Acciuffato il quarto e ultimo posto utile per entrare nella munifica Champions, in un beffardo incontro nell’ultima giornata contro e ai danni della Lazio, eccoci all’Inter. Niente mare o vacanze, ma tanto lavoro iniziato già con sei mesi d’anticipo e i colpi a parametro zero. 

Il mercato della Beneamata è stato spumeggiante. Subito diverse cessione di giovani per risolvere le grane del fair play finanziario e poi grandi acquisti. Nell’ottica dell’autofinanziamento imposto da Suning è stato soffiato De Vrij alla Lazio, ed Asamoah alla concorrenza dei cugini dell’altra sponda dei Navigli, senza esborso economico. Poi ancora dentro Nainggolan a titolo definitivo, ma in parte pagato con giocatori, e Lautaro Martinez, vera rivelazione del pre-campionato, che con l’efficace lavoro persuasivo di Zanetti è stato strappato all’Atletico di Madrid e successivamente alla sostanziosa offerta economica del Dortmund. Inoltre le operazioni in prestito di Politano, Keita Baldé e Vrsaljko per non pesare sul bilancio. E la promozione in prima squadra di Emmers. Fuori Kondogbia, Santon, Eder, Nagatono, Biabiany e tutti i giovani (Valietti, Bettella,Odgaard, Carraro, Zaniolo, Puscas, Bardi, Radu, Manaj, Bastoni, Dimarco, Bakayoko; solo per citare i più conosciuti e che hanno portato un vantaggio economico) di cui ho parlato sopra. Un bel salto in avanti sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Il mercato può dirsi chiuso con una rosa amplia e ben assortita pronta per le molte partite che quest’anno, a dispetto dello scorso anno, la vedranno con un doppio e faticoso impegno. L’unica spina da risolvere è la grana Joao Mario. Dopo le dichiarazioni dei mesi scorsi è stato contestato apertamente dal pubblico con sonori fischi ad ogni suo ingresso in campo. Trovare una soluzione e soprattutto una sistemazione non sarà facile. Forse non verrà neanche inserito nella lista dei 25 in rosa, ma c’è ancora tempo per una sua cessione all’estero.

Il pre-campionato è stato ottimo, soprattutto alla luce delle ultime partite che l’hanno vista vincere con Atletico di Madrid e Lione entrambe le volte per uno a zero. Ancora qualcosina da registrare in difesa, ma già si vede il buon lavoro dell’allenatore. Moduli variati dal classico 4-4-1-1 con Martinez dientro Icardi, al più fantasioso e collaudato 4-2-3-1. L’infortunio di Nainggolan, più lungo di quanto inizialmente preventivato, ha pesato e peserà per le prime giornate di campionato. La squadra perde soprattutto in dinamicità e grinta, armi migliori del ninja. Dalbert è sembrato meno in difficoltà rispetto l’anno scorso. Per il resto la solita sicurezza di Handanovic e le tante alternative in attacco, aumentate anche con l’ultimissimo acquisto del senegalese ex Monaco e Lazio. A mio avviso manca qualcosa sugli esterni di difesa, e soprattutto qualità a centrocampo. Non a caso spesso, in questo primo scorcio estivo di stagione, Asamoah è stato spostato nella zona centrale del campo, rivelandosi anche prezioso assist-man.

Modric sarebbe stata la pedina perfetta in mediana, dando quello che finora i vari Gagliardini, Vecino, Borja Valero non hanno saputo dare. Si salva in parte il connazionale Brozovic, ma pecca ancora di discontinuità. Il solo convincere, grazie anche al lavoro degli altri croati in rosa, il miglior centrocampista del mondo a voler vestire il nerazzurro è stato un capolavoro. La parte più ostica e difficile, che alla fine si è rivelato uno scoglio insuperabile, è stato il Real Madrid. Lasciarsi scappare il futuro Pallone d’oro, la pensano così dalle parti di Madrid, in prestito con diritto di riscatto, sarebbe stato da veri dilettanti. Invece, brucia ancora molto lo scippo blaugrana del cileno Arturo Vidal. Il tormentone di mercato, cominciato dall’anno scorso quando ancora c’era Sabatini e che sembrava ad un passo dal concludersi, è sfumato sul filo di lana, lasciando lo Spallettone a bocca asciutta. Se ne farà una ragione, farà con quello che ha... che non è poco.

A mio avviso, come già detto, Radja sarà decisivo in molti match, spostando gli equilibri e spaccando le partite, ma un centrocampista in più sarebbe servito. Meglio non pensare a Rafinha, il cui pre-campionato, fatto di gol, assist, colpi da fuoriclasse assoluto, dribbling, colpi di tacco, accelerazioni, ecc..,  è stato brillante. Cito solo l’ultimo goal in ordine cronologico, avvenuto nel trofeo Gamper: pallonetto per superare il portiere e poi un tocco al volo per mettere il pallone in rete. Solo una parola: fantastico! Non voglio entrare in dinamiche di mercato, ma lasciarsi sfuggire colui che nelle ultime giornate ha letteralmente trascinato i nerazzurri in Champions è stato un grosso errore. Cancelo invece è stato ottimamente sostituito da Vrsaljko che, pur avendo forse meno spunto in fase offensiva, si rivelerà fondamentale negli equilibri di squadra.

In definitiva: Inter bella, ma con qualche pecca che a lungo andare potrebbe pagare. Primi appuntamenti con Sassuolo e Torino, che possono dare quell’entusiasmo che serve in caso di risultati positivi. Sperando in uno Spalletti sempre in forma e vivace fuori dal campo, vedo una squadra ancora non a livello della Juventus e con la Roma un pizzico superiore. Non ci resta che metterci comodi sul divano davanti al televisore, o in tribuna allo stadio, e gustarci lo spettacolo e le emozioni che questi ragazzi sapranno darci … oltre che una bella birra ghiacciata (è delle ultime ore l’accordo che vede l’Inter avere la sua official beer).