Chi tra di voi si ricorda il film "Il volo della Fenice"? 

Giugno 1950 - Deserto del Nefud - Arabia Saudita
Si tratta di una pellicola girata nel 1965 per opera del regista Robert Aldrich che narra la storia di un  gruppo di uomini rimasto bloccato nel mezzo del deserto arabo in seguito ad un incidente causato da una tempesta di sabbia che avrebbe costretto il comandante del bimotore da trasporto Fairchild C-82 Frank Towns (interpretato da James Stewart) con un carico di quintali di datteri a compiere tra le dune del deserto un disperato atterraggio d'emergenza. La loro unica speranza di sopravvivenza, imposta dai vari ed inefficaci tentativi di soccorso protattisi per alcuni mesi, avrebbe consistito nella trasformazione del velivolo praticamente distrutto in un altro mezzo aereo per poter in qualche modo volare via con l'intento di raggiungere la salvezza in un'oasi distante un centinaio di km dallo sfortunato incidente. I sette uomini superstiti dopo lo schianto ed ormai a corto delle scorte di viveri, acqua, ed inoltre privi della radio di soccorso, vedendo praticamente azzerate le loro ultime chance di vita avranno l'idea, frutto di un colpo di genio di un giovane ingegnere, (in realtà impiegato in un'azienda di modellismo), di montare uno dei due motori rimasti funzionanti dopo l'atterraggio di fortuna sull'ala, in gran parte rimasta intatta dopo lo schianto del grosso bimotore Fairchild nella tempesta di sabbia nel deserto di deserto di Nefud. Passarono svariati giorni e notti volti al minuzioso lavoro di assemblaggio per ultimare la costruzione di un piccolo velivolo monoplano che verrà battezzato la"Fenice" riuscendo, dopo l'approssimata realizzazione tra il saliscendi delle sabbiose dune, di una sorta di pista di rullaggio, a librarsi affannosamente in aria a solo poche decine di metri dal suolo ospitando i decine di metri dal suolo ospitando i sette superstiti fortemente ancorati con delle funi alla lunga e pesante ala e che riuscirono a sopportare le forti vibrazioni dello starnazzante e sottostante motore, rottame residuo del bimotore praticamente distrutto nell'impatto. E così il nostro capitano Frank Towns riuscirà a condurre eroicamente all'oasi e cioè all'agognata salvezza quel manipolo di valorosi superstiti di quell'avventura, tratta in gran parte, da un fatto realmente accaduto e sapientemente immortalato in questa  pellicola thrilling degli ormai lontani anni '60. E quel sapore retrò misto di avventura e sventura è come se lo rivivessimo nella travagliata storia, ripercorrendone i suoi ultimi dieci anni di vita, del nostro caro ed amato Milan.

Giugno 2010 - Cagliari Aeroporto Cagliari Elmas, torre di controllo:
"Volo AZ 379 Elmas-Linate siete autorizzati al take-off..procedete sulla pista 027". A bordo di quel volo di linea, un AirBus A-320, della nostra ex compagnia di bandiera, si trovava  Massimiliano Allegri. Poco più di un mese prima, esattamente nel pomeriggio del 19 Maggio, giornata ricordevole per l'ex trainer del Cagliari, aveva ricevuto una telefonata da Silvio Berlusconi in persona, in verità non proprio un suo estimatore, ma dietro insistenza dell'A.D. Adriano Galliani, che avrebbe intravisto nella sua persona il candidato ideale per la sostituzione del partente Leonardo, lo contatto' offrendogli la panchina rossonera ed un contratto milionario. Per l'allenatore livornese, visto il suo recente esonero operato dal Presidente Cellino pochi giorni prima, quella chiamata era una vera e propria manna piovuta dal cielo. Passare da squadre cadette prima, e di seconda fascia nella massima serie in seguito per poi confluire in una big del campionato nonché del calcio mondiale, fu per lui l'occasione della vita più unica che rara ed accettò, incredulo, la proposta nel corso di quella stessa conversazione. Massimiliano Allegri, allora 43enne, non avrebbe mai pienamente convinto del tutto la dirigenza nelle quattro stagioni circa vissute al Milan, nonostante lo scudetto conquistato nel 2012 e la Supercoppa Italiana vinta a Pechino contro l'Inter il 6 Agosto 2011. Aggiungiamo inoltre un altro scudetto sfiorato (quello del famoso gol non dato a Muntari) ed un buon comportamento in Champions con una rosa che, visto il già iniziato e travagliato divorzio dalla Fininvest, veniva ad essere sempre più depauperata tanto nella sua forza quanto nella sua qualità.

E così, riavvolgendo il nastro, nel 2008 Allegri approda sulla panchina del Cagliari. Alla squadra sarda riuscirà a far ottenere per due anni consecutivi una consolidata permanenza nella massima serie esprimendo un buon livello qualitativo di calcio. Come ex calciatore Italo Allodi, storico dirigente del calcio italiano, lo definì come un promettente giocatore (centrocampista e fantasista) dotato di tanto talento ma di un carattere un po' scanzonato. Sapeva ben leggere le partite, dote che consolidò militando nel Pescara dove ebbe come suo maestro Giovanni Galeone e poi, in Sardegna appunto, riuscirà a manifestare tutta la sua innata  ispirazione alla visione delle partite che lo porterà, nel giro di pochi anni, a divenire uno dei più quotati allenatori di calcio nella platea europea degli ultimi anni. Una sua spiccata dote evidenziata tanto al Milan quanto successivamente alla Juventus è la sua estrema duttilità al modulo di gioco cercando sempre di utilizzare al meglio i propri tatticismi in funzione degli elementi a disposizione nella rosa, senza disdegnare al bisogno soluzioni diverse da quelle a lungo studiate.
Alcune sue innovazioni hanno fatto storia. Come quella per l'attacco, volta all'uso, in alcune gare, di schierare in alternativa giocatori muscolari del calibro di Boateng o Vidal concettualmente diversi dai classici registi trequartisti. Mentre per la difesa ha spesso prediletto lo schieramento di difensori in linea supportati da robusti centrocampisti a dettare e comandare il gioco. Comunque sia, i suoi moduli preferiti sono solitamente offensivi partendo dal 4-3-3 oppure dal 4-3-1-2 o l'altro 4-3-2-1. A chi lo etichetta come un aziendalista, e cioè accondiscendente alla politica societaria, dopo il suo filotto di successi in bianconero, il buon Max risponde testualmente: "Quando mi danno dell'aziendalista non vuol dire che la formazione la fa il Presidente, ma accetto la critica in maniera positiva e quindi è per me un complimento, purchè porti risultati alla mia Società".

Giugno 2020 - Lipsia (Sassonia) Aeroporto di Lipsia-Halle, torre di conrollo:
"Volo LH 234 Halle-Malpensa siete autorizzati al take-off pista 090". Aeromobile Boeing 737.
A bordo di quell'aereo di linea della compagnia di bandiera tedesca c'è Ralf Rangnick, è atteso da Ivan Gazidis in Via Aldo Rossi per limare gli ultimi dettagli del suo nuovo contratto con il Milan. Pochi giorni prima, esattamente l'11 maggio, il futuro trainer Rossonero avrebbe dichiarato al quotidiano tedesco "Bild" rilasciando ad un cronista in merito alla sua dipartita dal Lipsia per convolare nella nuova squadra queste precise parole: "Dipende sempre dalle scelte del Club (il Milan n.d.r.), non sono interessato agli aspetti finanziari. Per me si tratta di avere una certa influenza che non c'entra con il potere, anche se in certe situazioni ne hai bisogno per portare avanti certe cose". La mia personale opinione su questa dichiarazione rilasciata alla stampa mi lascia molto perplesso. A parte il fatto che la frase mi sembra incerottata e forse mal tradotta, oppure, posto che non lo sia, la troverei del tutto sibillina e comunque di cervellotica comprensione, tipicamente teutonica! Fa trasparire un certo qual senso di ambiguità... tra imposizioni di potere ed in conflitto con mansioni non  ancora ben delineate... sia in panchina che dietro la scrivania!... Mah!... Io non vedo di buon occhio l'accoppiamento asciugamano sudato-agenda appuntamenti sulla scrivania immischiati tra di loro!  Sudore ed inchiostro non sono certo un bel connubio, mi sembra molto stonato! Sarà pure una innovativa conduzione di squadra di stampo prima britannico ed ora anche germanico... ma è tutto da sperimentare nella nostra penisola e nel nostro complicato campionato... e per giunta nel nostro Milan ormai stufo di subire in questi anni successivi all'era Berlusconiana con il passaggio di testimone a fantomatiche cordate filo-asiatiche ed in ultimo impantanarsi nelle sabbie mobili di Giampaoliana memoria decantate, dopo il vano susseguio di ben sette allenatori in due lustri, in qualità di una salutare terapia di fanghi vitaminici e rivitalizzanti.

