Il Milan è, ormai, in balia degli eventi e tutti coloro che seguono il calcio (tifosi o no della squadra meneghina) sono a domandarsi quali accorgimenti è necessario fare per ridare gioco e idee a questa formazione. Giampaolo sì... Giampaolo no... mercato di gennaio o mercato estivo, ecc.

La tentazione è quella anche perchè il Milan è ricordata come una squadra vincente, una squadra che ha fatto girare la testa e ci sembra strano, anche a noi tifosi di altre squadre, che ora sia "messa così".

Partiamo dalla storia del Milan d'oro, quello di Berlusconi e, poi, Galliani. Quel Milan è stato veramente fortissimo perchè ha unito una serie di guide tecniche di spessore unico con dei giocatori fortissimi... era un Milan costruito per vincere. Autore di quel Milan fu proprio Silvio Berlusconi che ha voluto esportare lo stile imprenditoriale che caratterizzava le sue aziende nel calcio, rompendo l'egemonia Agnelli (che da anni avevano portato quell'idea del binomio Fiat/Juventus in tutta Italia) ma facendolo in maniera più moderna.

Silvio Berlusconi ha comprato il Milan nel febbraio del 1986 e lo ha ceduto nell'aprile del 2017, 31 anni che hanno costruito la storia recente di un Milan vincente: 8 campionati e 5 Coppe dei Campioni (poi Champions League) sono solo i numeri più eclatanti di un palmaresse invidiabilissimo, il più invidiabile per quell'epoca.

In questi anni ha scelto allenatori che hanno saputo trasmettere non soltanto uno stile di gioco, ma una filosofia di squadra che ha portato ad avere una identità marcata per poter vincere convincendo. I risultati sono sempre venuti con il bel gioco e i tifosi milanisti si sono sentiti, in quegli anni, fieri della loro squadra... perchè era la squadra più bella. Sacchi, Capello e Ancelotti sono i tre maggiori esponenti di questa filosofia di squadra... hanno creato un gruppo vincente non solo come giocatori, ma come società e, nonostante i continui interventi (a volte anche molto invasivi) del presidente, hanno saputo regalare gloria.

Per quello che riguarda i giocatori non mi perdo neanche a ricordarli. sarebbero troppi e rischierei comunque di dimenticarmene qualcuno... una vera corazzata.

Ma la realtà, a volte, è più cinica di ogni fantasia.

Da alcuni anni il Milan versa in situazione pessima, dal punto di vista economico e dal punto di vista dei risultati... un vero disastro.

Ma come è possibile? Cosa ha reso questo squadrone una squadra di seconda fascia?

Per prima cosa mi sento di dire che la crisi tecnica è frutto di una crisi finanziaria che è sfociata nelle more del FFP voluto dalla UEFA e che ha indebolito in maniera evidente alcuni club, anche importanti, come il Milan. Però, questa situazione economica, che si è rivelata in questi anni non è frutto delle regole europee, ma frutto di una cattiva gestione (ai limiti del fraudolento) con speculazioni asiatiche e l'inserimento del Fondo d'investimento americano Elliott che ora ne detiene la maggioranza delle azioni.

Il Milan, ridotto in questa situazione, con la prospettiva di una serie di campionati (alcuni passati e speriamo non troppi futuri) sotto il vincolo di spesa per un mercato confacente al suo blasone, è ridotto a barcamenarsi in acque tutt'altro che tranquille.

Marco Giampaolo è frutto di questa situazione. Un allenatore che non si è mai confrontato con i piani alti della classifica di Serie A e che più che un "maestro" è un allievo di altri allenatori, senza uno stile proprio di gioco.

La rosa del Milan, anche qui evito di fare nomi, è al di sotto di quello che dovrebbe essere e pare trascinare verso il basso anche alcuni giocatori con caratteristiche interessanti, ma proprio perchè non stimolate tecnicamente, dai risultati o dalle prospettiva, si adagiano seguendo l'agitata onda in attesa di vedere dove li porterà.

Chi ama il calcio, il bel calcio, piange questa situazione del Milan.

Ecco perchè io ho deciso, almeno per il momento, di non analizzare le partite del Milan, con la speranza che trovino una via di fuga rapida da questa situazione che, allo stato attuale, avrebbe bisogno di capitali freschi e spirito nuovo, anzi moderno, per rilanciare una gestione vincente.