Storie di calcio - III stagione - III episodio

"È stato il mio vero scopritore, lui mi ha creato come giocatore, lo arretrò con successo in difesa: quel giorno fu chiaro che il calcio cremonese aveva perso una discreta ala e guadagnato un promettente terzino sinistro." 

Il giornalista Carlo Felice Chiesa racconta di aver scoperto un ragazzo che militava nelle giovanili della Cremonese e col passare dei giorni ha deciso di seguire immediatamente le sue caratteristiche. Un difensore che oltre ad essere stato una bandiera della Juventus, ha contribuito alla vittoria del mundial 1982, lasciando un lontano ricordo nel nostro paese e soprattutto nel mondo. La terza puntata la dedico ad Antonio Cabrini, per molti il Bell'Antonio.

Nato a Cremona l'8 ottobre 1957, il giovane ereditò alcune caratteristiche di potenza e velocità, emergendo come "terzino-attaccante" con un rendimento costante e molto prolifico sottorete. Aveva anche una buona tecnica di un valido esecutore di punizioni e rigori. Era abile nella fase difensiva ed era riconosciuto come uno dei migliori terzini al mondo della sua generazione.

Cresciuto nel San Giorgio (una squadra di Casalbuttano), il giovane Cabrini entrò a far parte nelle giovanili della Cremonese, dove esordì in prima squadra nel campionato di Serie C 1973-74 (sul campo dell'Empoli). L'anno successivo passa all'Atalanta che decise di acquistare il difensore su compartecipazione della Juventus. Il giocatore, nella sua unica annata con la Dea disputò un buon campionato di Serie B.

Arriva alla corte dei bianconeri nella stagione 1976-77. La squadra è saldamente in mano a Giovanni Trapattoni con il difensore che esordisce a soli diciannove anni nella gara casalinga contro la Lazio. A Torino, Cabrini inizia a conquistare i primi trofei (il diciassettesimo scudetto e la Coppa UEFA) e negli anni successivi emergerà tra i migliori, divenendo così gli inamovibili della squadra juventina per il decennio a venire.

Nel corso della sua carriera, il giovane accumulerà con la maglia della Vecchia Signora altri cinque scudetti, due Coppe Italia, la Coppa delle Coppe, la Supercoppa Europea, la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale. Cabrini insieme ad alcuni giocatori diventerà uno dei primi a vincere tutte e tre le maggiori coppe europee e assieme al compagno di squadra Gaetano Scirea arrivò inoltre a conquistare tutte le competizioni internazionali per club.

Con il ritiro di Scirea, il giovane diventa il nuovo capitano della squadra. Malgrado i rapporti controversi con Dino Zoff e i problemi fisici, l'ex portiere bianconero preferì il giovane Marocchi e nell'estate del 1989 lasciò Torino dopo tredici anni collezionando duecentonovantasette presenze, trentatrè reti e tredici trofei vinti.

Si trasferisce al Bologna, dove disputa solamente due stagioni con i rossoblù e al termine dell'annata 1991, il difensore annuncia il ritiro dall'attività agonistica.

Con gli Azzurri ha disputato tre mondiali ed un campionato europeo. Preferito ad Aldo Maldera, il commissario tecnico Enzo Bearzot lo convoca per la rassegna iridata che si disputò in Argentina. A vent'anni viene premiato dalla FIFA come miglior giovane dell'edizione.

All'indomani del mondiale sudamericano, il giovane rischia il posto da titolare patendo la concorrenza del succitato Maldera, di Giuseppe Baresi e anche di un certo Gabriele Oriali dirottato a centrocampo. Partecipa agli Europei del 1980, con i nostri che arrivano ancora quarti.

La vera consacrazione arrivò appunto ai mondiali del 1982 con gli Azzurri che conquistarono il terzo titolo. Cabrini nella finale contro la Germania Ovest, sbagliò il calcio di rigore e rimase l'unico giocatore ad aver fallito un penalty in una finale di Coppa del mondo nei tempi regolamentari.

Con il declino della rosa protagonista al mundial, Cabrini prese parte anche alla rassegna messicana del 1986 con i nostri che vengono eliminati agli ottavi per mano della Francia di Platini. Eredita da Scirea la fascia di capitano e con il ciclo targato Vicini fu inizialmente "tra i pochi vecchi a rimanere" nel giro azzurro.

I problemi fisici e la concorrenza dei nuovi giovani, tra cui De Agostini e l'astro nascente rossonero Paolo Maldini, costringono il povero Antonio a svetire la maglia azzurra:

" Una scelta che fece scalpore, perché non erano ancora i tempi in cui ci si poteva chiamare fuori dalla causa azzurra: magari si faceva in modo di non farsi convocare, ma di certo nessuno aveva prima di lui mai annunciato l'addio all'Italia con un comunicato all'ANSA."

A trent'anni disputa la sua ultima partita con la nazionale, valevole alla qualificazione al campionato europeo del 1988, chiudendo definitivamente l'esperienza azzurra.

In seguito ha cercato di fare l'allenatore ma con scarsi risultati ottenuti in alcune parti d'Italia (Arezzo, Crotone e Novara e niente di meno in Siria). Nel 2012 prende in mano la selezione femminile azzurra contribuendo alle qualificazioni verso l'Europeo 2013. Le ragazze dopo aver superato la fase a gironi, escono ai quarti di finale contro la Germania.

Dopo aver mancato i mondiali 2015, Cabrini riporta le Azzurre all'Europeo 2017. La squadra viene inserita in un girone di ferro con Germania, Russia e Svezia. Dopo aver perso le prime due partite, l'Italia ottiene una vittoria inutile contro gli svedesi e vengono eliminate. Cabrini al termine della rassegna, lasciò la selezione.

Nel 2008 ha per lo meno partecipato anche come concorrente alla sesta edizione dell'isola dei famosi. Sempre nello stesso anno, l'ex difensore scrisse il suo primo libro Ricatto perfetto . Nel 2009 entrò a far parte nel movimento politico l'Italia dei Valori, dove divenne il responsabile dello sport per il Lazio.

Per molti resterà il Fidanzato d'Italia, perchè le donne impazzivano nel vedere quest'uomo che alla Juventus e alla nazionale ha contribuito tutto il suo successo. 

Un abbraccio Pasqui