"Voglio restare in maglia blaugrana a vita, quella è la mia casa."   Lionel Messi 2010

Sono passati 10 anni da quando Leo Messi ha detto queste parole ed è solo una delle tante volte in cui la Pulce ha fatto questo tipo di dichiarazioni. Eppure dopo una vita in blaugrana qualcosa si è rotto, l'amore sembra essere finito per sempre. Un amore praticamente mai in discussione, nessuno di noi ha mai anche soltanto ipotizzato uno scenario del genere, le varie notizie di mercato che lo riguardavano sono sempre state deboli, a dir poco fantasiose, fino a qualche settimana fa apparivano agli occhi del lettore medio un semplice modo per coinvolgere il suo nome che da solo, negli ultimi tre lustri, bastava per vendere giornali oppure collezionare visualizzazioni.

Nessuno ci credeva, fino a qualche giorno fa, poi tutti noi abbiamo cominciato ad avere dei dubbi sulla sua permanenza al Barca ma abbiamo fatto finta di non crederci. Dopotutto, per quale motivo il più grande giocatore del nuovo millennio ( per molti in condivisione con gli altri due Ronaldo ) avrebbe dovuto lasciare casa sua ?

Già. Perchè il Camp Nou è casa di Lionel, nel senso più letterale del termine, perchè la società blaugrana è la sua famiglia. Anche in questo caso non è una astrazione, il Barcellona ha accolto Messi come un figlio, per ogni socio di quel club, Leo, è un figlio. Accolto, amato e curato come solo un buon padre può fare.

Per la maggior parte dei giocatori che passano molto tempo in un club fino alla chiusura della carriera si parla di amore. Ma qui, in questa storia c'é stato e c'é molto di più, la storia della sua malattia è diventata culto, parte della sua leggenda, tanto che diviene quasi inutile parlarne se non per approfondire il legame familiare che lega Leo al Barca.

Una squadra ripagata enormemente per quel gesto solo parzialmente interessato, il ragazzino era un meraviglioso giocatore, ma all'epoca aveva 13 anni, quanti ragazzini promettenti o addirittura straordinari passano per la cantera di quella società? La maggior parte di loro si limita a fare una carriera per lo più dignitosa.

Una squadra ripagata con 15 anni di vittorie, di riconoscimenti. 15 anni in cui hanno potuto dire al mondo "Il giocatore più forte nel mondo non solo gioca nel mio club, ma è praticamente mio figlio."  Un frase forse mai pronunciata, ma espressa con i gesti, fin da quando Messi giocava nelle giovanili.

Eppure eccoci qui, tutti un po' smarriti ad eccezione dei tifosi di un pugno di squadre che invece sognano la Pulce indossare i loro colori. Tutti qui ad osservare la fine di un'era, un'era di dominio tecnico e sportivo in cui ha vinto con il club 10 Campionati nazionali, 4 Champions ed una sterminata serie di altri trofei su cui eviterò di dilungarmi. L'ultima grande bandiera rimasta in questo calcio moderno, globalizzato e dove il professionismo individuale ha oramai prevaricato ogni senso di appartenenza, ogni amore, ogni legame sentimentale tra i singoli giocatori e la società che li accoglie, li cresce e li ama. Sembra quasi uno scherzo del destino dover constatare che la bandiera ammainata in questione sia il giocatore più influente di questo secolo, che sia stata ammainata nel modo peggiore, con la violenza di un burofax. Come se l'amore della vostra vita vi lasciasse con un Whatsapp. Anzi peggio, come se vostro figlio vi mandasse un sms dicendovi "Lascio la città, non ci rivedremo più, addio." Sfido qualunque genitore a non morire d'infarto. ( Infarto che si è presentato sottoforma di "riunione d'emergenza" nella sede della società blaugrana.)

Si dice che gli amori finiscono prima o poi e probabilmente tutti quanti sappiamo a nostre spese quanto sia vero. Ma come può finire la storia tra un padre ed un figlio ? Un padre che è stato generoso, un figlio che non solo è stato esemplare, è stato il miglior figlio che un padre calcistico possa avere. 

E' un rapporto che forse è destinato a ricucirsi ma non in tempi brevi, forse dovrà passare qualche anno in cui la lontananza contribuirà a riparare la frattura tra Messi e il Barca.

Tuttavia quel momento non è adesso, entrambi sono troppo freddi, troppo distanti. Non ci sono più margini di trattativa. Leo se ne va, la bandiera verrà ammainata e tutti noi dovremmo fare i conti col fatto che quasi sicuramente non ci sarà nessuno a rimpiazzarla.