"Cosa ne pensi... Gianfranco? Io direi di fermarci qui!"
Stavo guidando ormai da più di dieci ore ed ero letteralmente fuso!
"Ma perché mai non avresti ancora preso la patente?...ehhh!!!..questo un giorno... magari, con comodo...data la tua proverbiale lumacaggine, me lo spiegherai! ...nevvero Giancarlo? ...beh! comunque da stamane abbiamo già percorso quasi 800 km?...ohhh!! ...ma mi stai a sentire?...o stai dormendo?!?" E Gianfranco, stiracchiandosi e riponendo in posizione di seduta lo schienale della 500 mi chiese dove eravamo arrivati, risposi che avevamo attraversato il confine italiano da un'oretta ed eravamo in Jugoslavia, nella bella Istria ed ora stavamo entrando a Rijeka (Fiume) dove trovammo un affitta camere con l'insegna "Zimmer" ad un buon prezzo e dopo una frittura di calamari e gamberi appena pescata gustata sulla balconata di un grazioso ristorantino in riva al mare con il suggestivo panorama dei colori ambrati che il sole al tramonto rifrangeva sul pittoresco golfo del Quarnero, seguito da un dessert di crostata ai frutti di bosco guarnita con due vigorosi bicchierini di maraschino, liquore tipico delle coste dalmate, siamo tornati, brilli, sazi e stanchi nella nostra Zimmer crollando letteralmente nei materassi a piume con le lenzuola immerlettate da elaborate trine e antichi ricami slavi con volti di animali... a Gianfranco capitò un cerbiatto e dormì come un ghiro... io invece faticai un pochino... avendo sotto alle mie braccia un cervo con  nutrita ramificazione corneale!

La nostra vacanza era iniziata di buon ora partendo da Roma con la mia nuova 500L color aragosta ed il programma che avevamo studiato sui depliant di un'agenzia di viaggi consisteva nel visitare la Jugoslavia, allora governata dal regime dittatoriale del Maresciallo Tito. Io e il mio caro amico Gianfranco eravamo incuriositi dal visitare questa nazione per scoprirne le sue bellezze naturali, il suo mare, le sue montagne, le sue grotte, la sua popolazione con gli usi e costumi verosimilmente molto semplici ed umili essendo caratterizzata da un regime autoritario ed infine perché no... spingerci alla ricerca di qualche sua giovane e simpatica rappresentanza femminile!
Ma tra quei depliant turistici ci aveva particolarmente attratto la foto di un adolescente che si tuffava sulle acque limpide del fiume Narenta dall'alto dell'antico ponte in pietra a volta unica risalente al XVI Sec. è lo Stari Most, il vecchio ponte di Mostar di costruzione ottomana distrutto dalle forze croato-bosniache nel corso della guerra in Bosnia la mattina del 9 Novembre 1993, appunto a Mostar, attuale capoluogo del Cantone Erzegovina-Narenta ora facente parte della Bosnia Erzegovina. Lo stesso ponte, in macerie al termine delle ostilità, verrà ricostruito con materiale e fattura identici all'originale, ed il 22 Luglio 2004 verrà inaugurata la sua fedele copia dalle autorità del nuovo stato della Bosnia Erzegovina proveniente dalla capitale Sarajevo, 130 km. più a Nord ai piedi delle Alpi Dinamiche.
Ma io e Gianfranco godemmo del privilegio esclusivo di poterne vedere la sua versione originale in un torrido pomeriggio della metà di agosto del 1970. Prima di arrivare alla meta del nostro tour ci fermammo in varie località della costa dalmata di fronte ad un mare stupendo ed incontaminato. Il costo della vita era a quei tempi in Jugoslavia molto più basso che in Italia. Allora circolava il dinaro che equivaleva a poco più di 20 Lire. I soldi spesi per una pizza con birra in Italia erano gli stessi con i quali nella ex Jugoslavia si faceva un pasto completo dal primo al dessert bevande comprese. Con poco meno di mezzo stipendio (guadagnavo allora circa 120.000 Lire al mese ) si fece una vacanza di due settimane spensierata ed indimenticabile. 
Trascorremmo il giorno di Ferragosto a Split (Spalato) bellissima cittadina dalmata con un importante porto ove ormeggiano numerose navi solcanti diverse rotte sia verso l'Italia come Ancona e Pescara che in altri città portuali sparse nel mar Egeo. Incontrammo, mentre eravamo in visita al Palazzo di Diocleziano, importante monumento storico del centro cittadino risalente al IV Sec. a C., alcuni turisti italiani che ci consigliarono di andare a fare una visita alla Collina del Marjan, altura dominante tutta la cittadina con la stupenda vista della baia sul mare, e tra l'altro si poteva godere di questo splendido panorama dalla veranda di un suggestivo ristorante gestito da una famiglia italiana. Li prendemmo alla lettera, ci accomodammo ad un tavolino dominante l'intero mar Adriatico e venne a prendere l'ordinazione una giovane cameriera che avendo sentito il nostro conversare si espresse in italiano.
Durante le varie portate si prese sempre più confidenza e ci presentammo, lei era una ventenne universitaria e figlia del proprietario del ristorante, un italiano abruzzese trasferitosi in Dalmazia dove conobbe la sua sposa, si chiamava Mirjana, ragazza bruna dai tratti somatici decisamente mediterranei, affabile nel parlare, sensuale nelle movenze, ed era la sorella gemella di Krasimir trasferitosi per lavoro in Erzegovina a Mostar.
Quando ci portò il conto offrendoci un caffè ci guardammo a lungo negli occhi... i suoi erano nero corvino come i lunghi capelli avvolti accuratamente in una treccia... ci scambiammo di getto un piccolo bacio sulle guance per salutarci e fu allora che avvertii un breve sussulto interno... mi strinse fortemente le mani... ci scambiammo i numeri dei telefoni - ovviamente di casa non esistendo i cellulari - che però, ambedue già fidanzati e giovani d'altri tempi, rimasero silenti... per tutto il resto dei nostri anni! 