Il nostro D.S. Paolo Maldini aveva già risposto, sempre a mezzo stampa, ad altre pesanti dichiarazioni rilasciate dal manager di Backnang pochi giorni prima, invitandolo ad un maggior rispetto verso quei professionisti che attualmente stanno regolarmente operando nella Società Rossonera ed ora, dopo questa ennesima frecciata frecciata, deve incassare il tacito consenso che la Proprietà, strizzando l'occhio al futuro Coach-Manager, abbia voluto far intendere al buon Paolo che alla fine della corrente stagione sarebbe ineluttabilmente messo alla porta come il suo amico Boban, rei, ambedue, delle infelici scelte di mercato che avrebbero indotto Paul Singer Elliott, due ore dopo la disfatta di Bergamo, a contattare la soluzione "tedesca" (riparatrice o già contattata non lo verremo mai a sapere) per cercare di dare ancora un senso al proseguo del cammino della Società onde poter raggiungere l'agognato obiettivo del rientro nelle competizioni europee, unitamente a quella del progetto del nuovo stadio di proprietà, affinché il fondo Elliott possa rientrare senza perdite del suo investimento, vendendo, ahimè, il nostro Milan ad un nuovo acquirente. Dunque dieci anni fa atterrava a Linate un volo di linea che cuci' subito il nostro 18mo ed ultimo scudetto ed otto anni dopo atterrava a Malpensa un aereo di linea tedesca, in verità molto più simile alle cupe linee di un bombardiere della compagnia di guerra Luftwaffe carico di nuove "bombe" di mercato ai comandi di un pioniere dell'aviazione nella sua patria di origine, un certo, e per i più ancora sconosciuto, Ralf Rangnick... e staremo tutti ansiosamente a vederne gli effetti... beninteso solo una volta che le abbia sganciate... e non abbia esaurito il suo carburante!

Marzo 2022 - Aeroporto Internazionale di Dubai (Emirati Arabi) Aeromobile: AirBus A-330 L'allenatore Stefano Pioli è volato a Dubai insieme a Paolo Maldini, Tomori e Brahim Diaz per una serie di iniziative legate all'Expo 2020. A cena scatta il coro dedicato all'allenatore sulle note di "Freed From Desire": Brahim scatenato, Pioli canta e immortala il momento...con le note di ....Pioli is on Fire!! (il refrain canoro che di lì a breve sarebbe diventato un tormentone...di pura goduria!)

Sissignori! In questo rapido excurcus delle parti salienti relative agli ultimi due lustri di un periodo contorto e sfortunato della storia Rossonera ho voluto di proposito incastonarci il volo di tre diffusissimi aeromobili, un AirBus A-320, un Boeing 737, ed un enorme AirBus A-330 a ricordare nel primo volo una vittoria, nel secondo una sorta di caccia da guerra, come uno "Stuka" abbattuto in picchiata, ed infine un terzo con il vero attuale ed eroico comandante degli uomini del Diavolo... ed è lui il nostro coach parmense Stefano Pioli, che sceso dal superjet della Fly Emirates, viene ad assumere le sembianze del Capitano Frank Towns ai comandi della rudimentale cloche della sua "Fenice" e con il suo equipaggio, cresciuto con i suoi preziosi insegnamenti,  quasi ad emulare gli accadimenti della "Fenice" e fieramente pronto ad innalzare al cielo il tanto sudato 19mo scudetto!
L'aria al momento è molto buona... e tempeste di sabbia... al Mapei Stadium di Reggio Emilia... il 22 Maggio prossimo... le Meteo News... non ne prevedono!... E speriamo che siano azzeccate!

... e, col senno di poi, diremmo proprio che furono azzeccatissime!!
Forza Milan sempre!

Un caro abbraccio Massimo 48 Amarcord