ANALISI DI UNA SCONFITTA

 

Il risultato negativo, a sorpresa, con il quale la Juventus è stata sconfitta in casa dall’AIAX nella gara di ritorno di Champions League è ormai un ricordo, anche se non ancora lontano e, come tale, non ancora del tutto metabolizzato. E la dimostrazione che il rammarico è tuttora presente nei cuori della tifoseria bianconera si è avuta in occasione della vittoria sulla Fiorentina che ha consacrato ancora una volta, l’ottava, la Juventus sul tetto d’Italia. Cioè non c’è stata quella manifestazione di giubilo e di entusiasmo che ha caratterizzato le precedenti conquiste dello scudetto. E ciò è comprensibile visto l’ottimismo che regnava alla vigilia della partita con l’AIAX e, ancor prima, quando sono stati sorteggiati gli accoppiamenti dei quarti della più importante manifestazione calcistica europea per club. Ma tant’è! Il calcio, si sa, è imprevedibile come imprevedibili sono i risultati anche di altri sport nei quali può accadere che l’outsider batta l’atleta o la squadra favorita.

Ma passiamo ad analizzare i motivi della sconfitta.
Mi sono dilungato nella premessa proprio per porre risalto ad un fatto: i risultati di un torneo come la Champions non sempre sono la diretta conseguenza dei valori in campo e, spesso, risentono favorevolmente o sfavorevolmente di situazioni contingenti che nulla hanno a che vedere con le qualità dei calciatori e delle squadre in cui giocano. Giustamente è stato osservato da più parti – e condivido l’analisi - che nei tornei di lunga durata come il campionato emergono le squadre migliori, quelle che hanno un parco giocatori più ampio e di qualità, che hanno il migliore allenatore, una migliore organizzazione societaria e quant’altro. Non intendo sminuire il risultato negativo della partita con l’AIAX, la quale, peraltro, ha ampiamente meritato di vincere e di qualificarsi, ma bisogna riconoscere che la sconfitta presenta diverse attenuanti. Mi riferisco alle assenze rilevanti che la Juve ha sofferto nel momento decisivo della stagione. Come si può rinunciare senza batter ciglio all’assenza di Giorgio Chiellini, capitano nonché guida carismatica della squadra? Abbiamo sempre sostenuto che Bonucci, considerato da tutti un difensore di prim’ordine, ha espresso le sue migliori qualità quando aveva ai suoi lati difensori puri del calibro di Barzagli e Chiellini. Con il cambio di modulo – difesa a quattro – già si sono manifestate alcune incertezze in quanto al fianco di Bonucci è stato impiegato solo un centrale capace di marcare. Con l’assenza di Chiellini la capacità di chiudere gli spazi e di ringhiare sulle caviglie dell’avversario si sono ulteriormente ridotte senza nulla togliere al valore di Rugani che continua il suo percorso di crescita ma che difficilmente potrà eguagliare lo standard e le potenzialità di Chiellini. Bonucci sa fare bene altre cose: dai suoi lanci sono scaturite azioni da gol sensazionali, come, solo per fare qualche esempio, il passaggio a Ronaldo contro il Manchester United o il lancio millimetrico sui piedi di Giaccherini contro la Spagna agli Europei.

Ma non è la sola assenza di Chiellini ad aver ridotto di molto la competitività della Juve. C’è anche quella di Douglas Costa che, nelle poche partite giocate quest’anno, ma ancor di più nello scorso campionato, ha dimostrato di possedere quell’esplosività nelle gambe tale da mettere sconquasso nelle difese avversarie, come dimostrato proprio nella partita di andata contro l’AIAX. Se poi aggiungiamo che Dybala – che non stava giocando male - alla fine del primo tempo è dovuto uscire per infortunio e che Mandzukic, normalmente impiegato da Allegri come titolare fisso affianco a Ronaldo, il quale aveva risolto in passato tante partite con i suoi gol di testa (è appena il caso di ricordare i due gol fatti a Madrid contro il Real nella gara di ritorno lo scorso anno) non era neanche in panchina, il quadro si fa piuttosto tetro. La stessa spiacevole circostanza si verificò allorquando nella finale di Manchester venne a mancare per squalifica Pavel Nedved, pallone d’oro, che fino ad allora era stato protagonista assoluto di un’annata eccezionale. Ricordo, poi che Cuadrado era addirittura fuori della lista Champions per infortunio. I soliti detrattori non tengono conto di questi fattori e continuano la litania che la Juventus non è in grado di vincere all’infuori del campionato italiano! Ma sulla base di quale assurdo assioma si basa questa teoria? Forse dimenticano che la Juve nel suo palmares può orgogliosamente fregiarsi di tanti successi internazionali quali Coppe Campioni, Coppa delle Coppe, Coppe Uefa, Supercoppe Europee, Coppe Intercontinentali, capace cioè di vincere in tutte le competizioni!

