COPPA ITALIA: MILAN-LAZIO rivisitata in  CHIAVE DANTESCA 


Da poco che io vidi quello strazio

far, del mio grande Milan, a pezzi i denti

si, nella coppa Italia con la Lazio,

come si può dimenticar gli strascichi evidenti!

 

Ah, quel che dirò è cosa amara e dura,

esta sfida selvaggia è aspra e forte,

solo a rimembrarla rinnova la paura,

di una sconfitta ancor più cocente della sorte!

 

Ma per trattar per bene ch'io vi trovai,

dirò dell'altre cose che vi ho scorte,

io non so ben ridir gli schemi che scovai,

ma parean pallidi passaggi con trame tutte storte.

 

Quando vidi il coach Gattuso in campo giunto,

la dove terminava quella oscura ed olezzante valle,

che m’avea di torbida paura il cor compunto,

quando dispose l'imperito Caldara a turar falle!

 

Ed ecco quasi al cominciar dell’erta,

il buon Milinković si distaccò dal campo offeso 

parea un segno della divina Esperta,

era, ahimè, il preludio di un calcio al retrostante bello teso.

 

D’un tratto per magia anche Calabria ruvinava in basso loco,

dinanzi alli occhi miei mi si fu offerto

chi per lungo silenzio parea fioco

fortunatamente c’era Suso "el matador" coll’estro esperto!

 

Quando vidi costui scorrazzar pei campi del  diserto

“Miserere di me” gridai a lui

“per me tu non sii nemmeno l’ombra d’omo incerto!”

al che si volse a me: "Tu fatti ... i versi tui”

 

Rimasi un po’ stranito e un pò sgomento,

d'incanto mi abbacchiai la dove il sole tace

a scrutar l’avvicendarsi dell’avvicendamento

che destava in cuore mio tensione e brace.

 

Il primo tempo se n’andava e l’aere bruno,

Gattuso richiamava il pascolo dal campo,

per strigliar le orecchie a ciascheduno

e sugellar il periglio alla Lazio senza scampo!

 

“O dolci muse, o alto ingegno, è or che mi aiutate?”

pregò cosi, il marran Gattuso, scassato e sempre in piedi

"non è plausibile avvistare meste menate

mentre dall’altro canto, Inzaghi punisce con gli assedi!"

 

Però se questo è l’avversario d’ogni male

che cortese non fu pensando all’altro cambio aspetto

e tra chi deve uscir di lui, e il chi, e il forse, e il quale

il can Correa la pennellava al palo col bacetto;

per Dante e i Milanisti  fu un cotal  dolore astrale,

vedersi imbucare alle spalle del grande Reina vade retro,

e  terminò così  l'affermazion Laziale.  

 

E qualcun,  di partenopei  lignaggi, proferì preoccupato siffatte note:

“Gattuso,senti a me, non ti crucciare:

si va così colà dove si puote

ciò che si vuol, è più non dimandare".

 

Così si chiude il senso comico del calcio,

così si apre il verso tragico del senso,

domani sicuramente mi impongo al fantacalcio

e passa l’amarezza col buonsenso!