I 20 minuti più emozionanti della storia della Juve? Forse. Di certo, i più toccanti che io ricordi. Quattro anni fa esatti, Alex Del Piero, la leggenda vivente della Juve, salutava i suoi tifosi per l'ultima volta, con la fascia di Capitano al braccio, allo Stadium, a casa. La partita che si stava giocando? Invisibile. Tutti gli occhi, e le telecamere, erano per lui. Per l'uomo che ha riscritto la storia bianconera. Per il calciatore che più di tutti ha fatto proprio lo stile, e la classe, di questa maglia magica e immortale. Già. Immortale. Del Piero è, e resterà per sempre, il nostro numero 10. E la sua frase ("Giusto non ritirare la maglia, altri bambini come me devono poter sognare di indossarla") spiega tutto quello che Alex è: una bella persona, prima di un grandissimo calciatore. Sono troppo sentimentale, forse. Perché, non so voi, ma secondo me, il momento più bello della carriera di Del Piero è stato proprio questo: l'abbraccio con la sua gente, quel 13 maggio 2012. Non i gol, non i trofei, non la Champions o l'Intercontinentale da protagonista assoluto, non la rete alla Germania, non i record. No. Questo: