Venerdì 17 Maggio è stato comunicato da parte della Juventus l'esonero di Max Allegri; per chi è superstizioso, forse non è un caso che  ciò sia avvenuto proprio di Venerdì 17: questa rischia di essere una delle decisioni più nefaste nella storia recente della Juventus.

Sabato 18 Maggio si è tenuta la conferenza stampa congiunta del Presidente Andrea Agnelli e di Max Allegri; è stata una gran bella conferenza, tenuta alla presenza anche del gruppo dei calciatori. Sono state dette belle parole di gratitudine e stima da parte del Presidente nei confronti di Allegri, che si è dimostrato sinceramente commosso in questo atto di addio. Il Presidente ha anche rivendicato la managerialità e la professionalità della scelta, seppur "dolorosa".

Se, però, si prova a fare un'analisi più approfondita di ciò che è avvenuto e di ciò che è stato detto, sorgono molti dubbi sul fatto che questa sia una scelta razionale, ben ponderata e soprattutto professionale: sembra molto di più una scelta superficiale e avvenuta sull'onda dei tanto vituperati "discorsi da bar".
Il Presidente ha sottolineato il fatto che fosse sincero quando, subito dopo l'eliminazione dalla Champions, si è presentato ai microfoni televisivi ribadendo forte e chiaro che la Juventus avrebbe ritentato l'assalto alla coppa nell'anno successivo con Max Allegri confermatissimo alla guida. Nella conferenza, il Presidente ha precisato anche il fatto che la decisione del cambio di allenatore sia maturata nei giorni successivi in seguito ai confronti e alle proposte dei suoi principali collaboratori e responsabili dell'area sportiva: Pavel Nedved e Fabio Paratici; ha anche sottolineato che non vi siano stati "elementi fattuali" successivi alla partita con l'Ajax, che abbiano portato  a tale decisione.

Orbene, se si prendono per buone queste dichiarazioni (e non vi è motivo per dubitarne), significa che fino alla partita di ritorno contro l'Ajax il Presidente, né personalmente e né tramite i suoi principali collaboratori, aveva il minimo dubbio sulla riconferma di Allegri; se no non si sarebbe precipitato a confermarlo, senza esserne  esplicitamente richiesto, in diretta tv al termine della partita.
Quindi l'esonero di Allegri, fino ad allora mai messo in discussione, è dipeso solo dall'esito di Juventus-Ajax e su pressione di Nedved e Paratici; alla faccia di analisi professionali e manageriali!!!
L'allenatore più vincente nella storia della società viene cacciato per l'esito di una partita ad eliminazione diretta! 
Dal che si desume che, secondo Nedved e Paratici, la Juventus avrebbe dovuto obbligatoriamente vincere la Champions, forse per il solo fatto di aver acquistato CR7, pena il fallimento; se non è questo un ragionamento da bar...

Evidentemente a nulla è rilevato il fatto di avere disputato una stagione eccezionale, la 5° con Allegri alla guida, con la vittoria del campionato con solo 30 partite su 38, evento eccezionale come giustamente sottolineato dal Presidente in conferenza stampa, ma di cui non si è tenuto nessun conto per la decisione finale.
Il Presidente ha parlato di momento giusto per decidere la separazione fra società e allenatore, dando per scontato in modo apodittico che questa separazione sarebbe dovuta succedere; anche questo dare per scontato che il ciclo di un allenatore più di tanto non possa durare, sembra un po' "un discorso da bar".

La vera svolta di una managerialità moderna e professionale avrebbe potuto essere quella di sostenere il contrario: un allenatore, se supportato dai risultatati, può rimanere nello stesso club anche a lungo o lunghissimo termine entrando a far parte dello staff  dirigenziale (Ferguson allo United docet...).

Allegri aveva probabilmente le caratteristiche giuste per poter essere a lungo l'allenatore della Juve (almeno i risultati parlano sicuramente a suo favore); invece alcuni "presunti manager" con la "fregola" del cambio di panchina, hanno voluto il contrario.
E se il futuro dimostrasse, come è possibile se non probabile, che questa si rivelerà una scelta profondamente sbagliata? Questi manager pagheranno? Potrà essere messa in discussione la permanenza di Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Fabio Paratici nelle rispettive cariche? O pagherà, come sempre, il nuovo allenatore?

Questo esonero fa il paio con la mancata riconferma di Marotta, che non è mai stata chiarita fino in fondo; è avvenuta per lasciare più spazio e potere a Nedved e Parartici? Se questi sono gli esiti, forse è ora di rimpiangerlo già.
Alla luce dei fatti e delle considerazioni conseguenti, il cambio di allenatore potrà essere giustificato e considerato la "scelta giusta fatta al momento giusto" di cui ha parlato il Presidente in conferenza stampa, solo se porterà alla conquista della Champions.

Sembra l'ennesimo discorso e ragionamneto da bar, spacciato per scelta professionale.