Qualcuno attribuisce ad Allegri la responsabilità della sconfitta. Può essere stata discutibile la scelta di preferire De Sciglio a Cancelo che avrebbe garantito più spinta e qualche cross in più per la testa di Ronaldo – che, a quanto risulta, avrebbe preferito il compagno di nazionale proprio per questa sua qualità – ma non mi sembra che tale errore, se errore è da considerare, sia stato determinante nell’economia della partita. De Sciglio non ha commesso errori eclatanti e ha svolto il suo compito diligentemente. Forse se c’è qualche appunto da muovere ad Allegri è stato quello che attiene all’atteggiamento tattico della squadra appena iniziata la partita. Con l’1 a 1 dell’andata era l’AIAX a doversi fare avanti e a scoprirsi per segnare. Per questo motivo non c’era bisogno di pressare alti e consumare una caterva di energie che poi sono mancate chiaramente nel secondo tempo. E’ vero che col senno di poi tutto si può spiegare! Ma è altrettanto vero che un approccio più calmo e meno forsennato, soprattutto considerando la capacità di palleggio dell’AIAX che ha mandato quasi sempre a vuoto il pressing bianconero, avrebbe indotto la stessa AIAX ad attaccare in spazi più chiusi di quelli che la Juve ha offerto nel secondo tempo rischiando la goleada, quando cioè sull’1 a 1 ha cercato di vincere la partita.

Sicuramente in questo Allegri ha qualche responsabilità. E’ sembrato come se i bianconeri volessero dimostrare sin dalle prime battute di gioco che erano superiori all’avversario e dominare il campo, ma non hanno fatto i conti con il valore dei lancieri che, nonostante la giovane età media, sono tutt’altro che sprovveduti, anche se, a mio avviso, possono vantare nelle loro fila solo due grandi individualità De Light e De Jong, che non a caso sono ambiti dai più grandi club europei. Poi c’è da aggiungere il fattore sfortuna durante la partita. E’ vero che l’AIAX ha avuto molte occasioni da gol e che il risultato è meritato, ma è anche vero che il primo gol è scaturito da un tiro sbagliato che si è trasformato in un assist filtrante, reso letale a causa del mancato disallineamento di Bernardeschi, che non ha fatto scattare la trappola del fuorigioco. Come si vede una serie di circostanze sfavorevoli che, accumulate in una gara secca, possono far perdere la partita anche alla squadra più forte del mondo. In mancanza di questa sfortunata circostanza la partita sarebbe finita 1 a 1 e si sarebbe potuti andare ai calci rigore.

Chiudo questa analisi dicendo che non bisogna affliggersi più di tanto per il mancato passaggio del turno. La Juve, nonostante l’acquisto di Ronaldo non era ancora competitiva a livello europeo. Lo potrà essere non solo se nel momento topico della stagione avrà a sua disposizione i migliori calciatori della rosa, ma anche se saprà effettuare i ritocchi necessari per il suo potenziamento, in particolar modo ridando robustezza e impenetrabilità alla fase difensiva con qualche innesto più giovane ma di sostanza, ma anche a centrocampo dove, a mio avviso, non basta sostituire Kedira con Ramsey, anche perché numericamente sono in pochi.

Ma tale rafforzamento non appare di facile realizzazione tenuto conto che i pezzi più pregiati costano tantissimo e non è facile strapparli alle rispettive squadre. Starà alla dirigenza operare con la massima cautela ed efficacia nel rispetto del bilancio e dei parametri UEFA.

Pierluigi Bove

26.04.2019