- ricordiamo, per chiarezza, che tutti gli account 'Amarcord' non partecipano alla classifica mensile, ma possono essere eventualmente premiati dalla redazione con il trofeo settimanale Jolly -  


Ho sempre amato il teatro e soprattutto le commedie umoristiche. Per anni ho seguito gli spettacoli del grande Gigi Proietti e l'altra sera ho visto in TV un divertente programma condotto da uno degli allievi più prolifici della sua Accademia Giovani del Teatro Brancaccio, dove il comico diventato nel frattempo anche un valido regista, è ad oggi l'indiscusso protagonista di un palcoscenico ormai orfano delle gesta del gran Maestro, dal quale sembra averne ereditato le redini e con pieno merito.
Mi riferisco ad un altro romano, il 57enne Enrico Brignano, che alcune sere fa si è esibito con i suoi esilaranti monologhi nel nuovo programma in onda su Rai 2  "Un'ora sola vi vorrei" interpretando con comiche e sagaci battute vari accadimenti degli anni '70 ed '80 inerenti a quelli che maggiormente abbiano caratterizzato la sua adolescenza.
E per le molte analogie con il mio personale passato, preme rimarcare in particolar modo la narrazione del seguente episodio, magistralmente illustrato dallo scintillante comico romano, riguardante un viaggio svoltosi nell'afosa mattinata di un Ferragosto, percorrendo causa traffico a passo d'uomo alcuni tratti della Via Tiburtina a bordo di una vettura Simca 1100 GLS marrone metallizzato (lo stesso modello e colore posseduto da mio padre), priva di aria condizionata e con i sedili in similpelle in un tortuoso percorso di ben cinque ore che dalla capitale conduceva ad uno sperduto paesino appollaiato tra i monti dell'Abruzzo ed ovviamente senza soste per non rischiare di arrivare in ritardo al sacrale appuntamento del pranzo di Ferragosto con nonni, parenti ed amici di famiglia.
E così Antonino, il padre dei due maschietti, i fratelli Brignano, persona tanto amorevole quanto autoritaria, vietò ai ragazzi, ancora stravolti dalla stanchezza e dal sudore stagnante nello schienale e per giunta impossibilitati dall'aprire i finestrini per il veto imposto dalla madre, il turbinio dell'aria avrebbe scomposto la ricercata acconciatura dei capelli sapientemente manufatta il giorno prima dalla parrucchiera, di alzarsi dalla tavola imbandita a festa, fintanto che l'ultimo dei commensali non se ne fosse distaccato. E lo disse invitandoli ad una solenne promessa, che di fatto consisteva praticamente in una imposizione sottolineata dalla bizzarra gestualità e dalle colorite gag proferite in perfetto e burlesco dialetto romanesco.
Fatto sta che i due fratelli, dopo che il nonno, verso le 17.30, aveva scolato l'ultimo bicchierino di grappa, poterono finalmente raggiungere i loro amichetti per una sana e distensiva partitella a pallone... dimenticando così quelle interminabili, torturanti cinque ore di viaggio dove avrebbero temuto di morire... di una pura quanto insana e torturante noia!
E di noia certamente non ne avremmo sofferto ascoltando la narrazione successiva, dopo uno stacco pubblicitario, che lo show proponeva nella serata dove lo stesso istrionico Brignano riusciva a trasformare la sua proverbiale mimica teatrale in una talentuosa e scientifica illustrazione dell'episodio che vado a sintetizzare, e del quale credo, per la maggior parte delle persone tra le quali il sottoscritto, non ve ne sia più alcun ricordo.

Con l'espressione "guerra fredda" si indica la contrapposizione politica, ideologica e militare che si attuò tra le due superpotenze al termine del secondo conflitto mondiale: Stati Uniti ed Unione Sovietica. Questo determinò la formazione di due blocchi ostili nell'Europa che videro da una parte l'Occidente (USA e Nato) e dall'altra l'Oriente (USSR e paesi Patto Varsavia).
E così negli anni seguenti si giunse alla divisione dell'Europa, che culminò nel 1961 con la costruzione del Muro di Berlino. E questo "bipolarismo" perdurò sino alla sua caduta del 1989. Ventotto lunghi anni con tragiche  storie di vite falciate dai vari tentativi di fuga, fu celebre quella del 18nne muratore Peter Fechter, abbandonato morente per una intera nottata nella "striscia di nessuno" in prossimità del Charlie Check Point, dove fece seguito un'insurrezione popolare che purtroppo partorì soltanto una effimera fiammata giornalistica e niente di più... la "guerra fredda"... purtroppo e vilmente... continuava!
È il 26 settembre 1983, quando a Stanislav Petrov, Tenente Colonnello dell'Armata Russa, fu richiesto di sostituire l'ufficiale di servizio al bunker Serpuchov 15, vicino a Mosca e per l'esattezza il fatto così avvenne...

