi con un palla al piede. Il Balotelli viziato e svogliato, intravisto più di una volta in questi anni, può rappresentare un problema non da poco. 

A più di 6 anni di distanza dalla magica doppietta azzurra contro la Germania, Balo si ritrova al punto di partenza. Il carattere sopra le righe ha offuscato in questi anni il suo talento straordinario, lasciando con l'amaro in bocca le società, gli allenatori, i compagni di squadra e i tifosi che hanno puntato su di lui. Ci si chiede, come già fatto in passato ogni qualvolta Super Mario ha cambiato squadra, se il ragazzo, ormai uomo, riuscirà a mettere da parte la sua immaturità e i suoi modi di fare stravaganti per fare spazio alla serietà e a un atteggiamento più rispettoso verso chi crede in lui. Non è possibile cancellare gli errori commessi in questi anni e riacquistare la fiducia in un batter d'occhio, ma sono convinto che, come per Cassano prima di lui, tutti sognino un suo grande ritorno ad alti livelli, fra tutti Roberto Mancini, il suo primo maestro. In attesa di sapere come andrà finire questo ennesimo capitolo della saga balotelliana, storpiando il latino, ti auguro il meglio, Mario: ad Ma(r)iora semper!