La quarta giornata che stiamo per archiviare, in attesa del posticipo Atalanta-Spal, ha lasciato in dote, purtroppo, un episodio sconcertante, che ha visto protagonista il calciatore della Juventus Douglas Costa, reo di aver prima colpito con una gomitata (per fortuna non forte), poi una quasi testata e ancora non pago, ha anche sputato al calciatore del Sassuolo Federico Di Francesco, il tutto nel giro di poco più un minuto.

Parto da una premessa doverosa, Douglas Costa ha sbagliato e per questo deve avere la giusta punizione, commisurata al suo momento di follia.
Però, sebbene il gesto va stigmatizzato e condannato, sta colpendo questa ondata di moralizzazione che si sta levando sin dalla fine della partita della Juventus. Sembra quasi come se con la condanna di D. Costa si debbano espiare tutti i mali del mondo.
Ribadendo sempre come sia giusto che il giocatore juventino paghi per il suo raptus di follia, ma penso sia lecito chiedersi cosa sia successo. Nervosismo? Provocazione? Non è chiaro cosa sia successo, e penso sarà sempre più complesso capirlo, perché ormai siamo nella fase dove si dice tutto e il contrario di tutto.

Intanto è sempre doveroso partire dal principio.
Tra i due calciatori iniziano le prime scintille quando Di Francesco fa una entrata dura su Douglas Costa, e come si vede chiaramente dalle immagini, si avvicina al brasiliano dicendogli qualcosa. Nel tram tram delle voci, che un po’ tutti mettono in circolo, che siano persone accreditate o meno, si vocifera che si tratti di offese a sfondo raziale. Precisiamo, questo non alleggerisce la posizione di D. Costa, perché la sua reazione resta inqualificabile, però mettendocisi nei suoi panni… ma ribadisco che stiamo parlando di voci, che quindi devono essere prese con il beneficio del dubbio, l’unica certezza è il comportamento deplorevole del Brasiliano della Juventus.

IL REGOLAMENTO considera lo sputo una condotta violenta, quindi per intenderci, dovrebbe essere al pari di un’espulsione per un piede a martello o il classico fallo da dietro.

Nel calcio, purtroppo, questo non è l’unico caso, in cui questa pratica, molto più vicina ai lama che alle prodezze dei nostri eroi domenicali, ha già visto altri interpreti, altrettanto eccellenti o anche di più.
Il caso più plateale fu nel lontano 90’. Si giocavano i mondiali proprio qua in Italia, e durante un Germania-Olanda, Rijkaard nell’incredulità generale sputo sui capelli del Tedesco Voeller (reo, a detta dell’olandese, di offese razziste), e non pago, dopo che entrambi furono espulsi, uscendo dal campo, bissò l’ignobile gesto sotto gli occhi dei presenti e delle telecamere, le cui immagini fecero il giro del mondo.
Più vicini a noi ci furono i casi di Mihajlovic, ai tempi della Lazio, che in una partita di Champions, pensò bene di sputare al romeno Mutu del Chelsea. Ancora più celebre lo sputo di Totti al Danese Poulsen, che all’Europeo del 2004 in Portogallo, gli costo una giusta squalifica. Sputo in par condicio invece per il napoletano Lavezzi e il romanista Rosi, dove si spuntarono a vicenda, come un normale scambio di gagliardetti prepartita. O ancora dell’interista Samuel allo Juventino Nedved. Sicuramente più originale il Romanista Zago, che, dopo aver sputato all’interista Simeone, si è ripetuto, a distanza di qualche anno, in coppa Uefa contro Rogerio del Boavista. Insomma tante imprese “balistiche” di cui avremmo volentieri fatto a meno.

Sebbene la casistica è piena di questi casi, non c’è una vera e propria giurisprudenza in materia. Infatti notiamo come l’entità della pena, varia in base all’organo giudicante, infatti vediamo come per il caso di Mihajlovic, la Uefa usi il pugno duro, infliggendo al serbo ben 8 giornate, contro le 4 inflitte dalla Fifa a Totti. Mentre nel nostro campionato, sono state inflitte sempre 3 giornate.

Tornando alla premessa iniziale dove ribadisco che D. Costa deve essere sanzionato, penso anche che debba pagare quello che prevede il regolamento, commisurato al suo errore, e di mettere da parte l’ondata di assurdo giustizialismo. Perché per molti le 3 giornate, che fino ad ora sono sempre state giuste per il tipo di infrazione, sembrano poche. Chi auspica le 8 giornate di Mihajlovic, chi diversi mesi di stop, chi di metterlo fuori squadra e chi addirittura di cederlo.
No, niente di tutto ciò, Douglas Costa deve solo pagare come gli altri
, che tra l’altro, vedi Totti, abbiamo ripreso a venerare e apprezzare come se non fosse successo niente.
Alla fine sono tutti fratelli di… sputo.