Un altro uragano si è abbattuto sui miseri resti della società Milan, portandosi via in pochi secondi le esili certezza che si erano costruite in mesi difficili. Boban ha ereditato la nausea da Seedorf, che l’aveva trasmessa a Gattuso, contagiando Leonardo e Maldini.

Non è un caso, ma un pessimo segnale che le icone rossonere se la diano a gambe levate, rassegnino le dimissioni, si facciano licenziare: non può essere dovuto alla sola presa d’atto di contare poco, quanto all’aver constatato dall’interno che gli speculatori d’oltreoceano si sono trovati obtorto collo un pegno, il Milan, che non sanno e non vogliono gestire. Il pegno di un lavaggio con sbiancante, centrifuga ed ammollo a 30 gradi, che viene da lontano, da qualcuno che ad un certo momento è stato disposto ad una delle più grandi messinscene della storia pur di uscire, sparire, magari conservando nelle fantasie dei miopi (una schiera ancora oggi terribilmente nutrita), la patente del grande presidente  da rimpiangere.

Far fuori chi parla chiaro e chi dice verità che ammazzerebbero un toro è the american way, fidatevi! Ci lavoro da 30 anni con gli statunitensi ed incalzarli a muso duro, metterli con le spalle al muro di fronte alle loro (innumerevoli) vaccate, puntare il dito sul perseverare ottuso di pseudo strategie che fanno ridere i polli, sono atti di eroismo che si pagano cari!  Vieni isolato, mobbizzato nella maniera più sordida e strisciante, sempre sul filo della legalità, della policy rispettata, dello sputtanamento del visionario, Tesla ridicolizzato contro Edison dove il primo era un genio, il secondo un lustrascarpe. Ed è in queste situazioni che i leccapiedi, i laidi trovano il loro terreno: vendersi anima e corpo ha un prezzo altissimo, quello di diventare un oggetto di cui disporre a piacimento, ma perfettamente allineato.

Perdere Rebic, Ibra, Boban, Maldini, proprio quando una linea di esperienza stava affiancando quella troppo verde per funzionare, significa tornare alla propria mission! Già la mission, altro termine abusato oltreoceano col quale si indica un dogma preconfezionato, anche quando i fatti dicono che fa schifo e fa acqua da tutte le parti! È la mission, è non scucire più di 2 milioni d’ingaggi: tradotto seguire passo passo le orme del Sassuolo! Altro che società virtuosa! Certo il passivo esiste ed è giusto porvi rimedio. Ma lo si poteva fare benissimo tornando in Champions con Zlatan Ibrahimovic ed Ante Rebic come punte di diamante di una società che piano piano tornava a fare paura.

Invece stop, prima che il vaso tracimi! Ibra avrebbe preteso un vero centrocampista al posto di Kessie, un vero terzino al posto di Calabria, un vero numero 10 che non mirasse agli stinchi degli avversari ma alla sua regale zucca per la cornata di rito in fondo al sacco! E questo avrebbe significato soldi da scucire in cartellini ed ingaggi!

Niente da fare! Meglio annunciare con il solito gelido, impersonale, asettico necrologio il quarantottesimo Chief Assistant che un giorno scopriremo a cosa serve.

Ora è il momento della Curva. Vogliamo farci sentire e sbatterli fuori? Siamo in tanti, loro sono quattro gatti.