Ma il giorno seguente con questo ricordo nella mente, giungemmo a Mostar, meta del nostro itinerario. Una cittadina per lo più musulmana, piena di minareti e venditori ambulanti di ogni genere dell'artigianato locale, dall'oggettistica in legno intarsiato a maglie e tappeti fatti a mano. E poi arrivammo nella location di quell'immagine del dépliant che tanto ci aveva attratto... eccolo lì il ponte antico in pietra che sovrasta con la sua unica arcata il fiume Narenta. C'è molta gente assiepata nella sommità delle sue sponde ed alcuni ragazzi in costume da bagno si gettano a capo fitto nelle sue acque per la modica cifra di 200 dinari. Preparo la mia macchina fotografica per immortalare quel tuffo circense di ben 24 metri mentre il mio amico Gianfranco aspetta il primo tuffatore disponibile... ed eccolo in arrivo, un giovanotto sui 18 anni con una coda di cavallo annodata minuziosamente sulla sua folta capigliatura color nero carbone... fissai attentamente il suo sguardo... e dai lineamenti compresi di aver già visto recentemente quel volto... ma non mi capacitavo di chi potesse essere... ma dopo il suo acrobatico tuffo realizzato con una poderosa spinta di reni che vedeva prima il suo corpo inarcato e poi... come in un volo d'angelo di Sandokaniana memoria sparire con la fluenza di un pesce nelle trasparenti acque del fiume Narenta! E quando tornò sul ponte per intascare il giusto compenso mi strinse la mano, sorrise, ed in perfetto italiano mi disse: "Grazie amico mio!... Tu sei italiano... come ti chiami e da dove vieni?" "Mi chiamo Massimo e vengo da Roma...e tu?" "Io mi chiamo Krasimir e vengo da Spalato, sono figlio di papà italiano e mamma dalmata..."  "...aspetta...aspetta un attimo... Krasimir!!...ecco perché il tuo volto mi pareva già visto!!... Ma tu per caso... non hai mica una parente a Spalato?" "E come no... Massimo!!.. Ho una sorella gemella...che..." "...Aspetta... aspetta!... Non dirmelo!!... Lavora al ristorante di tuo padre e si chiama  Mirjana!!" "...E bravo Massi!!!... Hai fatto centro!!!" "Anche tu... Krasimir!!... Fai sempre centro!!... Perché sei il miglior tuffatore del ponte di Mostar!!".  

Massimo 48 Amarcord