Correva un lunedì sera quando il Tenente Stanislav, avendo fatto il turno domenicale, si trovava presso la casa di alcuni amici alla periferia di Mosca intento, tra sigarette e bicchierini di Vodka, a puntare qualche rublo giocando a poker.
Ma intorno alle h.23 locali il telefono di quella casa squillo'... all'altro capo c'era l'ufficiale di servizio al bunker Serpuchov 15 base strategica preposta al monitoraggio del sistema satellitare posto a sorveglianza dei siti missilistici statunitensi, lo stesso comunicò che il graduato di turno quella notte era febbricitante a letto...e sugli schermi radar di controllo erano apparse... alcune strane tracce di missili!
Il Ten.Col. Stanislav terminò il suo bicchierino di Vodka e si precipitò alla base di Serpuchov. Appena arrivato sulla console di lavoro il nostro Stanislav constatò alle 00.14 locali una traccia sui radar di un missile lanciato dalla base statunitense di Malmstrom in Montana marcante un itinerario diretto verso il territorio sovietico, ma il sistema satellitare di controllo OKO segnalò nei minuti successivi ben altri quattro missili con testata nucleare nella medesima direzione.
Ebbene, lanciare un allarme, e quindi avvisare il Cremlino, assecondando quanto riportato dal rigido codice militare, che imponeva di rispondere istantaneamente ad un attacco nucleare con un contrapposto attacco nucleare, avrebbe potuto significare dare avvio ad una guerra devastante non solo contro gli States ma una guerra nucleare, apocalittica che avrebbe distrutto l'intera umanità. E così Petrov, profondo conoscitore delle peculiarità del sistema satellitare sovietico, ritenne che quelle cinque tracce stessero a significare  una concomitante ma errata interpretazione da parte delle sonde artificiali orbitanti nella ionosfera che avrebbero segnalato al sofisticato sistema OKO, complice l'equinozio d'autunno avvenuto poche ore prima e che avrebbe inoltre visto la congiunzione astrale tra Sole, Luna ed altre stelle, alcune tracce di ogive che si sarebbero materializzate nel giro di una manciata di minuti in un tragico "The Day After"... ma così il fato o la storia non volle che avvenisse!
La freddezza nella mente, ed ancora la vampata di Vodka in corpo per quella partita di poker abortita, inibì al nostro Stanislav la pressione del tasto dedicato alla chiamata diretta del Premier di Stato l'allora Jurij Andropov. Quel mattino, finito il turno, rientro' a casa come se nulla fosse accaduto... non ci fu nessun monumento alla Gagarin per il suo gesto per parte della sua grande Russia.
Pochi anni dopo andrà in pensione e nel 2017 si spengera' in un modesto appartamento di sole due camere in località Frjazino a pochi km dalla capitale moscovita. Scompare così un piccolo ufficiale dimenticato da tutti... ma un Grande uomo che in un solo minuto ha salvato l'intera umanità!

Un sentito grazie ad Enrico Brignano che ci ha saputo trasmettere e comprendere con le sue parole quel "minuto" ... prima temuto come...    un'istantanea morte glaciale... e poi... osannato come un miracoloso e salutare... ritorno alla vita!

Questa narrazione vuole essere la riedizione di un mio pezzo di un paio di anni fa, quando nessuno di noi avrebbe mai osato pensare ad una imminente guerra ai confini dell'Europa dove un invasore sovietico, a torto o a ragione che sia, ha varcato ormai da un anno e militarmente armato i confini di una nazione limitrofa, minacciando in queste ultime ore di invaderne delle altre.
La nostra comune preghiera si eleva fortemente affinché queste luttuose e distruttive conflittualità cessino nell'immediato, magari con un accordo attorno ad un tavolo oppure, nel caso discordante nella soluzione temporanea di un armistizio per poter riflettere meglio, con calma, senza più spargimento di sangue innocente, ma comunque vertente ad una soluzione pacifica, soprattutto ricordando il gesto freddo ed eroico compiuto dal Tenente Colonnello Stanislav Petrov, che non premendo quel bottone rosso... ha regalato all'umanità 40 anni di vita in più... ed ora perché mai... dovremmo rivivere quell'attimo glaciale?
Uniamoci all'appello di Papa Francesco e preghiamo tutti indistintamente, a prescindere dalle ideologie personali, per una imminente e fattiva soluzione di pace!  

Massimo 48 Amarcord