Nell'undicesima giornata del campionato di serie A, durante Verona-Brescia, si è verificato un altro spiacevole episodio di razzismo, con i "buu" lanciati dagli spalti contro Mario Balotelli.

Ancora una volta, come avvenuto in un precedente caso analogo nello stesso stadio "Bentegodi", il Presidente Setti e altri rappresentanti del Verona hanno cercato di negare e minimizzare l'episodio.

Anche il Presidente del Cagliari, Giulini, in alcuni episodi simili avvenuti nello stadio del Cagliari, aveva tentato di negare e sminuire la gravità del comportamento dei propri tifosi.

I responsabili di simili episodi, pochi o molti che siano, andrebbero individuati tramite le telecamere presenti negli stadi e fatti oggetto di opportuni provvedimenti, in particolare il daspo.
Sarebbe altrettanto importante, e forse ancora di più sul piano educativo, se le società coinvolte assumessero una netta e decisa posizione che prendesse le distanze e isolasse quei tifosi, o presunti tali, anzichè cercare di difendere sempre e comunque la propria tifoseria.

Soltanto la società del Pescara ha avuto il coraggio di sconfessare alcuni suoi tifosi che avevano tenuto comportamneti simili, provocandone la stizzita reazione, ma tenendo fermi i propri principi di sportività e correttezza.

Onore e plauso al Pescara e ferma condanna del Verona e del Cagliari che hanno tentato di giustificare in qualche modo il deprecabilissimo comportamento dei propri tifosi.

Un'ultima annotazione sull'arbitro di Verona-Brescia, che ha estratto il cartellino giallo nei confronti di Balotelli, "colpevole" di una reazione stizzita agli insulti razzisti ricevuti dagli spalti; quel cartellino non andava estratto e si spera che il Giudice Sportivo provveda a cancellare quella sanzione; anche questo piccolo provvedimento contribuirebbe a cercare di alimentare la cultura del "no al razzismo".