Fallimento, catastrofe, apocalisse, queste sono le parole che più si sono usate dopo la cocente sconfitta della Juventus contro l'Ajax.
Che a pronunciare queste parole siano stati per lo più tifosi di altre squadre, che da anni bazzicano nella mediocrità, e che la Champions o non la giocano proprio, o escono ai gironi, è perlomeno bizzarro, ma dà il senso del disagio che vivono alcuni tifosi.
Poi mi diranno, "noi ne abbiamo 7", oppure "noi abbiamo il triplete", come se le vittorie del passato siano un permesso speciale per poter pontificare sulle sconfitte altrui, e sentenziare le loro consapevolezze.

Comunque, veniamo al sodo. L'altra sera ero tramortito, come un pugile, a fine partita non sono riuscito a mantenere una sorta di lucidità, ho scritto un articolo di pancia, non ho dato peso alle interviste post partita, ma quando ho sentito Allegri confermare la sua presenza anche l'anno prossimo e oltre, ho spento la TV e sono andato a letto.
Oggi a mente più serena, ho rivisto la partita e seguito le interviste, e ho avuto una illuminazione, ho capito tutto d'un tratto, che Allegri non è il responsabile di quanto successo! 
No, non sono impazzito e non ho ricevuto un bonifico bancario dal tecnico toscano per difenderlo, (magari), ma ho analizzato meglio i fatti e sono giunto a questo punto.
Un allenatore lo si può incolpare e esonerare a fronte di un rendimento inferiore alle sue potenzialità o per evidenti problemi con lo spogliatoio. Allegri non è stato scelto a caso, lo si conosceva, e comunque dopo un paio d'anni al massimo, una società un'idea se la fa, e se lo hanno sempre confermato e continuano vuol dire che al presidente in primis, Allegri va bene così. Allegri è questo e alla Juve ha sempre fatto il massimo delle sue capacità, non è una colpa avere delle capacità limitate, lui sa fare delle cose e quelle le fa.
Quindi? Agnelli, che ieri sera ha ribadito il fatto che il progetto Juve continua, ha ricordato di aver preso la direzione della squadra dalle macerie di calciopoli, quando la squadra era al 42esimo posto nel ranking Uefa, e di averla portata dove si trova ora, e cioè, al quinto posto, e da cinque anni stabilmente nelle prime otto d'Europa.
Con una situazione finanziaria e strutturale di tutto rispetto e che almeno per quanto riguarda l'Italia è avanti anni luce rispetto alla concorrenza. Ha parlato di dettagli e episodi, così come Allegri, che il futuro sarà programmato con Allegri.
Perché si è arrivati a questa decisione? Semplice, in casa Juventus, il presidente sa benissimo che la società ha le sue responsabilità, dare in pasto un allenatore ai tifosi inferociti per lavarsi le mani, non è da Juventus.
Ci sono altre società che cambiano allenatore ogni anno o due, e danno le colpe agli allenatori esonerati e illudono i tifosi con un'altro progetto. Tra le valutazioni fatte, probabilmente, avranno considerato quanto sia difficile programmare una Champions, e quanti dettagli ed episodi possono cambiare una partita o un'intera stagione. Il bel gioco è sicuramente un'arma in più per arrivare in fondo, ma non è tutto. Avranno visto il Real Madrid, vincitore delle ultime tre edizioni, non certo brillare per gioco, ed avere avuto molti episodi decisivi a favore, il gol del pareggio di Ramos al 91 esimo contro l'Atletico, i gol in fuorigioco contro il Bayer, la serataccia di Karius in finale e così via. Dettagli che alla Juve in Europa mancano sempre. Da quella semplice palla da spazzare che avrebbe liberato un Birindelli qualsiasi, invece giocata malissimo da Evra e che al 90 esimo ha dato il gol al Bayer, a quella palla sporca buttata in area al Bernabeu al 92 esimo, dopo una partita epica, e che ha scaturito il rigore decisivo. A quel rigore su Pogba non fischiato in finale a Berlino sull' 1-1, a quello non dato a Cuadrado in casa col Real, poi risultato decisivo.

Anche l'altra sera, prima della lezione di calcio data dall'Ajax, la Juve aveva dimostrato che ad armi pari la partita la stava facendo lei, era andata in vantaggio e l'Ajax rimaneva nella sua metà campo, la Juve sapeva che non avrebbe retto quei ritmi per novanta minuti, e quindi appena andata in vantaggio, ha dovuto tirare il fiato, portando il vantaggio all'intervallo.
Poi, un innocuo cross carambola sulla schiena di Bernardeschi, potrebbe finire da qualsiasi parte invece finisce sui piedi di un'altro olandese che al limite dell'area tira una ciofeca, che mia nonna in pantofole tirava meglio, ma dove va? Nei piedi di un altro olandese in area, che era sapientemente messo in fuorigioco dalla linea difensiva, ma Bernardeschi si era attardato a rientrare e così, gol.
Punto.
Si fa male Dybala e non c'è né Mandzukic né Costa né Cuadrado né Kedira, la Juve in quel momento non ha più potuto usare le sue armi ed è stata asfaltata.
Nell'azione del primo gol olandese non c'è nulla di filosofia di calcio di preparazione, solo casualità che è costata la qualificazione.

Avranno visto un Guardiola che fuori da Barcellona non riesce ad essere più decisivo, e anche oggi esce ai quarti. Agnelli sa che il calcio e vincere la Champions non si vincono con una formula matematica precisa ed esatta, non c'è, non ci riescono con Guardiola, non ci riescono i milioni del Psg, ci vuole una perfezione, che difficilmente puoi programmare.
Ci vuole un progetto serio e duraturo, ambizione, e la fortuna di arrivare a questo punto con la squadra in forma senza infortuni, e con gli episodi a favore.
Sanno che prima o poi succederà, sanno che ci hanno provato Lippi, Capello, Ancelotti, Conte, e ora Allegri e non può sempre essere colpa dell'allenatore.

Insomma, alla fine della fiera, Allegri con tutti i suoi limiti ha sempre fatto il suo, la società Juventus ragiona così, guardando in giro ha capito che non c'è nessuno con la bacchetta magica, e quindi tanto vale perseguire la strada iniziata cinque anni fa. L'Ajax ha nettamente meritato la qualificazione, ma la Juve a pieno organico ieri sera l'avrebbe portata a casa.
Ho piena fiducia in Agnelli, sa anche che sono state sbagliate alcune decisioni a livello di mercato, se ne prendono le responsabilità e faranno meglio, il prossimo anno saremo ancora lì a provarci.